Cagliari. Incontro con il regista Silvano Agosti

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Cagliari incontra il regista Silvano Agosti

Martedì 5 aprile la città di Cagliari incontrerà il regista Silvano Agosti per la proiezione del suo ultimo film, “Il Fascino dell’Impossibile”. Appuntamento a partire dalle 17.00 nei locali della Cineteca Sarda della Società Umanitaria in Viale Trieste 126 con “Dall’impotenza alla creatività”, seminario che affronta il tema della diversità e delle mille gabbie mentali che la società impone sul singolo individuo.
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Massama. Prosegue lo sciopero della fame dei detenuti

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SCIOPERO DELLA FAME DETENUTI DI MASSAMA (ORISTANO)

Da 20 giorni i detenuti del carcere di Massama, vicino Oristano, sono in sciopero della fame: il vitto viene rifiutato e mandato indietro ed è stato consegnato un elenco delle richieste dei detenuti per migliorare le condizioni di vita nel penitenziario. Al momento in cui scriviamo, i detenuti non hanno ricevuto alcuna risposta alle loro richieste. Da tempo i detenuti di Massama, struttura aperta tre anni fa all’interno del Piano carceri, denunciano la mancanza di servizi, la chiusura della palestra, la presenza in cella di più detenuti oltre il numero previsto dalle normative e la mancanza di risposte dall’Istituto, in modo particolare da un direttore totalmente assente.

Tempio. Il FIU: per Lu Pagghjolu l’Alta Gallura non può più aspettare


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Lu Pagghjolu: immobilismo dei Lavori pubblici, l’Alta Gallura non può più aspettare

Il Fronte Indipendentista Unidu apprezza gli interventi alle infrastrutture idriche da parte dall’amministrazione comunale in Località La Traessa. Tuttavia, riteniamo di ricordare alla cittadinanza e agli assessorati competenti, locali e nazionali, che Tempio e l’Alta Gallura aspettano investimenti annunciati e necessari ben più sostanziosi. Continua la lettura di Tempio. Il FIU: per Lu Pagghjolu l’Alta Gallura non può più aspettare

Carbonia. Al via nel Sulcis il progetto Caffè Alzheimer Itinerante

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È stato inaugurato lo scorso 15 marzo a Carbonia il progetto “Caffè Alzheimer itinerante. L’arte di non farsi solo“; un progetto ideato da GeRoS, Onlus specializzata in servizi e ricerca in Gerontologia e Psicogeriatria. Continua la lettura di Carbonia. Al via nel Sulcis il progetto Caffè Alzheimer Itinerante

Serdiana. “Sleghiamoli subito!”: film, libri e dibattito sull’inciviltà della contenzione

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“Sleghiamoli subito!” – É questo il titolo dell’incontro pubblico in programma oggi a Serdiana, alle ore 17:00 nei locali della Comunità La Collina, in località S’Otta.

Un momento di confronto sul tema della contenzione in ambito medico-assistenziale, pratica talvolta mortale che nonostante la chiusura dei manicomi si rivela un problema quanto mai attuale. Evento organizzato dall’associazione Malik all’interno della settima edizione de I libri aiutano a leggere il mondo, in collaborazione con varie realtà associative impegnate sul tema della privazione della dignità umana, tra cui l’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale (UNASAM) e l’Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica (ASARP). Si inizia con la proiezione del film 87 ore, regia di Costanza Quatriglio, che racconta e indaga sulle ultime ore di Franco Mastrogiovanni, maestro di cinquantotto anni, deceduto dopo quattro giorni di contenzione nel servizio psichiatrico di Valla della Lucania nell’estate del 2009. Stessa sorte toccata nel 2006 a Giuseppe Casu, di Quartu Sant’Elena, presso il servizio psichiatrico dell’ospedale “Santissima Trinità” dopo una settimana di fasce. A seguire la presentazione del libro E tu slegalo subito, di Giovanna De Giudice, e il dibattito coordinato da Roberto Loddo, Presidente della conferenza regionale volontariato e giustizia della Sardegna. Interverranno nel confronto: Luigi Manconi, Presidente della Commissione diritti umani del Senato; don Ettore Cannavera, fondatore della Comunità La Collina; Giovanna Del Giudice, Presidentessa della conferenza permanente salute mentale nel mondo F. Basaglia; Valentina Calderone, direttrice dell’associazione A Buon Diritto; Natascia Casu, figlia di Giuseppe Casu e rappresentante del comitato Verità e Giustizia per Giuseppe Casu e Gisella Trincas, Presidentessa UNASAM, l’unione nazionale delle associazioni per la salute mentale.

http://www.ilminuto.info/2016/03/a-serdiana-sleghiamoli-subito-film-libri-e-dibattito-sullincivilta-della-contenzione/

Libia. Il FIU: disobbedienza civile per una Saldigna indisponibile alla guerra

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Appello a dichiarare la Sardigna terra di pace e indisponibile alla guerra!

L’Italia, complice di un’operazione neocolonialista, sta per entrare in guerra. Il capo del Governo italiano ha firmato il 10 febbraio un decreto immediatamente secretato su un possibile intervento in Libia e pochi giorni prima c’è stata una clamorosa fuga di notizie dal Wall Street Journal sulla disponibilità dell’Italia di fornire la base di Sigonella per i droni americani e per inviare un contingente di cinquemila soldati.

Sappiamo tutti ormai che la guerra in Libia c’entra poco o nulla con la guerra al terrorismo islamico. Persino il giornale della Confindustria (Il Sole24ore, 6 marzo 2016) ammette candidamente che “la Libia è un bottino da 130 miliardi di dollari subito e tre-quattro volte tanto nel caso che un ipotetico Stato libico, magari confederale e diviso per zone d’influenza, tornasse a esportare come ai tempi di Gheddafi” e che lo Stato italiano ha grossi interessi da difendere, a partire dalle commesse dell’ENI che oggi controlla quasi tutti i traffici petroliferi.

Una guerra quella libica, cominciata perché il governo di Gheddafi intendeva avviare il processo per una moneta panafricana e portare a termine il processo di decolonizzazione, in particolare dalla Francia. Processo di emancipazione che fu stroncato a suon di bombe e con un flusso impressionante di armi ai terroristi islamici cantati anche dalla “sinistra” italiana come “ribelli democratici”. Il risultato è una guerra per bande sanguinaria che ha portato la Libia da paese in via di sviluppo a stato distrutto dalla guerra ed ostaggio dell’imperialismo europeo e nordamericano, esattamente come lo sarebbe la Siria senza la resistenza siriana e curda e senza il sostegno della Russia.

Veniamo però al punto che ci interessa come sardi e sarde:

La nostra terra è occupata dall’esercito italiano e dai suoi alleati NATO. Siamo in pratica una portaerei e dall’aeroporto militare di Decimomannu sono per l’appunto partiti i caccia francesi che hanno devastato la Libia.

Il governo Regionale, se fosse reale espressione degli interessi dei sardi, dovrebbe dichiarare solennemente e unilateralmente la propria indisponibilità alla guerra, la propensione alla pace e all’amicizia tra i popoli e diffidare chiunque dall’utilizzo di qualsiasi infrastruttura presente nell’isola e dall’utilizzo dello spazio aereo, terrestre e marittimo della Sardegna a scopi bellici.

Il Fronte Indipendentista Unidu rivolge un accalorato appello a tutti gli indipendentisti, ai pacifisti, agli antimilitaristi, ai sinceri democratici, agli ambientalisti e a tutte le forze libere dalle logiche guerrafondaie e imperialistiche per un’ampia mobilitazione che non escluda anche l’utilizzo di pratiche per la disobbedienza civile e l’interruzione delle attività belliche.

Fronte Indipendentista Unidu

Sos fascistas noos narant: “ma cale sardu, we need English” (di Cristiano Sabino)

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“Ma cale sardu? We need to learn English” est divènnidu su slogan polìticu de sos fascistas noos in Sardigna chi impreant sa “logica benaltrista” pro destruire sos deretos de sos sardos.

E non semus faeddende de cussos cun sa camisedda niedda e s’ògiu de rìtzinu, ca pro como no tenent perunu bisòngiu de impreare sa fortza fìsica e sas bestimentas litorianas. Tando custa gente no est propriamente fascista a sa manera ideològica, totus chi la si podet agatare in partidos diversos, fintzas autonarados sovranistas o de manca.

Unu giornalista at impreadu custu slogan mesu in sardu e mesu un inglesu pro pònnere in farsa sa pelea polìtica pro s’impreu istitutzionale de sa limba sarda in sos addòbios de sas eletziones casteddajas. L’at fatu probabilmente pro andare contra a sa lista tzìvica “Cagliari Città Capitale” (indipendentista e de manca) ca isse puru est candidadu, ma sa chistione chi nos pertocat est un’àtera.

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Custu cristianu at tocadu unu puntu sensìbile de sa mentalidade colonizada de sos sardos, custu de su “benaltrismu” italianu, chi est s’ideologia de unu fascismu nou e trasversale, chi est creschende in Sardigna.

Su benaltrismu coloniale est sa manera de minuire sos deretos, sas richesas e sos progetos de sos sardos isfrutende sos giassos comunes prus meschinos e ignorantes, e impreende una lògica basada supra a s’aut-aut (tipu imparare s’inglesu o imparare su sardu).

Est ladinu chi nemos at mai naradu chi non bisòngiat imparare s’inglesu o àteras limbas istrangias e nemos pensat chi s’inglesu non siat de importu mannu.

Ma pro ite sos catalanos o sos bascos, solu pro fàghere un’esèmpiu, imparant tres o bator limbas diversas e ischint faeddare sa limba issoro e s’ispagnolu mègius de sos ispagnolos matessi?

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Ca chie creschet alleghende prus limbas est prus abbistu e imparat mègius sas limbas istràngias.

Sos fascistas noos ischint custas cosas ca las ischint totus, ma a issos no importat arresonare o si nche cunfrontare cun àteras opiniones, issos si nche cherent impònnere pro otènnere cadreas de cumandu e giassos de poderiu dae su sistema coloniale.

Est una manera de arresonare e de fàghere polìtica fascista in sas raighinas, ca cheret cantzellare sas positziones diversas e no previdet acordos diplomàticos e mediatzione peruna. Si binchent issos su sardu si nche morit e pro custu issos benint premiados cun reconnoschimentos econòmicos polìticos e culturales.

Custa manera de pensare l’agatamus in totue e est mègius a fàghere carchi esèmpiu pro cumprèndere comente si movent sos fascistas noos chi impreant su “benaltrismu” pro fàghere carriera intro a su sistema coloniale. Non sutzedet totu sas dies de intèndere custas tontesas comente unu loop in discoteca:

– Ma cale Istòria sarda? Bisòngiat ischire cussa Romana e cussa de s’Itàlia, ca si nono est tempus pèrdidu!

– Ma cales bonìficas e cale ambiente? Est mègius si nche leare unu tumore chi èssere sena traballu!

– Ma cales partidos indipendentistas coerentes? Est mègius seberare partidos prus mannos pro cambiare sas cosa dae s’internu!

– Ma cale gherra a sas bases militare? Totus ischint chi custas bases oferint traballu!

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Si podet sighire de gasi fintzas a s’infinitu, ma sa manera de arresonare est semper sa matessi, e tando custa lògica binària rughet in s’aut-aut.

A un’ala sos deretos e sas resursas de sos sardos, a s’àtera sos bisòngios de sos colonialistas chi cherent àere un’ìsula lìbera dae resistèntzias culturales, tziviles, polìticas e econòmicas.

Bisòngiat de ischire chi bi nd’at meda de sardos chi la pensant de gasi, o pro mègius nàrrere, b’at meda sardos cunditzionados dae custa manera de bìdere sas cosas e de gente chi isperat de otènnere carchi cadrea o traballu e si cunformat a sos giassos comunes dominantes.

Su chi devimus detzìdere est si nche nos cherimus adatare fintzas nois a su “benaltrismu” fascista e colonialista, o si nos cherimus organizare in unu fronte in cumone, e in su matessi tempus organizare custos chi la pensant in una manera diversa pro collire prus fortzas e contare de prus.

Casteddu. Repressione, il FIU: lo Stato italiano vilipende il Popolo sardo

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Casteddu. Repressione ai patrioti de Sa Domu. Il FIU: lo Stato italiano vilipende il Popolo sardo

Il FIU: Solidariedade a sos cumpanzos de su movimentu contra a s’ocupatzione militare

I carabinieri italiani hanno perquisito le abitazioni di diversi attivisti del movimento contro l’occupazione militare su disposizione del sostituto procuratore Guido Pani.

Le accuse sono realmente inquietanti e ci riportano indietro nel tempo al clima delle leggi speciali e dei colpi di stato striscianti: “vilipendio alle forze armate” e “divulgazione in uso esclusivo di ufficio”. Due accuse ridicole che non siamo disposti a riconoscere.

Alla prima accusa è facile rispondere. L’unico vilipendio e oltraggio quotidiano in atto in Sardegna, è quello rivolto al popolo sardo da parte dello Stato italiano, dell’Esercito Italiano e dei suoi gangli politici seduti in Regione, responsabili della sottrazione di enormi aree di terra, di cielo e di mare per fini ed interessi politici ed economici completamente estranei e contrari ai nostri interessi nazionali, e però funzionali alle logiche di guerra e di saccheggio del blocco NATO.

Sulla seconda accusa verrebbe spontaneo chiedersi perché tali documenti, evidentemente di notevole importanza, erano in mano degli attivisti.

È chiaro il nervosismo delle cosiddette forze dell’ordine italiane, dal momento che non riescono in alcun modo ad arginare la crescita del movimento contro il colonialismo e l’occupazione militare, che ha portato nel novembre 2015 a bloccare temporaneamente le più grandi esercitazioni NATO degli ultimi 30 anni.

Solidariedade prena e non cunditzionada a is cumpàngios corfidos!