Pa la patria. 26 abbrili 1868: Su Connottu (da “Sardegna: regione o colonia?”)

Nuoro-Su-Connottu1[…] Nel 1868, il Consiglio comunale di Nuoro, formato da non pochi grossi proprietari, decise di vendere ai privati i terreni di “Sa Serra” e il “comunale”, ancora aperti al pascolo libero. I pastori, nel giro di poco tempo, avrebbero dovuto ritirare le greggi che pascolavano in quei territori. Il “piano di lottizzazione” prevedeva la vendita “a rate”: chi avesse fatto domanda per ottenere in proprietà i terreni, avrebbe potuto pagare subito la metà del prezzo pattuito e l’altra metà, come si direbbe oggi, “in comode rate”. Il 26 aprile, avvenne la violenta rivolta de su connottu. Cominciarono una cinquantina di pastori e contadini poveri a manifestare sotto la sede della sottoprefettura di Nuoro. Gridavano a su connottu, vogliamo che si torni al conosciuto, alle terre in comune.

In poche ore i manifestanti diventarono alcune centinaia in marcia verso il comune. Vi fecero irruzione, si impadronirono delle armi della guarnigione e saccheggiarono; i piani di lottizzazione furono dati alle fiamme insieme ai registri dello stato civile. La sommossa cessò solo quando il sottoprefetto, il capo dei carabinieri e il procuratore del re promisero che a su connottu si sarebbe tornati e che il Consiglio comunale si sarebbe dimesso. I laici, anticlericali ma legati mani e piedi al colonizzatore, che se li era comprati con la terra sottratta ai contadini poveri e ai pastori, accusarono i nuoresi poveri di essersi lasciati strumentalizzare dal vescovo di Nuoro, Salvatore Angelo Demartis, intenzionato solo a screditare le autorità civili.

In effetti, sembra che Demartis abbia avuto una parte di primo piano in sa die ‘e su connottu (il giorno del già noto). Nel momento in cui si sentivano derubati dai “laici” e nel momento in cui il vescovo era, per fatti suoi, contro i “laici”, pastori e contadini poveri hanno saputo sfruttare con molta intelligenza politica questa potente alleanza. Né era la prima volta che i pastori si schieravano contro il re piemontese, trovando alleati persino nei feudatari. […]

Tratto da “Sardegna: regione o colonia?” – di Gianfranco Pintore (1974).

Pa la patria. In memoria di Ambrogia Soddu, “Sa monza de domo”. La rivoluzione di Bono nella ricostruzione di Giovanni Spano

bono-comitadu-fedales-72Nel 3 febbraio 1796 Giovanni Maria Angioy fu mandato dal Viceré Filippo Vivalda nella qualità di Alternos per sedare i tumulti del capo settentrionale dell’isola e specialmente nel Logudoro, dove più di 40 villaggi si erano confederati per sovvertire il feudalesimo. Ma egli, constatate le condizioni delle popolazioni in rivolta, prese le difese di queste. Tra le popolazioni rivoltose vi era il villaggio di Bono, paese natio dell’Angioy.

Così il vicerè emanò due pregoni, uno per richiamare i villaggi all’ubbidienza, l’altro per rivolgere le armi contro lo stesso Angioy, mettendo a prezzo la sua testa. Questi pregoni furono mandati per affiggersi nei villaggi sollevati. Si affissero, di fatto, anche in Bono nel 20 giugno, ma furono strappati e bruciati nel piazzale della chiesa suonando le campane a festa.
Venuto meno nel suo proposito, il Viceré creò una commissione militare guidata dai cavv Guiso, Musso, Delrio e da Efìsio Pintor Sirigu, detto “Pintoreddu” che partì da Cagliari il 10 maggio del 1796 per assoggettare colla forza i villaggi sollevati.

La spedizione punitiva, un misto di militari a cui si unirono ladri e delinquenti ai quali era stata promessa la grazia qualora avessero aiutato a sedare la rivolta in atto, arrivò nella zona di Bono da Ozieri il 18 luglio 1796, prese possesso nelle immediate vicinanze del colle della chiesa di San Raimondo, localizzando il quartier generale e i due cannoni al seguito nel piazzale della chiesa stessa, dominante il centro abitato, ma esterna allo stesso.

Intanto i bonesi, la sera stessa nella quale era giunta la commissione composta di 600 uomini tra truppe e miliziani, avevano tenuto un consiglio e considerata che la forza dei regii era imponente venne presa la decisione di abbandonare il villaggio, rifugiandosi alla falda della montagna da dove potevano spiare l’andamento della truppa.
I bonesi nell’abbandonare il villaggio lasciarono le case vuote. Restò sola una donna paralitica, Ambrogia Soddu, che non potè fuggire con gli altri, né la poterono portar con loro, persuasi che i nemici non avrebbero offeso una donna innocua nello stato che si trovava, ma essa fu dai soldati barbaramente uccisa dopo averne saccheggiato la casa.
Nel giorno 20 alle sei di mattina le truppe ed i miliziani entrarono nel villaggio senza resistenza, mentre dal piazzale di San Raimondo si faceva fuoco contro i bonesi che si erano ritirati alla falda del monte da dove rispondevano cogli schioppi sardi e si dice che ferirono molti dei regii.

Intanto veniva saccheggiato il villaggio, sfasciando e rubando tutto ciò che poteva essere trasportato, abusando dei cibi e del vino prelevato dalle cantine. Bevettero al punto che tanti dei miliziani restarono ubriachi per le strade. Una parte di loro invece spogliate tutte le case, togliendosi quanto di buono e di valore trovarono dentro, ripartirono carichi di bottino.

I bonesi intanto stavano sempre alle vedette, aspettando l’occasione di piombare sopra il resto della commissione. La sera del 20 i capi spedizione, partirono verso Ozieri, seguiti dalle truppe e disposero l’accampamento per passare la notte sotto Benetutti, a circa tre chilometri dal villaggio.

Fu allora che i bonesi scesero dalla montagna e inseguirono le truppe raggiungendole nel campo di Anela. Si avventarono d’improvviso contro i soldati, e la prima cosa che fecero fu d’impossessarsi dei cannoni che furono portati in trionfo e collocati nel piazzale della chiesa di San Raimondo.

Così i bonesi per ricordare ai posteri l’impresa, istituirono fin da quell’anno 1796 una festa a San Raimondo, alla quale prende parte il popolo con somma allegrezza, e con tripudio.

Tèmpiu Pausania. Lu Fronte Indipendentista Unidu innant’ a l’ex Palazzina Comando e prugghjetti di sviluppu pa lu paesi

Foto: La Nuova Sardegna
Foto: La Nuova Sardegna

Lu Fronte Indipendentista Unidu riciì cun faori la rezenti dilibbara di lu cunsiddu comunali timpiesu innat’ a la dilazioni pa lu Protocollo di Intesa cu lu Demàniu. Continua la lettura di Tèmpiu Pausania. Lu Fronte Indipendentista Unidu innant’ a l’ex Palazzina Comando e prugghjetti di sviluppu pa lu paesi

Abbanoa. Adiconsum, moduli per “dichiarazione di morosità preventiva” e omesse fatturazioni

abbanoaLa “dichiarazione preventiva di morosità” e l’omessa fatturazioni: due moduli per i consumatori per le segnalazioni alle autority.

Abbanoa nelle nuove fatture ha inserito un riquadro evidenziato in rosso, con quella che noi chiamiamo “dichiarazione preventiva di morosità”.

Dichiarazione con la quale si dichiarano morosi praticamente tutti  i 720.000 utenti di Abbanoa, nessuno escluso! Difatti in tale dichiarazione vengono ricomprese anche somme non pagate perchè oggetto di contestazione ancora in corso, somme non pagate perchè relative a fatture ricevute ma non ancora scadute e somme non pagate perchè relative a fatture predisposte dal programma di gestione dell’azienda ma non ancora inviate all’utente nè, conseguentemente, ricevute dal medesimo utente.
Ritenendo che ogni consumatore abbia il diritto/dovere di segnalare l’accaduto all’AGCM, per facilitare la comunicazione, abbiamo predisposto un modulo (allegato) da compilare, firmare e inviare via mail. Non solo, Abbanoa omette di fatturare a tantissimi utenti per motivi che a tutt’oggi rimangono sconosciuti.

Tutto ciò accade, quasi sempre ma non solo, dopo che l’utente ha inoltrato un reclamo.  L’omessa fatturazione, oltre a creare notevoli disagi agli utenti (famiglie e imprese) è da ritenersi di per se stessa una pratica commerciale scorretta e un mancato rispetto della Carta del servizio. Si pensi a ciò che può comportare per una famiglia non ricevere le fatture per svariati anni e riceverne una comprensiva di tutti i consumi realizzati nel corso del periodo interessato. Oppure per una impresa che deve chiudere i bilanci annualmente. Il tutto andando ad incentivare quello che è il fenomeno della cosiddetta “morosità indotta”, cioè conseguente alle bad practices del Gestore.

Anche in questo caso abbiamo predisposto un modulo da compilare, firmare e inviare via mail, con il quale ogni singolo utente, vittima dell’omessa fatturazione, potrà chiedere l’intervento dell’AGCM e dell’AEEGSI.

L’Adiconsum ha provveduto ad inoltrare la segnalazione, per ambedue i casi segnalati, alle Autority competenti. I due moduli possono essere scaricati dalla pagina Facebook di Adiconsum Sardegna e qui di seguito.

Il Presidente ADICONSUM, Giorgio Vargiu.

– ABBANOA_segnalaz. agcm-aeegsi x omessa fatturazione_mod.1

– ABBANOA_segnalazione agcm x dichiaraz.morosità_mod. 2

Thiesi. Il Fronte Indipendentista Unidu e la lotta contro l’occupazione militare

fiu militareProsegue la campagna nazionale del FIU contro l’occupazione militare. Sabato 18 aprile, alle ore 17:00, nella sala Aligi Sassu a Thiesi si terrà un incontro sull’occupazione militare in Sardigna. Con questa iniziativa e il successivo dibattito, il Fronte Indipendentista Unidu rimarca come fondamentale per la nostra Nazione la radicalizzazione territoriale del dibattito sull’occupazione militare, riproponendo questioni che sono più impellenti che mai come, da sempre, al centro dell’agire politico dell’organizzazione. Proseguiamo nella lotta come da nostro programma politico: dopo l’incontro organizzato a Casteddu lo scorso maggio sul PISQ, passando per la manifestada natzionale di Capo Frasca di settembre e il processo di Lanusei, il Fronte Indipendentista Unidu invita alla partecipazione a questo e a tutti gli altri momenti necessari per poter rendere il più leggibile possibile al nostro popolo ciò a cui viene sottoposta la Sardigna da decenni: predazione ambientale, diseconomie croniche, sottosviluppo, malattie e spopolamento. E’ necessario che quante più parti del nostro Popolo prendano coscienza del fatto che l’occupazione militare è la cartina tornasole di tutto il sottosviluppo della Sardigna; per questo la campagna contro l’occupazione militare non può che essere permanente e strutturata nei territori, come lo è l’opera di sfruttamento della Sardigna che vede nell’industria bellica, addestrativa e sperimentale, il fiore all’occhiello del dominio italiano che opera direttamente con le proprie strutture o garantisce nella sua Colonia la tranquillità degli affari per conto e interesse, ad esempio, della NATO.

Il Fronte Indipendentista Unidu ritiene vitale l’emancipazione del Popolo Sardo dalla schiavitù dell’industria bellica in un percorso di affrancamento complessivo dallo Stato italiano che guardi ad un futuro di Indipendenza e prosperità. All’iniziativa saranno presenti Cesare Contu, relatore del Fronte Indipendentista Unidu, e Gianfranco Sollai, avvocato di parte civile nel processo per disastro ambientale contro il Poligono Interforze del Salto di Quirra.

Fronte Indipendentista Unidu

Tempio Pausania. Triplice omicidio: richiesto il Giudizio abbreviato condizionato a perizia psichiatrica

omicidio tempioSi terrà con le forme del rito abbreviato il processo contro l’unico imputato dell’omicidio della famiglia Azzena-Zanzani, Angelo Frigeri. Successivamente al deposito della consulenza psichiatrica, la difesa di Frigeri, composta dagli avvocati Cocco e Casula, ha ritenuto opportuno richiedere l’ammissione al giudizio abbreviato, condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica. Il Gup, Vincenzo Cristiano, ha accolto la richiesta.

Una prassi difensiva necessaria anche per consentire un chiarimento rispetto alle risultanze della consulenza di parte. Prossima udienza fissata per il 20 maggio, passaggio in cui in cui verrà conferito l’incarico al perito e nel quale le parti si sono riservate la possibilità di nominare dei propri consulenti.

Tèmpiu Pausania. Vutazioni primari di centrusinistra: bistrasciu PD, sigrittàriu zittadinu duppiatu da Antonio Balata

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Antonio Balata

Sarà Antonio Balata lu candidatu sindicu pa lu centrusinistra timpiesu a l’elezioni comunali di fini magghju. Lu candidatu di Tempio Libera – gruppu indippindenti chi in chisti chiti ha chjusu l’accoldu cu lu Partito Democratico pa li primari e la cumpusizioni di una lista unica – duppigghja d’abbeddu l’altu candidatu, Mario Addis, sigrittàriu citadinu di lu Partito Democratico e Assessori a lu Bilànciu. Illi fundadori di Tempio Libera, puru l’Assessori a l’Ulbanìstica di la Ghjunta Frediani, Antonio Addis.

Cun 1030 ‘otti, contr’ a li 485 di Addis, lu pediatra sessant’enne timpiesu, Primmàriu a l’uspidali di Tàrranoa, s’arà a cunfruntà la dì 31 di magghju cu l’ex Assessori di la Ghjunta Cappellacci, Andrea Biancareddu, e lu candidatu pa lu Movimento Cinque Stelle, Nino Vargiu.

Un Partito Democratico a lu sbandu chissu timpiesu, puru cunsidarendi lu passagghju di divess’ elementi PD e di l’amministrazioni Frediani veldi la lista Biancareddu, comu l’ex Assessori a li Trabaddi Pubblichi, Antonio Orecchioni, o la Presidenti di lu Cunsiddu comunali, Maura Castagna.

Sigrittàriu citadinu da mancu di un annu, una sunora bucciatura pa Addis chi, siguramenti, ha pacatu più di cantu pudissia immagghjinà un votu abbaltu a tutti li risidenti timpiesi e, forsi, ha pisatu puru comu l’Assessori agghja curatu la chistioni Tasi.

Scurrimentu innant’ a lu 13% di la zittadinànzia timpiesa, cun più di 1.500 ‘oti. No pocu, ma è diffizzili isprimì un ghjudiziu in chistu sensu pa la mancanzia di alti ‘utazioni primari ulganizzati in chistu modu e, dunca, no ha abbeddu sensu faiddà di “record”.

A un mesi e mezu da lu ‘ottu, s’appruntarà la lista di centrusinistra e lu prugramma e vi sarani di pisà li cunsichenzi di chistu bistrasciu pa lu PD timpiesu: lu candidatu di paltitu ha accoltu mancu prefirenzi di cantu lu PD n’agghja autu in Tèmpiu a l’elezioni di friagghju 2014.

Tempio Pausania. Votazioni primarie di centrosinistra: dèbacle PD, segretario cittadino doppiato da Antonio Balata

Sarà Antonio Balata il candidato sindaco per il centrosinistra tempiese alle elezioni comunali di fine maggio. Il candidato di “Tempio Libera” – gruppo indipendente che in queste settimane ha raggiunto l’accordo con il Partito Democratico per le primarie di centrosinistra e la conseguente composizione di una lista unica – ha doppiato abbondantemente l’altro candidato, Mario Addis, giovane segretario cittadino del PD e Assessore al Bilancio. Tra i fondatori di “Tempio Libera” c’è l’Assessore all’Urbanistica della Giunta Frediani Antonio Addis.

Con 1030 voti contro i 485 di Addis, il pediatra sessantenne tempiese, Primario all’ospedale di Olbia, il 31 maggio si confronterà con l’ex Assessore della Giunta Cappellacci Andrea Biancareddu e con il candidato per il Movimento Cinque Stelle Nino Vargiu.

Un Partito Democratico allo sbando, quello tempiese, anche considerando il passaggio di diversi componenti del PD e dell’amministrazione Frediani verso la lista di Biancareddu, come l’ex Assessore ai Lavori Pubblici Antonio Orecchioni, o la Presidente del Consiglio comunale Maura Castagna. Segretario cittadino da meno di un anno, Addis ha sicuramente pagato oltre le proprie aspettative il voto aperto a tutti i residenti tempiesi, sul quale ha inciso, probabilmente, la gestione da parte dell’Assessore della questione Tasi.

Affluenza pari a circa il 13% della cittadinanza tempiese con oltre 1.500 voti. Non poco, ma non pare molto significato parlare di “record”, in quanto è difficile esprimere un giudizio in tal senso vista la mancanza prima d’ora di votazioni primarie organizzate in questo modo. Ad un mese e mezzo dal voto si preparerà la lista di centrosinistra e il relativo programma; a tal proposito andranno misurate le conseguenze di questa dèbacle per il PD tempiese: il candidato del partito ha raccolto meno preferenze di quante il PD stesso ne abbia totalizzate a Tempio in occasione delle elezioni di febbraio 2014.

http://www.ilminuto.info/sc/2015/04/tempio-pausania-votazioni-primarie-di-centrosinistra-debacle-pd-segretario-cittadino-doppiato-da-antonio-balata/

Tèmpiu Pausania. Palazzina Comando: dapoi di lu cunsiddu comunali infucatu, Frediani vi torrà a pruà

palazzina comando
Ex Palazzina Comando. Foto: La Nuova Sardegna

A Tèmpiu Pausania, lu Cunsiddu comunali ulgenti rimandatu prima di Pasca è cumpritu malt’ a sera, dapoi di folti discussioni innant’ a l’ex-Palazzina Comando e lu scàmbiu cu lu Demanio pa l’ex galera La Rutunda. Trabaddi di lu Cunsiddu puru innant’a alti algumenti impultanti: cunstatà un débitu fora manègghju, lu cambiamentu di lu Prugghjettu di Fabbricazioni pa La Custaglia e chissu Rigulatori pa lu campusantu. No v’è stata discussioni pa mancanzia, un’alta ‘olta, di lu nummaru ligali, cu li minurii chi ani lacatu lu Cunsiddu dapoi dilli intalghi privvisti e li trabaddi innant’ a la Palazzina.

Cun 11 a faori e 10 cuntrari, s’era dezzisu di filmà lu scàmbiu e chistu pa divessi muttii, comu lu pesu dilla dizzisioni illa cumpusizioni e gistioni di lu patrimoniu. Filmà tuttu, dunca, e discuttinni meddu, palchì in paricchji no ‘idini aba com’ abà un pruvvettu pa la cittài di un cambiu di distinazioni – cun mudifichi siguramenti no baratti e irrivribili – innant’ a un frabbicu missu a postu cun tutt’ alti miramenti.

S’è dizzisu cussì di cunghjlà la chistioni diffirèndila all’amministrazioni chi ‘enarà. La pinsata è chi, a un mesi da lu ‘ottu comunali, una dizzisioni cu effetti in un tempu longu andìa presa da ca’, illu mandatu soiu, si faciarà garrigu di la piena scudialtà politica e amministrativa di l’effetti chi sighini.

Chjaramenti, lu scàmbiu cu lu demanio e lu cambiu di distinazioni pa l’ex-Palazzina viniani appugghjati più che altu da lu Sìndicu Frediani, chi ha puru la delega a lu Patrimoniu. In un primmu momentu, s’è pinsatu a li dimissioni di lu Sìndicu cuntrariatu pa lu ‘ottu  di calched’unu di la magghjuria, comu l’assessori Luciano, chi all’ultimu momentu ha ‘uttatu a faori di l’istànzia di lu cunsidderi Marcello Moretto.

É statu cussì cunvucatu un altu cunsiddu comunali pa ogghj 13 abbrili, a li 9:30, pa discuttì e vuttà palesementi li punti no affruntati, ma puru palchì Frediani vò fulzà la manu finz’a turrà a vuttà lu scàmbiu cu lu Demanio. Saria un casu più unicu che raru.

Tempio Pausania. Palazzina Comando: dopo il consiglio comunale infuocato Frediani ci riprova

A Tempio Pausania, il Consiglio comunale urgente rinviato prima di Pasqua si è concluso nella tarda serata di martedì, dopo forti discussioni circa l’ex-Palazzina Comando e lo scambio con il Demanio per l’ex carcere La Rutunda. Lavori del Consiglio anche su altri punti importanti: riconoscimento di un debito fuori bilancio, cambiamento al Piano di Fabbricazione per La Custaglia e quello Regolatore per il cimitero. La discussione non si è tenuta per mancanza, nuovamente, del numero legale, con le minoranze che hanno lasciato il Consiglio dopo le interpellanze previste e i lavori sull’ex-Palazzina Comando.

Con 11 a favore e 10 contrari si era deciso di fermare lo scambio per diverse ragioni, come il peso della decisione nella composizione e gestione del Patrimonio. Fermare tutto e discuterne più approfonditamente, perchè in molti non vedono, ora come ora, la convenienza per la città di un cambio di destinazione – con modifiche sicuramente non economiche e reversibili – dopo il recupero della struttura con tutt’altre finalità.

Si è così deciso di congelare la questione posticipandola all’amministrazione seguente. L’idea è che ad un mese dal voto comunale una decisione che implica effetti nel lungo periodo vada presa da chi, nel proprio mandato, si farà carico della piena responsabilità politica e amministrativa degli effetti che seguiranno.

Chiaramente, lo scambio col Demanio e il cambio di destinazione per l’ex Palazzina vengono sostenuti soprattutto dal Sindaco Frediani, titolare della delega al Patrimonio. In un primo momento si è parlato di dimissioni del Sindaco contrariato per il voto di qualche componente della maggioranza, come l’assessore Luciano che all’ultimo momento ha votato a favore della mozione presentata dal consigliere Marcello Moretto.

È stato così convocato un altro consiglio comunale per oggi 13 aprile, ore 09:30, al fine di discutere ovviamente i punti non evasi, ma anche perché Frediani vorrebbe forzare la mano e rivotare anche in merito allo scambio col Demanio. Sarebbe un caso più unico che raro.

http://www.ilminuto.info/2015/04/tempio-pausania-palazzina-comando-dopo-il-consiglio-comunale-infuocato-frediani-ci-riprova/

Tèmpiu Pausania. Aspittendi li manutinzioni, disaccelti illu silviziu ìdricu a Pasca

 

pagghjoluÉ priiduta e avviltuta cun tempu illi dì passati da Abbanoa la riduzioni di prissioni ill’irrezza idrica da luni chi veni, la dì 13, a chiss’infattu, la dì 20 d’abbrili. Lu muttiu  so li trabaddi pa manutinzioni prugrammati innantu a l’impiantu di limpiatura di l’ea di Pattada. Abbanoa ha rassiguratu chi no vi doaria esse mancanzìa d’ea, grazi’a la rigulazioni di l’impianti di sulleu e accuidotti. Ma lu chi è suzzessu in Tempio Pausania illi ciurrati di Pasca e Luni di Pasca non era siguramenti previdutu.

Da ‘ennari finz’ arimani a notti, l’ea è mancata in divessi cussogghj di la cittài; sabbatu e duminica palticularmenti si so auti li dissilvizi più manni. Uffizialmenti li muttii so sempri li matessi: guasti impruvvisi, e chista ‘olta puru più d’unu in altettanti lochi di lu paesi. Si è veru come è veru chi l’imprevistu po sempri cumbinà e lu Gestori Unicu no lu po’ previdì, è altettantu ‘eru chi chisti so sempri più frecuenti in infrastrutturi idrichi bistrasciati e un’organizzazioni di l’irrezza inetta, cu la magghjuria di l’ea chi si paldi in ghjriolu pa la Saldigna cun dissilvizi e sprechi chi  crescini di mesi in mesi.

Pa la chita chi veni, paricchji in Tèmpiu si dummandani si v’è d’aspittassi più disaccelti di cantu Abbanoa no n’agghja priidutu e, a occhji puru all’annu e mezu passatu,  si la situazioni sarà avveru suttu cuntrollu.

Tempio Pausania. Aspettando le manutenzioni, disagi nel servizio idrico a Pasqua

È prevista ed è stata comunicata nei giorni scorsi da Abbanoa la riduzione di pressione nella rete idrica da lunedì prossimo, giorno 13,  a quello seguente, 20 aprile. La causa sono  i lavori per la manutenzione programmata sull’impianto di potabilizzazione di Pattada. Abbanoa ha rassicurato che non dovrebbero esserci interruzioni del servizio, grazie alla regolazione di impianti di sollevamento e acquedotti. Ma ciò che è accaduto a Tempio Pausania nelle giornate di Pasqua e Pasquetta non era sicuramente previsto.

Da venerdì notte sino a ieri mattina, l’acqua è mancata in diversi circondari della città; sabato e domenica in modo particolare si sono registrati i maggiori disservizi. Ufficiosamente, le ragioni sono quelle note: rotture improvvise e questa volta più d’una in altrettanti punti del paese. Se è vero come vero che l’imprevisto può sempre occorrere e il Gestore Unico non può prevederlo, è altrettanto vero che questi sono sempre più frequenti in infrastrutture idriche disastrose e un’organizzazione della rete inefficiente, con la maggior parte dell’acqua che viene dispersa in giro per la Sardegna con disservizi e sprechi che crescono nel corso dei mesi.

Per la prossima settimana, in tanti a Tempio si chiedono se c’è da attendersi più disservizi di quelli che Abbanoa non abbia previsto e, anche alla luce dell’ultimo anno e mezzo, se la situazione sarà realmente sotto controllo.

http://www.ilminuto.info/sc/2015/04/tempio-pausania-aspettando-le-manutenzioni-disagi-nel-servizio-idrico-a-pasqua/

Cagliari. Fiu su Galletti in Sardegna: basta passerelle degli scendiletto del Colonialismo

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Gian Luca Galletti, con Catia Bastioli e Donatella Spano all’inaugurazione di Matrica (giugno 2014). Foto: La Nuova Sardegna.

L’arrivo in Sardigna del ministro italiano all’ambiente e alla tutela del territorio, Gian Luca Galletti (UDC), oggi martedì 7 aprile, non indica certamente niente di buono. D’altronde, come potrebbe essere diversamente? Sappiamo bene come gli interessi italiani inquadrino le risorse naturali e, in generale, l’ambiente sardo. Da sempre la Sardigna è il banco buono dal quale attingere all’occorrenza o, inversamente ma coerentemente, il deposito dentro il quale riversare le esternalità della produzione industriale italiana. La Storia ci indica chiaramente il ruolo della Sardigna come forziere dal quale attingere e l’importanza – ad esempio – dei boschi e delle foreste sarde nello sviluppo industriale italiano e, in particolare, nel rifornimento di legname e carbone; Camillo Benso Conte di Cavour e i suoi successori questo lo sapevano molto bene. Tuttavia, lo Stato italiano e la predazione ambientale in Sardigna incarnano aspetti piuttosto recenti e la conseguente difesa della nostra Nazione non rappresenta uno sbiadito rigurgito ostile all’unitarietà italiana. Già da allora – purtroppo – la Sardigna ha fornito il ferro per i cannoni e il territorio per addestramenti, esercitazioni e sperimentazioni di ogni genere. È stata la Sardigna la terra delle contrattazioni dell’Italia e dei suoi presunti alleati internazionali; in realtà, come nel caso degli USA, più che un’alleanza vi è stata e vi è tutt’ora una sudditanza nella quale la Sardigna è sempre stata una strategica merce di scambio.

Il colonialismo è oggi ed è più attuale che mai. Se negli anni ’50, in Ogliastra, lo Stato italiano costruiva “pace” e “miracolo economico” deportando letteralmente oltre 25.000 sardi per far spazio a ciò che poi sarà conosciuto come PISQ, la desertificazione odierna in molte aree non ha nulla a che invidiare a quel sottosviluppo indotto. Oggi lo Stato italiano, in gran parte, non ha necessità di utilizzare la forza militare per appropriarsi dei capitali funzionali ai propri interessi strategici, ma si adopera per creare incentivi individuali e ben mirati ad oliare dei centri di potere cruciali alla sua opera di disarticolazione della società sarda, mentre la propaganda è più ruffianamente adulatrice verso i sardi e meno razzistoide che in passato, quando nei quotidiani italiani i sardi venivano descritti come poveretti ai quali l’esercito portava un poco di benessere. Lo abbiamo proprio visto e studiato nell’ultimo mezzo secolo questo grande sviluppo. Abbiamo tanti esempi di questi interessi e delle relative prebende, ben volentieri corrisposte da uno sfruttatore al fine di tener buone alcune piccole parti della società sarda e, tramite queste, perpetuare lo sfruttamento su un’intera Nazione. Ad esempio, in questo senso vanno i 12 milioni di euro annui di indegni e umilianti sussidi alle amministrazioni comunali per le servitù militari che per lo Stato italiano generano affari miliardari o, magari, i noti cantanti italiani che la famiglia Moratti dona gentilmente alla popolazione di Sarroch, tra una pagina di propaganda e l’altra su quotidiani sardi.

Tali affari per l’Italia non possono prescindere dal riversamento di esternalità ambientali sulla nostra Isola. Se l’Italia internalizzasse quei costi sociali e non avesse la possibilità di espellerli su comunità distanti 300 km dal proprio Stato, non ci sarebbero i profitti milionari delle note Finmeccanica. Così si inquadra, sulla nostra schiena, la competitività italiana, storicamente perseguita con lo schiacciamento salariale e l’espulsione di esternalità, più che tramite l’aumento della produttività. Per questo, il DL Competitività (meglio noto come Sblocca Italia) nel 2014 ha sdoganato di fatto il terrorismo: vengono tollerati maggiormente, in alcuni casi di gran lunga, i metalli pesanti nelle aree limitrofe ai Poligoni militari. Del genere inquinamento adiacente ad inquinamento non è reato.

Risultato? Ciò che prima era impattante e potenzialmente letale, e di conseguenza oneroso in termini di bonifica e riconversione, oggi non lo è più perché per gli italiani la soglia di accettazione del rischio si è innalzata per decreto. Decreto votato dai parlamentari sardi del PD vergognosamente giustificati dall’Assessora all’Ambiente Donatella Spano, che nell’ultimo anno si è dimostrata ostile come pochi agli interessi dei sardi e completamente non all’altezza di rivestire un ruolo così delicato. Altrettanto imbarazzante la figura dell’Assessora circa le zone SIN e le dichiarazioni sul sovradimensionamento delle aree inquinate in Sardegna che – a suo dire – creano allarmi ingiustificati e danni di immagine alla Sardigna. Oltretutto, mentre pensa maldestramente a dare copertura alle peggiori malefatte italiane in Sardigna, dimentica di richiedere i danni sull’incidente di Capo Frasca e le decine di ettari andate in fiamme in un’esercitazione dell’esercito tedesco. Come noto, la R.A.S. non ha difatti presentato alcuna richiesta di risarcimento al Ministero della Difesa italiano e notiamo sempre celerità nell’imbonire la popolazione su nuove forme di sfruttamento, come la panacea dei cardi e della chimica biologica a Porto Torres o la presunta trasparenza della propria Giunta circa le decisioni sull’inceneritore di Tossilo.

L’ambiente, per le sue caratteristiche e il rapporto inscindibile con il sistema socioeconomico, è la cartina tornasole dell’impoverimento sistematico della Sardigna. Mentre si continua a credere alla falsa disponibilità di uomini dei partiti italiani in Sardigna – scendiletto di professione come Paolo Maninchedda, Michele Piras, Gianfranco Ganau e, non da oggi, Francesco Pigliaru – lo Stato italiano continua la pantomima sul luogo di stoccaggio delle scorie, dal momento che la lista dei luoghi potenziali individuati dall’ISPRA è stata già consegnata al Governo italiano. Oggi, dopo la recente visita della Presidentessa della Camera Laura Boldrini, lo Stato cerca di indurre i sardi a pensare che ci siano degli interessi in comune tra la Sardigna e l’Italia e l’attenzione di qualche ministro o alto rappresentante dello Stato cerca di distendere la tensione in vista delle amministrative di maggio alle quali saranno chiamate alle urne oltre cento comunità sarde. Mandare in avanscoperta il proprio ministro è utile a ribadire gli equilibri tra potere di Stato e non potere dei colonizzati, i quali, al massimo, potranno bearsi di vedere – persino – un “potente” ministro italiano far finta di interessarsi alle condizioni della Colonia più importante e, magari, rassicurare gli abitanti di quest’ultima in caso di un’eventuale scelta come sito di stoccaggio.

Come sempre i tentativi di pressione nei confronti di rappresentanti unionisti in regione ottengono l’effetto di stringere ancor meglio il guinzaglio da parte del loro padrone continentale. Per questo, e per non veicolare false speranze del nostro popolo in questa gente, non abbiamo partecipato al sit-in di protesta a Cagliari. Come indipendentisti non possiamo organizzare passerelle per i partiti italiani, dobbiamo trovare il modo di unire le nostre forze e opporci al modo vergognoso e scellerato con cui la Nazione viene svenduta sistematicamente. Il Colonialismo è strutturale, non riguarda una o qualche scelta meramente scellerata o poco ponderata: lo Stato italiano in Sardigna avrà sempre l’atteggiamento conquistadores e – scientificamente – non può essere diversamente. Dobbiamo sostenere le popolazioni e i territori affinché non accettino la presenza, e neanche solo l’idea, del Deposito Unico. Il nostro popolo ha già pagato e sta ancora pagando abbondantemente il prezzo di questa “Unità”, come la chiamano loro. Per noi indipendentisti è e rimarrà un’annessione, funzionale ad un sottosviluppo indotto lucroso per gli interessi strategici italiani.

Fintzas a s’indipendèntzia

Fronte Indipendentista Unidu