Roghi in Sardegna, il FIU: “urgente una Commissione regionale d’Inchiesta”

Roghi: urgente una Commissione regionale d’Inchiesta

È un’estate drammatica per quanto riguarda gli incendi in Sardegna, dal nord – quasi 900 gli ettari interessati a Luras – al Sud – oltre 1.500 quelli in fumo a Villanovatulo e Sinnai, solo per citarne alcuni. Quello dei roghi – prevalentemente dolosi – è un fenomeno poco indagato nel corso degli anni che ha avuto in Sardegna andamenti altalenanti: valori più contenuti in alcuni anni, picchi in altri come nel 2007 e 2009 (oltre 12.000 ettari per anno, elaborazioni Sardinian Socio-Economics Observatory su dati EUROSTAT). Oltre ai casi specifici come quello di Luras, riteniamo doveroso chiarire alcuni aspetti generali sui roghi.

Si è da più parti parlato, a ragione, di prevenzione, di sensibilizzazione – riteniamo specialmente nelle scuole – e di maggiori investimenti in mezzi e persone. Elementi certo condivisibili ma non sufficienti a – se non far scomparire – ridurre drasticamente il numero di ettari in fumo ogni anno. Il fenomeno roghi è ormai, pur con una certa variabilità, un elemento strutturale e come tale va considerato: questo significa prima di tutto indagare approfonditamente il fenomeno in esame.

La situazione è molto complessa, dalla prevenzione, allo spegnimento e alle bonifiche. Nel caso di Luras, per esempio, è doveroso richiamare l’attenzione su un problema che non ha toccato la maggior parte degli altri roghi nella Nazione: lo spegnimento con milioni di litri di acqua marina raccolta per due giorni dalla costa di Arzachena. Un danno enorme per il territorio che ripropone in chiave antincendio la più ampia emergenza idrica in un territorio nel quale, spesso, vediamo svuotare i laghetti antincendio (vedi Limbara), dove la Diga di Lu Pagghjolu sversa milioni di metri cubi verso la zona costiera per ottemperare a siccità e maggior carico turistico e la Diga del Liscia presenta livelli minimi e spesso al di sotto del limite di guardia.

Ribadiamo, dunque, la necessità di studiare approfonditamente il fenomeno, su tutto il territorio nazionale e far luce su qualsiasi tipo di conflitto di interesse e opportunismo che favoriscano i roghi, in quanto ne concretizzano i relativi interessi sottostanti. Che vi siano forti interessi economici sui roghi è pressoché opinione unanime, ma è necessario circostanziare l’interesse che muove la mano del “piromane”. Tra l’altro, nell’immaginario collettivo, purtroppo, troppo spesso il “piromane” ha un inquadramento da profilo psichiatrico. Insomma, si tende con poca lucidità a non avere uno sguardo d’insieme, nonostante appaia evidente un interesse esteso e capillare, con un micidiale coordinamento nella macchina dei roghi che ogni estate si mette in moto. Insomma, i mandanti e chi veramente lucra sui roghi, dal loro spegnimento, dagli incentivi antincendio, all’utilizzo successivo del territorio interessato, sono persone tutt’altro che scoordinate e irrazionali. Questo è urgente appurare, secondo il vecchio adagio che raccomanda di “seguire i soldi”.

Indubbio, poi, che il sistema antincendio vada riorganizzato e l’opportunismo stroncato alla radice. Difatti, come indipendentisti già a fine 2013 nel nostro programma avevamo dedicato una parte apposita alla questione roghi dove si chiedeva il “potenziamento dell’apparato antincendio mediante l’acquisto (e non l’affitto costosissimo) da parte della RAS di aerei Canadair ed elitancker”.

Abbiamo appreso lungo il mese di luglio come l’estrema destra italiana, nella persona di Giorgia Meloni, abbia invocato con la solita retorica forcaiola e massima superficialità la “certezza della pena” (per attribuire una pena occorre un processo e per un processo occorre un imputato) nonchè “pene esemplari”, posizioni anticipate anche da una parte dell’indipendentismo e riprese in seguito anche da La Destra di Storace. Riteniamo strumentale, inefficace e molto pericolosa tale impostazione incentrata sul deterrente penale. Oltretutto, nel 2014, ad esempio, lo stesso partito italiano “Fratelli d’Italia” chiedeva per le aree colpite dai roghi unicamente denari e l’istituzione addirittura dello “stato di calamità naturale” in modo che i primi affluissero più velocemente e in modo consistente.

Questo implica per chi ha un minimo di conoscenza della lingua italiana il fatto che si stava implicitamente escludendo l’aspetto doloso, riconducendo i roghi al caso, al fato, all’incidente e alla successiva pioggia di denari pubblici per ristorare il danno. Oggi è molto più comodo invocare “il Governo affinché faccia chiarezza sulle responsabilità e agisca rapidamente con il pugno di ferro”, nonostante gli stessi partiti italiani non avessero molto a che dire quando nel 2009 si raggiungeva il massimo livello di ettari in fumo.

Sul versante prevenzione, riteniamo si debbano distinguere due forme di prevenzione. La prima vera e propria prevenzione, al di là della questione educativa e di sensibilizzazione, è quella di estirpare cattive pratiche come discariche abusive e abbandono di rifiuti in genere, con le autorità competenti che, inoltre, spesso latitano sul fronte delle normali prescrizioni antincendio. Chi si occupa di roghi e tutela del territorio sa bene che molti roghi totalizzano centinaia di ettari in fumo proprio perché nel triste tragitto in boschi, campagne e cigli delle strade vengono incendiati cumuli di rifiuti di ogni genere. Storicamente, ad esempio, questa è una delle cause che alimentarono in modo determinante il feroce incendio di Curragghja a Tempio nel 1983. Oltre a questo segnaliamo, a livello generale, come un terzo dei Comuni sardi non sia dotato di un piano antincendio.

Il Fronte Indipendentista Unidu ritiene, innanzitutto, superficiale l’atteggiamento della Giunta Pigliaru che con decine di roghi e migliaia di ettari in fumo si pronuncia limitandosi a bearsi dell’efficienza della macchina degli interventi, annunciando nuovi finanziamenti: lo spegnimento incendi come opera di propaganda. Riteniamo, dunque, urgente che il Consiglio regionale della Sardegna si impegni senza indugi e si assuma le responsabilità del caso. Se è vero che tutti hanno a cuore scardinare la rete degli interessi incendiari che tiene sotto scacco la Sardegna, allora il Consiglio tutto deve istituire senza indugi una Commissione di Inchiesta sui roghi in Sardegna.

Tale Commissione ha un enorme valore tecnico e politico. Tecnico perché può raccogliere ed elaborare una serie di dati e informazioni da varie fonti per ricostruire con precisione “il mondo dei roghi”. Politico perché nel caso non proceda efficacemente, o peggio si verifichino tergiversamenti od ostruzionismi di vario genere, questa sarà una grande responsabilità che i componenti della Commissione si assumeranno di fronte a tutto il Popolo sardo, responsabilità che certamente non mancheremo di attaccare in qualsiasi modo.

A Fora.Campagna muraria contro l’occupazione militare: 130 paesi, verso il campeggio di settembre e un autunno caldo

Calangianus-Luras

Campagna Muraria contro l’occupazione militare: 130 paesi raggiunti, verso il campeggio e un autunno di lotta!

Nella prima settimana di Agosto, l’Assemblea Generale sarda contro l’occupazione militare, ha affisso manifesti e svolto volantinaggi in zone strategiche, nei paesi e nelle località di mare. I manifesti presentano scritte in sardo, inglese, italiano come “A FORAS“, “military bases, get out!” “LIBERAMUS SA SARDIGNA” e “we are fighting for the freedom of our land“. Un messaggio dei sardi per i loro conterranei, per gli emigrati che tornano per l’estate e per gli stranieri che giungono sulla nostra isola. Davanti all’Italia, la Nato e i loro alleati che continuano a preparare le loro guerre nella nostra terra questo vuole essere un messaggio di lotta di un popolo che sceglie da che parte stare. Un messaggio determinato, verso l’obiettivo comune: la fine delle esercitazioni, lo smantellamento totale dei poligoni e delle basi militari che per troppo tempo hanno inquinato e devastato i nostri territori. E’ tempo che i Sardi si riprendano ciò che gli spetta: la loro terra. Nel territorio Sardo è presente il 66 % del demanio militare Italiano. Si parla di 35mila ettari suddivisi fra circa 170 installazioni militari, tra le quali spiccano i 3 poligoni più grandi d’Europa (Quirra, Teulada, CapoFrasca) Sessanta anni di danni all’ambiente, alla salute delle popolazioni limitrofe alle basi, e all’economia del territorio non possono più essere ignorati. Non si può più restare passivi davanti alle zone ormai irrimediabilmente compromesse, ai dati su tumori e mortalità, davanti ad un’economia drogata di indennizzi e ricatti occupazionali. La lotta contro l’occupazione militare della Sardegna è sempre stata una costante, ma abbiamo deciso di cambiare rotta, di provare a renderla davvero incisiva. Dopo un anno e mezzo di mobilitazioni, dall’ingresso al poligono di Capo Frasca nel settembre 2014, all’interruzione dell’esercitazione Trident Juncture a Teulada, tante anime del movimento contro l’occupazione militare della Sardegna hanno scelto di costruire un percorso condiviso e continuativo, che possa dare voce a tutti i territori della nostra isola e che ha l’ambizione di riuscire a far fare a questa lotta dei significativi passi avanti, tenendo presenti sempre gli obiettivi comuni a tutti: la chiusura e bonifica delle basi militari. Il 2 giugno nell’Assemblea generale Sarda di Bauladu, e negli incontri successivi di Oristano e Lanusei abbiamo deciso dare avvio alle fasi di studio, informazione, radicamento che rilancino le prossime iniziative di lotta comuni. Questa campagna muraria è stato il primo passo, e sarà arricchita dall’iniziativa “Un murales in ogni paese, un murales in ogni quartiere” a partire da quest’ultima fase dell’estate. La seconda tappa arriverà fra il 7 e l’11 settembre con AFORASCAMP 2016, il campeggio contro l’occupazione militare della Sardegna, che si svolgerà presso il bosco di Selene a Lanusei. Momento di confronto, studio e analisi collettiva, sarà il primo vero banco di prova di quello che aspira a essere il movimento che andrà a combattere la prepotente presenza dei militari in Sardegna, rilanciando già da subito, con la nuova assemblea generale del 10 settembre, gli appuntamenti di lotta per il prossimo autunno. Sa luta no si firmat. A FORAS!

sito web: aforascamp2016.noblogs.org

mail: aforasmilitaris@autistici.org

pagina facebook: aforascamp2016

Più di 1500 manifesti sono stati affissi in più di centotrenta tra comuni, paesi, frazioni, località turistiche, stazioni, porti e aereoporti della Sardegna:

Aggius, Alghero, Arborea, Arzachena, Assemini, Badesi, Baratili S.Pietro, Barisardo, Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Bortigiadas, Bosa, Cagliari, Cagliari Porto, Cabras, Calangianus, Calasetta, Carbonia, Cardedu, Castelsardo, Chiaramonti, Cussorgia, Decimomannu, Decimoputzu, Desulo, Dolianova, Elmas-aereoporto, Escolca, Fenosu, Genoni, Gergei, Giba, Girasole, Gonnosfanadiga, Ilbono, Isili, Jerzu, La Caletta, La Fumosa, La Maddalena, Lanusei, Li Punti, Litorale Platamona, Loceri, Lotzorai, Lu Bagnu, Luras Macomer, Magomadas, Maladroxia, Maracalagonis, Marina di Sorso, Marrubiu, Martis, Masainas, Milis, Modolo, Monastir, Monserrato, Montresta, Muravera, Nuragus, Nurallao, Nurri, Olbia, Oristano, Orroli, Osilo,Ottava, Pabillonis, Palau, Palmas, Perfugas, Piscinas, Ploaghe, Porto Alabe, Portopino, Porto Torres, Quartu S.Elena, Quartucciu, San Gavino, San Giovanni Suergiu, San Sperate, Sanluri, Santadi Sant’Anna Arresi, Santa Caterina di Sant’Antioco, Santa Lucia, Santa Maria la Palma, Sant’Orsola,Santa Teresa di Gallura, Sant’Antioco, Sardara, Sassari, Selargius, Sennori, Serdiana, Serramanna, Serri, Settimo S.Pietro, Silanus, Sindia, Simaxis, Siniscola, Sinnai, Siurgus Donigala, Soleminis, Sorso, Stintino, Suni, Talana, Tempio, Terralba, Tertenia, Teulada, Thiesi, Torralba, Tortolì, Tratalias, Ulassai, Uta, Valledoria, Viddalba, Villacidro, Villagrande Strisaili, Villanovatulo, Villaperuccio, Villaputzu, Villarios, Villasor, Villaspeciosa, Zeddiani.

Alcuni primi scatti dalla Campagna Muraria AForas.

 

Aereoporto di Elmas

Spiaggia di Santa Lucia Siniscola

Alghero

Decimoputzu

Sassari

Bortigali

Porto di Cagliari

Sant’Antioco

Oristano

Villaputzu

La Maddalena

Tempio Pausania