Cagliari, La Bottega dei Sogni presenta “Madri in terra straniera”
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*Pubblicato originariamente da Il Manifesto Sardo http://www.manifestosardo.org/gioventu-sarda-e-dipendenza/
Il 2015 sardo si è concluso con le esternazioni trionfalistiche dei massimi esponenti della Giunta Regionale riguardo i dati sull’occupazione nell’isola. Francesco Pigliaru e Raffaele Paci ci informano che il lavoro è cresciuto, la disoccupazione cala, crescono i contratti a tempo indeterminato. Interessante è questa frase del Presidente: “Significa che le imprese puntano di più sull’occupazione, rispondendo positivamente alle politiche del Jobs Act”. Confrontando il terzo trimestre del 2015 e quello del 2014, si contano 28000 posti di lavoro in più, il 68% dei quali nel settore alberghiero e ristorativo e dunque per lo più stagionale. Continua la lettura di Gioventù sarda e dipendenza (di Andrìa Pili*)
Anche al The Guardian Valter Piscedda, sindaco di Elmas, non convince. Il Partito Democratico esporta modelli in Europa mentre il sindaco Piscedda e il contestato programma pubblico – Adesso Parto – vengono passati ai raggi x in un lungo articolo sulla vicenda. Oltre lo stupore iniziale che condiziona il titolo dell’intervista – “Sardinian town finds novel way to cut unemployment: pay people to leave” – trovano ampio spazio le ragioni di Piscedda che argomenta sull’inusuale tecnica per ridurre la disoccupazione: l’emigrazione. L’articolo a firma di Lizzy Davies riporta alcune interessanti dichiarazioni sui 12.000 euro del programma pubblico di Elmas.
Alcune in particolare mostrano l’ottimismo di un programma a metà tra l’elemosina assistenziale e la politica attiva per il lavoro. “It’s a programme for those with no other resource; it’s the last-chance saloon. It’s about allowing them the dignity of not having to ask a friend for money or place burdens on families that cannot do it” – ha dichiarato il sindaco.
The last-chance saloon. Un po’ più ottimista e altruista del collega di partito Sanna, sindaco di Sassari.
Ironia a parte, la situazione in Sardegna sta raggiungendo un clima da guerra civile. Il programma in se e la supponenza mostrata dal sindaco rendono il clima sempre più teso. Si spera che nell’esporre le sue ragioni lo stesso sia completamente inconsapevole della gravità del fatto e delle opinioni espresse. Quasi risentito, espone le sue ragioni ammantate di logica e raziocinio, dimostrando per l’ennesima volta il vero volto del Partito Democratico e della classe dirigente italiana in Sardegna.
Dell’ingovernabilità nella quale è piombata Sassari si è scritto nei giorni passati, con il rinvio del consiglio del 7 agosto. Ora nuove polemiche si sollevano a Palazzo Ducale dopo il consiglio comunale di ieri. Il sindaco di Sassari, Nicola Sanna (PD) si sarebbe lasciato andare a commenti poco felici circa la situazione occupazionale di Sassari, in primo luogo quella dei giovani. A Sassari la disoccupazione giovanile ha raggiunto dati da guerra civile e la consigliera Sofia Fiorillo (M5S) ha parlato della conseguenza principale della forte disoccupazione, l’emigrazione che coinvolge fasce sempre più ampie della popolazione e sempre più in possesso di alti livelli di istruzione e qualifiche.
Sanna, la massima autorità cittadina, non pago di quanto sta accadendo nella sua Giunta, con superficialità disarmante ha raccomandato di non cogliere solo il lato negativo di questi – definiti eufemisticamente – “spostamenti” in quanto chi resta chiaramente troverà più “spazi”, ovvero opportunità lavorative.
Ormai si è riluttanti ad usare termini come spopolamento ed emigrazione, si ammorbidisce il discorso e si parla di “spostamenti”, forse perché i primi sono definizioni troppo dirette e preoccupanti. Si preferisce vedere positivamente la valigia di cartone e tanti saluti, grazie tante, i nostri che restano in un modo o nell’altro si sistemano.
Questo atteggiamento da parte di un sindaco appare inqualificabile e offensivo nei confronti di una Nazione e della sua popolazione costretta continuamente all’emigrazione e al doloroso distacco dalla propria terra.