Nuovo atto del processo Arcadia e del Teorema Pisanu in Corte d’Assise a Sassari. Col botto e non per il deflagrare dei presunti ordigni attribuiti ai 18 imputati ex 270-bis. Dopo la prima udienza della fase dibattimentale, tenutasi lo scorso 19 gennaio, si attendeva il pronunciamento dei giudici su una serie di elementi e richieste.
Respinta l’eccezione di incompetenza territoriale presentata dai difensori di una parte degli imputati i quali ritenevano quella nuorese la legittima sede. Il processo proseguirà dunque a Sassari. Rigettata anche l’eccezione di costituzionalità circa l’art. 415-bis c.p.p, ossia l’avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari, sollevata dai legali di Anghelu Marras, Franca Leddaro e Rita Vallebelle.
Accolta, invece, la richiesta del Pm De Angelis e dell’Avvocatura di Stato (rappresentata da Francesco Caput) circa la controversa richiesta di costituzione di parte civile a favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero degli Interni.
Le motivazioni riguardavano, secondo l’accusa, il fatto che il reato contestato coinvolga lo Stato nella sua interezza, nella sua unitarietà, motivando ulteriormente la richiesta di parte civile con le ingenti risorse profuse nel corso degli anni durante le indagini e la presunta lesa immagine dello Stato.
La decisione dei giudici di accogliere la richieste dell’Avvocatura di Stato farà certamente discutere a lungo.
I giudici, però, si sono rivolti all’accusa richiedendo espressamente che entro 15 giorni dalla prossima udienza (fissata il 25 maggio) vengano formulati e depositati precisi capi di imputazione a carico di ogni singolo imputato, ricollegando ogni fatto contestato al più ampio reato associativo. Secondo i legali, difatti, il capo di imputazione sarebbe stato integrato in modo determinante con informative delle ff.oo impegnate nelle indagini, in particolare la Digos di Nuoro.
Altro passaggio controverso, le intercettazioni; in merito alle stesse le difese contestano il fatto che la Procura non le abbia messe a disposizione delle parti. Ora emerge che alcuni supporti informatici che ne conterrebbero le copie originali non siano più reperibili il che, se confermato, getta ombre pesantissime sull’intero processo.
Tra le numerose parti offese in Arcadia si annovera il nome di Mauro Pili, leader di Unidos e parlamentare italiano alla Camera all’interno del Gruppo Misto.
La prossima udienza è stata fissata il 25 maggio, alle ore 10:30.
http://www.ilminuto.info/2015/02/nuovo-atto-del-processo-arcadia/