Sassari, esposto contro AOU e ATS. Movimento Donne Libere aggiunge: “intramoenia durante il Covid-19”

Sassari, esposto contro AOU e ATS. Movimento Donne Libere aggiunge: “intramoenia durante il Covid-19”

Continua la lotta serrata del Movimento Donne Libere per il Diritto alla Salute. Giovedì scorso il Movimento, con il supporto dell’Avvocato Michele Zuddas e come più volte annunciato nelle ultime settimane, ha ufficialmente inoltrato all’attenzione della Procura di Sassari un esposto riguardo la gestione sociosanitaria da parte dell’AOU e l’ATS nelle convulse settimane della fase di blocco per il Covid-19. L’esposto-querela, firmato da numerose donne e uomini, è corredato da diverse memorie autografe relative alla negazione del diritto alla salute. Il tutto è ora all’attenzione della Procura sassarese che dovrà valutare se nei fatti e nelle circostanze riferite si possa o meno ravvisare il reato di rifiuto ed omissione di atti d’ufficio.

Ora, dunque, in Procura finisce nero su bianco quanto già denunciato più volte nel corso delle settimane, ovvero un’interruzione di visite e controlli “sine die” che rischia di pregiudicare drammaticamente le condizioni psicofisiche di pazienti maggiormente a rischio, in modo particolare quelli oncologici e altri gravati da importanti patologie, situazioni in cui il mancato rispetto di urgenza e indifferibilità può implicare conseguenze anche letali. Agli oncologici si aggiungono cardiopatici, nefropatici, diabetici, persone affette da Sclerosi Multipla, Sla e insufficienza respiratoria.

La situazione è in continua evoluzione e a breve giro di posta il Movimento ha sollevato pubblicamente un’altra importante questione che non mancherà di far discutere. Nel corso dei mesi diverse segnalazioni hanno riferito di servizi ambulatoriali della AOU erogati in regime di intramoenia e Féminas Lìberas in Luta pro su Deretu a sa Salude aveva prontamente inoltrato richiesta d’accesso agli atti all’AOU e l’ATS per avere conferma dei fatti.

 “Ad oggi ha risposto l’AOU fornendoci tutta la documentazione richiesta. Si evince chiaramente che ciò che ci era stato riferito corrisponde alla verità: durante il Covid si è fatta l’intramoenia a pagamento, per chi aveva la disponibilità economica di farlo, mentre per gli altri, ai quali erano stati bloccati i controlli di routine, è stato negato l’accesso a tutti i servizi ospedalieri”- riferisce il Movimento in una nota stampa.

“La documentazione – conclude la nota – è stata inoltrata a completamento dell’esposto in oggetto alla stessa Procura, dalla quale abbiamo ricevuto conferma di acquisizione, affinché la stessa valuti se questi nuovi elementi acquisiti possano essere utili a chiarire quanto da noi richiesto nel succitato esposto”.

Link alla pagina Facebook del Movimento: urly.it/378kf

Al link https://www.youtube.com/watch?v=EJ-HRFVRsNo l’edizione del 16 luglio di TG12 dell’emittente sassarese Canale 12 dove si parla dell’integrazione all’esposto in relazione ai servizi a pagamento erogati durante il lockdown e la successiva replica dell’AOU. Servizio a partire dal minuto 03:35.

Qui l’intervista rilasciata da alcune aderenti al Movimento all’emittente italiana Radio Onda Rossa di Roma https://www.ondarossa.info/newsredazione/2020/07/sardegna-donne-denunciano-lintramoenia

Tempio, “Come l’argilla”: domani a Lu Curosu laboratorio con Maria Grazia Tuveri

Tempio, “Come l’argilla”: domani a Lu Curosu laboratorio con Maria Grazia Tuveri

Domani, a partire dalle ore 09:30, nella suggestiva cornice di Lu Curosu è in programma una sessione di arte terapia con Maria Grazia Tuveri, arte terapeuta che guiderà un incontro esperienziale con l’utilizzo dell’argilla quale strumento espressivo e comunicativo.

“La manipolazione dell’argilla riporta ad un vissuto ancestrale di contatto con la materia e “creazione”. Quando plasmo l’argilla, l’argilla plasma me” – dichiara Tuveri. Al termine dell’esperienza ci sarà una breve presentazione delle attività della scuola di arte terapia Assisi-Sassari e alle 12:30 è previsto un “aperi-pranzo” conclusivo nella splendida cornice del B&B Meladormo, località Lu Curosu – Pischinaccia.

Maria Grazia Tuveri nasce a Oristano nel 1975, si diploma al Liceo Scientifico, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Sassari e nel 2000 si laurea in Pittura con una tesi che indaga l’aspetto psicologico della “visione” umana, l’alfabeto Braille diviene il suo segno pittorico.

‌Successivamente consegue il master triennale in arte terapia ad orientamento psicofisiologico integrato, presso A.E.P.C.I.S. (Associazione Psicofisiologi Clinici per l’integrazione sociale)


Per info e prenotazioni 3495380928. Per approfondimenti www.mariagraziatuveri. it

Macomer, CPR: pestaggi, psicofarmaci e il controllo dei controllati. Martedì 7 luglio sit-in alla Prefettura di Nuoro

Macomer, CPR: pestaggi, psicofarmaci e il controllo dei controllati. Martedì 7 luglio sit-in alla Prefettura di Nuoro

Leggi anche: https://www.asceonlus.org/comunicato-di-asce-sardegna-e-lasciatecientrare-continua-latteggiamento-omertoso-delle-autorita-sul-cpr-di-macomer/

Sin da quando è stato aperto il C.P.R. di Macomer stiamo cercando di dare il nostro contributo alla costruzione di un movimento ampio e trasversale, che si opponga in maniera netta e senza compromessi all’esistenza di campi di concentramento per migranti da deportare, e all’inevitabile clima di violenza, sopruso e omertà che accompagna il funzionamento di queste strutture. Lo spazio in cui mettere assieme questo sforzo collettivo è l’assemblea No CPR né a Macomer né altrove, una comunità solidale che si intende mettere al fianco delle persone internate e sottoposte a un regime di reclusione insensato e brutale.

A fine gennaio del 2020 lo Stato italiano nelle vesti della Prefettura di Nuoro, con il consenso dell’amministrazione di Macomer, ha deciso di aprire nella stessa città un C.P.R., ovvero un Centro di Detenzione e Rimpatrio, una struttura atta a rinchiudere gli immigrati irregolari, attualmente gestito della società privata Ors Italia. Questa decisione si è dimostrata quanto mai infelice: da subito hanno cominciato a verificarsi “incidenti” all’interno del C.P.R. che si traducono in ambulanze che vanno e vengono da Macomer al pronto soccorso di Nuoro o a quello di Sassari.

Risse, ferimenti, tentativi di suicidio, atti di autolesionismo e molto altro hanno continuato a susseguirsi in tutti questi mesi: ricordiamo l’episodio che ha visto protagonista uno dei prigionieri, che esasperato dal rinvio del suo rilascio dalla struttura è salito su un muro per urlare il suo desiderio di libertà precipitando poi giù. Ancora pochi giorni fa, un uomo si è cucito la bocca con ago e filo, e a questi episodi si aggiungono gli scioperi della fame e i tanti momenti di una rivolta ininterrotta all’interno del C.P.R. che porta spesso le persone rinchiuse a salire sul tetto della struttura in segno di protesta per condizioni di vita disumane.

Dalla viva voce delle persone recluse abbiamo la certezza del superamento del limite di detenzione per alcuni, abbiamo notizie di violenze da parte delle forze di sicurezza, di cibo non buono, della continua somministrazione di psicofarmaci e visite mediche scarse e superficiali. Abbiamo ricevuto richieste di beni di prima necessità assenti all’interno e ci è stato raccontato dell’ingiustizia di non poter stare davanti al giudice di pace che decide della loro vita e della quasi impossibilità di comunicare con l’esterno. Queste violenze sono all’ordine del giorno per chi è rinchiuso in un C.P.R. colpevole di essere immigrato/a irregolare. Tortura legalizzata oltre la legge!

La Prefettura di Nuoro che è responsabile di questa prigione rifiuta di esporsi, mantenendo un totale silenzio stampa circa la questione. Ostacola qualunque tentativo di comunicazione con l’esterno, rimane indifferente davanti alle rivendicazioni delle persone costrette all’interno. Lo Stato si nasconde dietro a un dito di fronte a questo lager legalizzato. Il silenzio assordante è rotto solo dalle sirene delle ambulanze, dalle urla e dai rumori degli abusi e dei pestaggi che arrivano dall’interno, di cui gli abitanti della zona di Bonu Trau sono testimoni. Un comportamento che in altra sede meriterebbe l’apertura di un’inchiesta.

Il C.P.R. è una voragine di violenza e vessazione in cui la legge scompare per fare spazio alla tortura e alla coercizione ed è per questo che come assemblea No CPR né a Macomer né altrove, abbiamo deciso di indire un presidio, invitando tutte le realtà, associazioni e individui/e con l’intento di portare sotto la Prefettura di Nuoro le nostre domande e le nostre richieste di chiarimenti e spiegazioni, finora rimaste inevase e inascoltate.

Invece di rispondere di ciò che succede nel C.P.R., a noi come alla stampa, la Prefettura preferisce costruire una farsesca parodia del controllo democratico a proprio uso e consumo, scegliendo accuratamente quali visitatori accettare o escludere dalla struttura, avvocati compresi, circondando qualsiasi visitatore gradito con un codazzo di controllori, nel migliore stile di qualsiasi regime totalitario, nominando infine un fantomatico gruppo di controllo composto interamente di soggetti coinvolti nella creazione e gestione del centro. Ricordiamo infatti che fanno parte del gruppo dei “controllori” gli stessi soggetti che andrebbero invece controllati (Prefettura ed ente gestore), che compongono l’organismo assieme agli altri due responsabili della nascita del C.P.R. (Regione e Comune di Macomer).

Abbiamo deciso di incontrarci il giorno 7 luglio alle ore 17:30 davanti alla Prefettura di Nuoro in via Deffenu 60. Durante il presidio raccoglieremo donazioni per l’acquisto di schede telefoniche da utilizzare all’interno del C.P.R. di Macomer per agevolare le persone recluse all’interno a comunicare con l’esterno, soprattutto con familiari e legali.

Chiediamo gentilmente a chi parteciperà di indossare le mascherine durante lo svolgimento del presidio e di mantenere la distanza di sicurezza.

Per info e/o adesioni contattare: nocprmacomer@distruzione.org

Assemblea No CPR né a Macomer né altrove

ASCE Sardegna

LasciateCIEntrare

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