Brexit. Un “Leave” gerontocratico e intollerante? La working class e le periferie non cedono al “Remain” (di Andrea Genovese)

Brexit. Vote RL Median ageBrexit, l’analisi del voto. Non è un Leave gerontocratico: la working class e le periferie non cedono al Remain. Analisi di Andrea Genovese per Contropiano.org
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Brexit. Il FIU: tendenza alla guerra dell’UE, perchè BREXIT è un’opportunità per la pace

foto di Fronte Indipendentista Unidu.

Brexit. Il FIU: tendenza alla guerra dell’UE, perchè Brexit è un’opportunità per la pace

 

Il Fronte Indipendentista Unidu accoglie con grande entusiasmo e speranza l’uscita della Gran Bretagna dalla UE. Questo fatto storico può essere una buona occasione per scatenare un processo di smantellamento dell’oligarchia finanziaria chiamata UE che sta sottomettendo i popoli e i lavoratori del continente a rigidissime ed odiose misure di austerità che, in diversi casi, stanno portando interi settori sociali sotto la soglia di povertà.

Il Fronte Indipendentista Unidu ritiene necessario aprire gli occhi al Popolo Sardo sulla vera natura antidemocratica e usuraria della UE. L’Unione Europea, al di là della propaganda messa in campo, nel corso degli ultimi quindici anni ha solo rafforzato la propria posizione di tutela delle classi dominanti e del Capitale transnazionale, tutto a discapito dei disoccupati, dei pensionati, degli studenti, dei lavoratori e dei popoli sia quelli rappresentanti da uno stato (come per esempio quello greco), sia quelli senza uno stato (catalani, baschi, corsi, sardi, ecc.). La UE è stata inoltre il contenitore economico entro il quale scaricare migliaia di miliardi di titoli tossici (sub-prime), naturale risvolto dell’imperialismo finanziario USA e fattore determinate dell’attuale recessione europea.

Pertanto il Fronte Indipendentista Unidu è impegnato da mesi a prendere contatti con tutte quelle realtà progressiste e antirazziste che, chiaramente e senza zone di ambiguità, abbiano una posizione di netto contrasto alle politiche ultra liberiste della UE e che pongano a base della propria politica almeno quattro punti fondamentali:

1) Uscita dalla UE e dall’eurozona e moratoria del debito. La UE è irriformabile e va smantellata. I sogni di federalismo europeo e di pacifica convivenza dei popoli enunciati per esempio nel “Manifesto di Ventotène” esprimono valori positivi e auspicabili che non hanno però nulla a che fare con la realtà di una unione di oligarchie finanziarie e militari che strangolano la prosperità delle masse lavoratrici e dei popoli europei.

2) Uscita dalla NATO. La NATO è stata fondata come alleanza difensiva in vista di una possibile invasione da parte dell’Unione Sovietica, ma questa alleanza militare è invece sempre intervenuta in guerre di aggressione imperialista. Non riteniamo che la NATO sia compatibile con i valori di coesistenza pacifica e di collaborazione paritetica tra popoli che auspichiamo, per cui siamo favorevoli al suo scioglimento e in ogni caso riteniamo che tutti i popoli liberi non ne possano essere complici pedine. L’attuale crescente militarizzazione dell’Europa non è sostenibile in quanto toglie risorse ai servizi primari e mina alle fondamenta la costruzione di una vera e duratura pace e prosperità tra i popoli.

3) Riconoscimento del diritto delle nazioni senza stato alla loro autodeterminazione. La UE è una unione di stati e oligarchie finanziarie, non di popoli liberi. Molti stati europei infatti reprimono le minoranze nazionali, negano loro fondamentali diritti civili come l’utilizzo della propria lingua e ne utilizzano i territori come basi neo-coloniali, soprattutto di carattere militare, energetico e fiscale. Il riconoscimento del diritto dei popoli senza stato ad esercitare il diritto all’autodeterminazione nazionale è un fattore fondamentale di straordinaria dirompenza democratica e sociale che mette de facto in crisi le fondamenta stesse che reggono la UE e il blocco NATO.

4) Radicale revisione di tutte le politiche ultraliberiste in materia di lavoro, servizi, fiscalità e coercizione militare. I governi della UE hanno varato misure gravemente antipopolari che hanno cancellato le principali conquiste economiche e politiche del movimento operaio e contadino del Novecento. La cabina di regia di questa reazione risiede nelle centrali economiche e politiche delle oligarchie finanziarie che comunemente chiamiamo Troika. Cancellare integralmente queste politiche economiche significa affossare le oligarchie e mandare in cortocircuito la ragion d’essere della stessa UE, aprendo una via di progresso sociale e pace.

Su questa base il Fronte Indipendentista Unidu sta lavorando alla costruzione di un’alleanza internazionale realmente progressista, anticolonialista e democratica avversa al blocco UE/NATO.

La Biblioteca dell’Evasione denuncia l’ergastolo ostativo

biblio evasione
La Biblioteca dell’Evasione denuncia l’ergastolo ostativo

La Biblioteca dell’Evasione ha voluto dedicare la giornata di sabato 18 giugno 2016 alla questione degli orari di prenotazione dei colloqui da parte dei familiari dei detenuti del carcere di Sassari, nella frazione di Bancali.

Diverse lamentele sono state ricevute da parte di alcuni familiari riguardo la difficoltà di fissare il colloquio con il proprio caro; a tal proposito è stato fatto compilare un questionario ai familiari durante l’attesa per le visite: non si sono solo soffermati a compilare dei moduli a crocette, ma si sono trattenuti a parlare con gli attivisti della Biblioteca dell’Evasione e hanno sottolineato altre cose che non vanno, come ad esempio l’attesa per l’ingresso, che alle volte supera l’ora e mezza.

La giornata è quindi il primo passo di una battaglia che la Biblioteca intraprendere al fianco dei familiari per far sì che questi possano avere la possibilità di fissare l’appuntamento per il colloquio chiamando in più giorni e in una maggiore fascia oraria, dando così la possibilità a chi lavora e a chi viene da fuori Sassari di organizzarsi. E, soprattutto, evitare che un familiare non possa vedere il proprio caro solo perché non è riuscito a trovare la linea telefonica libera per fissare il colloquio.

Durante la giornata è stato distribuito un volantino informativo sull’ergastolo ostativo insieme alla proposta di mobilitazione, proposta dai detenuti del carcere di Catanzaro che invita tutti, detenuti e liberi cittadini, a manifestare in forme diverse in solidarietà alla protesta.

Quartu. Caso Carrefour, il FIU: no all’apertura h. 24 dei supermercati

FiU Carrefour

NO ALL’APERTURA H 24 DEI SUPERMERCATI

Il megamercato “Le Vele” Carrefour di Quartu S. Elena dal 4 luglio aprirà 24 ore su 24. Anche se la cosa è in via sperimentale è chiara la tendenza alla creazione dell’azienda totale dell’agroalimentare anche in Sardegna.

Tutto incominciò con il Governo Monti (sostenuto dal centrosinistra) che con la controriforma “Salva Italia” venne liberalizzata totalmente la possibilità di apertura dei megamercati, 24 ore giornalieri, 365 giorni l’anno, mentre prima la competenza era nelle mani di Comuni e Regioni.

Dopo aver sperimentato la cosa in continente la catene di megamercati Carrefour vuole portare anche in Sardegna questa insana pratica contraria ai diritti dei lavoratori e di concorrenza sleale alla distribuzione di prodotti sardi nei mercati civici e rionali.

Siamo davanti all’azienda totale!

I megamercati sono già oggi la causa della dipendenza della Sardegna in materia agroalimentare (importiamo circa l’80% dei prodotti). Le concessioni facili distribuite da amministratori compiacenti, l’apertura 24 ore su 24 e 365 l’anno certo non aiuta la ripresa del settore e la riconquista del mercato interno da parte dei produttori sardi.

I lavoratori inoltre, con la scusa della crisi e dell’ampia concorrenza e al ricatto occupazionale, sono soggetti a sempre peggiori condizioni contrattuali e sfruttamento intensivo e spesso sono vittime di mobbing e devono cedere ad un turnismo massacrante che con tali aperture è destinato a peggiorare sempre di più.

Cosa chiediamo:

• La stesura di una legge regionale per la compatibilità antropica, culturale ed economica della media e grande distribuzione (valutazione d’impatto socio-economico, in linea con la Delibera della Giunta Regionale n. 55/108, del 29/12/2000, per la concessione di licenze per l’apertura di centri di media e grande distribuzione) che preveda la sospensione immediata delle nuove licenze ai centri della media e grande distribuzione;

• Obbligo di residenza fiscale per i centri della media e grande distribuzione esistenti;

• Creazione da parte dell’Assessorato regionale al Lavoro di uno sportello anonimo antimobbing;

• Ripristino della competenza comunale per l’apertura nei giorni festivi.

Invitiamo tutte le organizzazioni politiche, sindacali e sociali che hanno a cuore i diritti dei lavoratori e la difesa e la valorizzazione del comparto agroalimentare sardo a costruire paritariamente una mobilitazione per dire no all’apertura continua di supermercati e megamercati nella nostra terra!

Occupazione militare. Resoconto Bauladu 2/6 e convocazione Oristano 26/6

atobiu
Occupazione militare. Resoconto Bauladu 2/6 e convocazione Oristano 26/6

RESOCONTO BAULADU

L’Assemblea generale sarda contro l’occupazione militare si è svolta nel centro sociale di Bauladu, in piazza Emilio Lussu, il 2 giugno scorso.

 

Bauladu è un comune dell’oristanese a ridosso della 131, in una posizione geografica abbastanza centrale e facilmente raggiungibile dalla maggior parte dei presenti. Oltre a ciò Bauladu è stata scelta perché è una comunità vivace con una consulta giovanile molto attiva che ha dato al Comitato Studentesco un prezioso contributo nella fase di organizzazione.
L’assemblea inizia puntuale alle 15e30 e dura circa 5 ore. Il Moderatore rivolge un saluto un limba sarda crabarissa e introduce i punti all’ordine del giorno. Invita tutti coloro che si iscriveranno a parlare ad attenersi all’argomento e non divagare in inutili comizi. Ad ogni iscritto saranno riservati 5 minuti. Prende poi la parola il Comitato che spiega lo spirito e gli obiettivi della chiamata e fornisce come contributo iniziale alla discussione un breve riassunto del Tour in giro per la Sardegna.
I punti all’ordine del giorno di questa assemblea sono il frutto dei numerosi incontri svolti in giro per la Sardegna negli ultimi 2 mesi dai quali è emersa l’esigenza di discutere di:
1) Proposizione di una data imminente nella quale vedersi di nuovo tutti quanti.
2) Comunicazione interna: questo punto è stato proposto perchè ci si vede raramente e spesso le iniziative che vengono proposte sono slegate o poco coordinate tra loro.
  1. Aree d’interesse : il punto è stato proposto per far nascere la discussione sugli ambiti d’interesse delle differenti anime, in modo da coordinare il lavoro informativo e valorizzare l’apporto di ciascuna di esse. Ogni gruppo ha le proprie pratiche e i propri metodi, che vanno dall’azione diretta all’intervento giuridico, e bisogna fare in modo che gli sforzi si uniscano e le iniziative vivano parallelamente senza dissociazioni o prese di distanza.
4) Progettualità a breve termine: Cosa vogliamo fare nei prossimi mesi per superare la frammentazione? Evitare quindi discorsi a lungo termine e concentrarsi quindi sulle iniziative nei prossimi mesi.
Di seguito offriamo una sintesi dei quanto è emerso dalla discussione. Un resoconto più puntuale sarà inviato a tutti per chi non ha potuto partecipare.
A parte qualche intervento che non ha centrato a pieno l’argomento di cui si discuteva, l’assemblea si è svolta in maniera ordinata senza nessuna frizione tra i partecipanti. Sono mancati i contributi di qualche organizzazione presente ed è mancato il contributo dei rappresentanti di alcune zone della Sardegna toccate dal tour, tipo Sarrabus e Giba.
1) proposizione di una data imminente nella quale vedersi di nuovo tutti quanti.
  • prossimo incontro: fine settimana 25/26 giugno o 2/3 luglio. Da stabilire il luogo in base ad esigenze logistiche e di facile raggiungimento da ogni parte della Sardigna, si pensa in ogni caso a un paese a ridosso della 131, al termine della discussione la maggior parte dei presenti propende per il 26.
  1. Comunicazione interna: questo punto è stato proposto perchè ci si vede raramente e spesso le iniziative che vengono proposte sono slegate o poco coordinate tra loro.
  • mailing list piuttosto che fb, drive-archivio multimediale, newsletter, incontri e riunioni e assemblee come questa più frequenti a discapito dei social; oltre all’esigenza di comunicare in sicurezza privacy e riservatezza rispetto alla situazione repressiva. Si propone che un gruppo di persone elabori per il 26 giugno una piattaforma virtuale di comunicazione sicura ed efficace. Fino al 26 giugno si andrà avanti con comunicazione tramite mail multiple
3) Aree d’interesse : il punto è stato proposto per far nascere la discussione sugli ambiti d’interesse delle differenti anime, in modo da coordinare il lavoro informativo e valorizzare l’apporto di ciascuna di esse. Ogni gruppo ha le proprie pratiche e i propri metodi, che vanno dall’azione diretta all’intervento giuridico, e bisogna fare in modo che gli sforzi si uniscano e le iniziative vivano parallelamente senza dissociazioni o prese di distanza.
  • ripartire dai territori
  • ripartire dagli istituti scolastici
  • migliorare i documenti informativi
  • sfruttare la capillarità delle organizzazioni e sollecitare la creazione di nuovi nuclei nei territori dove non siamo presenti
  • completare il tour e raggiungere tutti i paesi della Sardegna
  • studenti contro il technion e le collaborazioni tra le università sarde e Israele
  • Distretto aerospaziale sardo e collaborazione tra università e industria bellica, spacciandola per collaborazione civile (dual use).
  • situazione repressiva: organizzare strumenti di autodifesa per contrastare la controrivoluzione preventiva che lo stato mette in atto contro chi lotta
  • combattere la militarizzazione dei territori
  • approfondire il discorso della militarizzazione dei saperi. Lavoro nelle scuole a partire dalle elementari
  • lavoro…dignità…ricatto occupazionale… ripartendo dall’etica del lavoro e della lotta di classe e si propone uno sciopero generale contro l’occupazione militare
  • gruppo di lavoro per approfondire il legame tra l’occupazione militare e le lotte di liberazione dei popoli (curdo, palestinese, siriano ecc)
  • salute: studi indipendenti epidemiologici e istituzione registro tumori
  • proposta di dossier sulle vittime militari e civili della guerra
  • gruppo di studio sulla storia del movimento sardo contro l’occupazione militare (capire chi siamo, da dove veniamo e non ripercorrere gli stessi errori)
  • La connessione tra esercitazioni in Sardegna, gli scenari geopolitici internazionali e le estreme conseguenze come le migrazioni.
4) Progettualità a breve termine: Cosa vogliamo fare nei prossimi mesi per superare la frammentazione? Evitare quindi discorsi a lungo termine e concentrarsi quindi sulle iniziative dei prossimi mesi.
elenco delle iniziative:
  • 9 giugno: sit-in al tar contro repressione
  • 17/24 giugno: incontri a carbonia e iglesias (rispettivamente) no rwm. la data del 17 è da confermare.
  • 26 giugno: prossima assemblea generale
  • 7 luglio..sa domu: durante il festival di sa domu che si svolgerà dal 7 al 10 luglio, una giornata sarà dedicata alla lotta contro l’occupazione militare.
  • Campagna muraria estiva diretta agli emigrati sardi che tornano e ai turisti.
  • Prima dell’inizio delle scuole è stato proposto un campeggio contro l’occupazione militare in cui si potrebbero discutere tutti gli ambiti di interesse proposti e trovare un momento prima dell’inizio delle esercitazioni per costruire la lotta autunnale, fare autofinanziamento e radicarci in territori che non abbiamo mai toccato.
  • tour nelle scuole attraverso le assemblee d’istituto
      • 5/9 ottobre campeggio no basi
      • Proposte di blocco delle esercitazioni in autunno inoltrato
Queste sono le proposte che hanno contraddistinto l’incontro di Bauladu. Come comitato studentesco siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall’intraprendenza dei partecipanti e dalla mole di interventi che hanno creato un clima di collaborazione, armonico, fondamentale per incominciare quel lavoro coordinato e continuativo utile per includere in questo percorso tutti i territori, paesi, collettivi, comunità e individui.
CONVOCAZIONE 26 GIUGNO ORISTANO
Rispetto ai punti discussi nel precedente incontro ci piacerebbe, a ORISTANO il 26 giugno al Teatro san Martino, proporre il seguente ordine del giorno:
  1. COMUNICAZIONE INTERNA: Sono state proposte nel primo incontro una mailing list o newsletter per la comunicazione nel breve medio termine. Dobbiamo prendere una decisione e darci delle regole sull’utilizzo del mezzo. Creazione un google drive che funzioni come archivio online per inserire documenti, video, dossier ecc ecc ecc.
  2. Individuare all’interno degli ambiti di analisi e intervento dei referenti e dei gruppi infra territoriali che vogliano cimentarsi nella discussione sul medio-lungo periodo, per fare in modo che ci si possa coordinare e produrre informazioni e azioni.
    GLI AMBITI CHE SONO STATI CITATI A IN CUI POTERSI CIMENTARE SONO:
DALLE SCUOLE ELEMENTARI A QUELLE SUPERIORI: Narrazione militarista, alternanza scuola lavoro, orientamento. COLLABORAZIONE TRA UNIVERSITA’ E APPARATO MILITARE: Technion e Distretto aerospaziale sardo. OCCUPAZIONE MILITARE ED ECONOMIA: Il ricatto del lavoro, gli indennizzi, la situazione delle aree e dei paesi intorno alle basi, organizzazione di uno sciopero generale contro l’occupazione militare. OCCUPAZIONE MILITARE E SALUTE: Registro dei tumori, dossieraggio sui morti e malati che hanno prestato servizio nei poligoni. OCCUPAZIONE MILITARE E SCENARI INTERNAZIONALI: connessione con le lotte di autodeterminazione nel resto del mondo, esercitazioni in Sardegna e scenari geopolitici, guerre e migrazioni. COMUNICAZIONE ESTERNA E PROPAGANDA. STORIA DEL MOVIMENTO CONTRO L’OCCUPAZIONE MILITARE: studiare e divulgare una storia dell’occupazione militare in Sardegna, capire chi siamo, dove abbiamo vinto e e dove abbiamo sbagliato per organizzarci in prospettiva
3) PROPOSTE PRATICHE: CAMPAGNA MURARIA ESTIVA + CAMPEGGIO CONTRO L’OCCUPAZIONE MILITARE DELLA SARDEGNA + TOUR NELLE SCUOLE + BLOCCO DELLE ESERCITAZIONI AUTUNNALE.
Comitato Studentesco contro l’occupazione militare della Sardegna