Master and Back. Aspetti tributari. (Prima parte generale)

Capitolo 6: Aspetti tributari.

Paragrafo 5.1: Cofinanziamento europeo e status di beneficiario.

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Tempio Pausania. Abbanoa, disagi: situazione normalizzata e problemi aperti

abbanoa_logoNuovi disagi in Alta Gallura nell’approvvigionamento idrico. In particolar modo, la città di Tempio Pausania ne è stata oggetto nelle giornate di venerdì e sabato a causa del guasto improvviso occorso alla rete nella mattinata di giovedì 19 febbraio.

Come riferito sul sito istituzionale di Abbanoa, i lavori di riparazione del tratto di acquedotto interessato si sono conclusi nella tarda serata dello scorso venerdì. I disagi di sabato dovrebbero, dunque, essere attribuiti alla scarsa pressione nella rete, ancora non pienamente ripristinata in seguito alla conseguente ricostituzione delle scorte nei serbatoi.

Al di là della gestione dell’imprevisto, al meglio delle attuali possibilità, si ripropone dunque la più ampia questione dell’infrastrutturazione e dell’approvvigionamento cittadino legato all’invaso di Pattada e la mancata valorizzazione di Lu Pagghjolu. La portata della rete interessata implica per Tempio e dintorni una maggiore possibilità di guasti e conseguenti disagi durante l’anno, oltreché ingenti costi elettrici per sollevamento e pompaggio lungo una notevole distanza.

Per quanto riguarda la messa a disposizione del servizio sostitutivo di Autobotte, questo ha servito prioritariamente luoghi sensibili come l’Ospedale Paolo Dettori, il carcere di Nuchis, varie scuole della città e altre strutture. Ulteriori disagi in capo a civili abitazioni e, soprattutto, numerose attività commerciali che hanno dovuto optare per l’acquisto da privati per il ricarico delle cisterne, in modo da far fronte alla contestuale Sfilata dei Bambini a conclusione della Sei Giorni.

La situazione è tornata alla normalità nella tarda mattinata di domenica ma per sicurezza l’autobotte è rimasta a disposizione anche nella giornata di lunedì.

Sassari. Nuovo atto del processo Arcadia. Stato parte civile e (dopo un decennio) i capi d’accusa

arcadiaNuovo atto del processo Arcadia e del Teorema Pisanu in Corte d’Assise a Sassari. Col botto e non per il deflagrare dei presunti ordigni attribuiti ai 18 imputati  ex 270-bis. Dopo la prima udienza della fase dibattimentale, tenutasi lo scorso 19 gennaio, si attendeva il pronunciamento dei giudici su una serie di elementi e richieste.

Respinta l’eccezione di incompetenza territoriale presentata dai difensori di una parte degli imputati i quali ritenevano quella nuorese la legittima sede. Il processo proseguirà dunque a Sassari. Rigettata anche  l’eccezione di costituzionalità circa l’art. 415-bis c.p.p, ossia l’avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari, sollevata dai legali di Anghelu Marras, Franca Leddaro e Rita Vallebelle.

Accolta, invece, la richiesta del Pm De Angelis e dell’Avvocatura di Stato (rappresentata da Francesco Caput) circa la controversa richiesta di costituzione di parte civile a favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero degli Interni.

Le motivazioni riguardavano, secondo l’accusa,  il fatto che il reato contestato coinvolga lo Stato nella sua interezza, nella sua unitarietà, motivando ulteriormente la richiesta di parte civile con le ingenti risorse profuse nel corso degli anni durante le indagini e la presunta lesa immagine dello Stato.

La decisione dei giudici di accogliere la richieste dell’Avvocatura di Stato farà certamente discutere a lungo.

I giudici, però, si sono rivolti all’accusa richiedendo espressamente che entro 15 giorni dalla prossima udienza (fissata il 25 maggio) vengano formulati e depositati precisi capi di imputazione a carico di ogni singolo imputato, ricollegando ogni fatto contestato al più ampio reato associativo. Secondo i legali, difatti,  il capo di imputazione sarebbe stato integrato in modo determinante con informative delle ff.oo impegnate nelle indagini, in particolare la Digos di Nuoro.

Altro passaggio controverso, le intercettazioni; in merito alle stesse le difese contestano il fatto che la Procura non le abbia messe a disposizione delle parti. Ora emerge che alcuni supporti informatici che ne conterrebbero le copie originali non siano più reperibili il che, se confermato, getta ombre pesantissime sull’intero processo.

Tra le numerose parti offese in Arcadia si annovera il nome di Mauro Pili, leader di Unidos e parlamentare italiano alla Camera all’interno del Gruppo Misto.

La prossima udienza è stata fissata il 25 maggio, alle ore 10:30.

 http://www.ilminuto.info/2015/02/nuovo-atto-del-processo-arcadia/

Sassari. ENI e “bioeconomia”. Per “Darsena dei Veleni” prossima udienza 14 aprile

eni paola rizzuDopo l’udienza dello scorso 20 gennaio e le dodici parti civili ammesse,  si è tenuta lo scorso 3 febbraio l’ennesima udienza per l’inchiesta Darsena dei Veleni a carico di otto dirigenti del Gruppo ENI, nello specifico Syndial e Polimeri Europa, quest’ultima attualmente Versalis. Oltre le parti istituzionali (Ministero dell’Ambiente e Assessorato all’Ambiente della RAS) anche comitati come quello “No Chimica Verde“, assistito dall’Avv. Pina Zappetto.

Situazione disastrosa quella di Porto Torres e Sassari. In un incontro dello scorso 10 novembre, Francesco Pigliaru aveva dato appuntamento al successivo 3 dicembre per un importante incontro con ENI e una serie di stakeholders: Enti Locali, Novamont, Università. Pigliaru parlò con buoni auspici di un territorio in difficoltà con “un passato che pesa”  per il quale “si deve chiamare immediatamente ENI e chiedergli conto di investimenti per le bonifiche e nuovi investimenti produttivi“. Più ampiamente e a più voci si parlò di possibilità di sviluppo legate alla fantomatica “bioeconomia“.

Negli ultimi mesi si è parlato dei 150 milioni di euro e i 70 occupati del “Progetto Nuraghe” in capo ad una delle aziende, Syndial, al centro sia del processo sassarese che nuovi affari a Porto Torres. Il progetto riguarda la bonifica di 35 ettari utilizzati dalla Sir sino al 1982 come deposito di stoccaggio dei residui industriali (Minciaredda). La bioeconomia, termine molto di moda recentemente, non fa riferimento come si potrebbe pensare a progetti di  bonifica, ma alla “raffinazione chimica di terza generazione” con ricadute su filiere agricola, minori costi e rispetto della biodiversità. Insomma, alcuna controindicazione, solo da guadagnare.

Intanto sul territorio la Darsena è più dei Veleni che mai e Benzene e Dicloretano mietono vittime giorno dopo giorno spopolando il territorio. Oltretutto, come dichiarato da Paola Pilisio, portavoce del Comitato No Chimica Verde, sono necessarie vere e complete bonifiche, “non come quelle realizzate sino ad oggi, che hanno interessato solo la superficie dei terreni dove sono stati realizzati gli impianti Matrìca“.

La bioeconomia è appunto quella verde della chimica, il progetto Matrìca dell’ex ad di Novamont (attualmente ad ENEL), Catia Bastoli, e il famoso cardo della joint venture per il “Mater-Bi”Non a caso lo scorso autunno i titoli furono eloquenti: “Matrìca, blitz di Pigliaru: chimica verde, ci crediamo“, riconfermando l’opinione di Pigliaru sul progetto della Green Valley che già in campagna elettorale definì positivo per riassorbire i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo della chimica tradizionale.

Più recentemente, a riprova che quella del 2011 col cardo nelle vesti di oro nero sardo non era propriamente un’idea win-win, la stessa ENI – dopo le indiscrezioni dei mesi scorsi – ha tagliato i finanziamenti per la centrale a biomasse da 43.5 megawatt. Buona notizia per il territorio e la conferma dopo quattro anni che il Re è ormai nudo e il cardo era ed è fondamentalmente un bluff.

Il 3 dicembre, alla presenza degli ad di Syndial e Versalis, si era stabilito nuovo incontro tra Pigliaru e l’ad di ENI, De Scalzi, per metà gennaio. In occasione dell’incontro di fine 2014  furono significative le affermazioni dell’Assessora all’Industria, Maria Grazia Piras, che riconfermava l’obiettivo di “incoraggiare la nascita di aziende che completino la filiera bio avviata con il progetto Matrìca“. L’Assessora all’Ambiente – Donatella Spano – ha inizialmente posto l’accento sulle bonifiche riguardo le quali “la Regione eserciterà un forte coordinamento territoriale e monitorerà l’iter degli interventi” andando poi a parare nuovamente sulla “bioeconomia”, intesa come chimica verde e  non bonifiche

Siamo fortemente interessati a tutte le iniziative che riguardino la sostenibilità ambientale, auspichiamo che la filiera delle bio-produzioni crei le condizioni per la diffusione sempre maggiore di acquisti green“.

L’Assessora Spano è la stessa che difese strenuamente i parlamentari del Partito Democratico che votarono a favore dello Sblocca Italia e l’innalzamento delle soglie tollerate per i metalli pesanti. La sua idea di sostenibilità ambientale pone così ulteriori dubbi sui benefici accreditati alla presunta chimica verde, bioeconomia o green valley che dir si voglia.

Nel frattempo, sul versante processuale, il Gup Antonello Spanu, dopo brevi procedure di rito, ha fissato l’udienza successiva il 14 aprile. Le accuse – disastro ambientale colposo e deturpamento delle bellezze naturali – coinvolgono Alberto Chiarini e Daniele Ferrari (rappresentanti legali delle due società), Francesco Papate (gestione siti da bonificare), Oscar Cappellazzo, Gian Antonio Saggese e Francesco Leone (responsabili Taf), Paolo Zuccarini (direttore di stabilimento) e Daniele Rancati (responsabile della sezione salute, sicurezza, ambiente).

In attesa della prossima udienza si può osservare la significativa espressione del sindaco di Sassari, Nicola Sanna, durante il citato incontro con Novamont del 10 novembre, nel quale si annunciava l’imminente incontro con ENI.

http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2014/11/10/news/pigliaru-il-3-dicembre-incontro-con-eni-su-porto-torres-1.10283324

Abbanoa. Adiconsum sul piede di guerra. Vargiu: cause collettive in ogni tribunale, non pagate

abbanoa_logoDuro comunicato da parte del presidente dell’Adiconsum, Giorgio Vargiu, in merito all’ennesimo balzello di Abbanoa: 150 euro a famiglia, oltre 106 milioni complessivi a titolo di conguaglio a valere sul periodo 2005-2011.

Scelta in realtà in programma da mesi, ma ufficializzata recentemente dall’amministratore unico Ramazzotti che ha rassicurato nuovamente sulla solidità finanziaria di Abbanoa e sul fatto che non si “sta facendo cassa”; decisione avvallata dall’Assessore ai Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, che ha proposto l’intervento della Cassa conguagli che anticipi una prima parte dei 106 milioni per mitigare l’aggravio sui cittadini dopo il noto deposito cauzionale (anche questo ritenuto illegittimo dall’Adiconsum e altre associazioni di categoria).

Ramazzotti ha rimarcato che i calcoli di Abbanoa riferiti al periodo 2005-2011 comporterebbero un conguaglio complessivo di oltre 230 milioni. Sul punto l’amministratore parla di un tavolo aperto e un semplice dialogo di Abbanoa con l’Ato al fine di ottenere il riconoscimento dell’intera cifra che, chiaramente, è superiore a quanto accordato a causa dell’intervenuta prescrizione.

L’Adiconsum, assistita dai legali Dore e Casula,  parla di un’azione inibitoria davanti al Tribunale di Nuoro e una causa collettiva in ogni Tribunale della Sardegna. Una vera e propria dichiarazione di guerra con parole durissime e indicazioni precise agli utenti: “Non regalate soldi non dovuti ad Abbanoa e non pagate il conguaglio perché non è dovuto, non fate la domiciliazione bancaria perché correreste grossi rischi e non fate neanche reclamo, perché lo facciamo noi e il risultato vale per tutti gli utenti“.

A breve, i legali di Adiconsum presenteranno la richiesta di inibitoria al Tribunale di Nuoro,  sede legale di Abbanoa, e stanno già preparando un’azione giudiziaria collettiva davanti a tutti i tribunali sardi.  Stoccate anche nei confronti della politica  locale, spesso oltremodo accomodante nei confronti delle pratiche di Abbanoa, con poche comunità nelle quali apertamente si è presa posizione intervenendo concretamente per garantire un’adeguata tutela alle comunità rappresentate oggetto dei disservizi e pretese più disparate.

Istruzione. Il Fiu sul discrimine delle facoltà non scientifiche e le politiche della Giunta Pigliaru

studentiL’Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport ha recentemente deciso di proseguire il programma a sostegno del diritto allo studio degli studenti universitari più meritevoli. E’ quanto apprendiamo dal sito della Regione Sardegna (sezione Bandi e gare).

Il testo del bando, relativo all’annualità 2014, pubblicato in data 31 dicembre, potrebbe farci ben sperare relativamente al buon operato dell’attuale Giunta regionale di centro-sinistra, che appena un anno fa si presentava alle elezioni regionali con un programma incentrato sull’istruzione dei nostri giovani, sul suo valore, sull’importanza della cultura.

Tuttavia, a dispetto dei buoni propositi, apprendiamo innanzitutto la decisione del governo Pigliaru di chiudere ben 29 istituti scolastici nei piccoli comuni (22 scuole elementari e 7 scuole medie); inoltre, la stessa lettura del bando relativo all’attribuzione degli assegni di merito conferma quanto già denunciato durante le elezioni regionali, ovvero che il programma elettorale del Partito Democratico e dei suoi alleati si risolve in un misero, quanto vuoto, spot elettorale.

Nei requisiti di ammissibilità del bando leggiamo infatti che “Possono partecipare al presente Bando esclusivamente i giovani studenti universitari iscritti presso Atenei con sede nel territorio regionale e nazionale in corsi di laurea di area scientifica, come definita nella classificazione CINECA del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR)”.

Questo grave episodio è solo l’ennesimo atto che segna il deterioramento del Diritto allo Studio, universitario e non. Ci riferiamo ai quasi 200 studenti diversamente abili rimasti a casa in quanto i fondi loro destinati sono attualmente pari a zero, così come alle lunghe liste di idonei non beneficiari per borse di studio negli Atenei sardi.

Convinti che il Diritto allo Studio universitario debba essere un diritto di tutti gli studenti sardi, anche di coloro che si iscrivono alle facoltà umanistiche, giuridico-economiche, agli iscritti delle facoltà sanitarie o sociali, noi del Fronte Indipendentista Unidu contestiamo il requisito necessario per accedere agli assegni, riservati solo agli studenti iscritti nelle facoltà scientifiche.

Il Fronte ritiene pertanto che la R.A.S., nell’ambito di programmi simili, debba continuare a valutare il merito degli studenti sulla base di criteri oggettivi senza discriminare chi scelga tra facoltà umanistiche, giuridiche, politiche e sanitarie: sono tutte facoltà che hanno la stessa importanza a livello culturale e scientifico, completandosi vicendevolmente. In una Nazione autodeterminata e sviluppata, come noi vorremmo fosse la Sardigna, tutti i rami del sapere sono fondamentali per lo sviluppo di un Popolo e come tali devono essere considerati.

Il Fronte Indipendentista Unidu supporta quindi la lotta intrapresa dagli studenti per una giusta valutazione delle borse di studio e di merito, necessarie a sollevare le famiglie meno abbienti dai costi d’iscrizione, frequenza, tasse, trasporti e materiale didattico, costi che stanno contribuendo anno dopo anno ad una dispersione scolastica che impoverisce progressivamente la Nazione Sarda.

Fronte Indipendentista Unidu