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“A Foras”, 2° Dossier su occupazione militare: il Poligono permanente di Teulada

“A Foras”, 2° Dossier su occupazione militare: il Poligono permanente di Teulada – Scarica: DOSSIER POLIGONO TEULADA

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A Foras, dopo il PISQ occhi su Teulada: ad ottobre in arrivo JointStars

 
A Foras, dopo il PISQ occhi su Teulada: ad ottobre in arrivo JointStars
Si è conclusa domenica 10 settembre, nella Marina di Tertenia, la seconda edizione dell’A FORAS CAMP, il campeggio contro l’occupazione militare. Alla 6 giorni di assemblee, seminari di autoformazione, tavoli di lavoro tematici e socialità hanno partecipato oltre 200 persone, provenienti da tutta la Sardegna e non solo. Di rilievo il contributo (nell’organizzazione e nella presenza ai lavori) della componente locale dell’assemblea di A FORAS, il KOS (Kumone Ozastra Sarrabus), oltre che di altri partecipanti provenienti da Tertenia e dintorni.
Il campeggio, tenuto nel camping Tesonis, aveva l’obiettivo di rilanciare il percorso di A FORAS, attraverso i tavoli di lavoro e l’autoformazione. Inoltre si voleva allargare la partecipazione al campeggio e in generale la lotta contro le basi nei territori interessati dal Poligono di Quirra: l’Ogliastra e il Sarrabus.
Quest’ultimo obiettivo si è concretizzato grazie a ben due iniziative portate avanti con successo a Tertenia, durante il primo e il quarto giorno di campeggio. Martedì 5 settembre è stato presentato il campeggio in piazza Martin Luther King, nella stessa piazza, venerdì 8, si è tenuta una cena popolare, accompagnata da proiezioni, teatro e concerti (vedi foto).
L’assemblea plenaria e i tavoli di lavoro, riuniti in campeggio, hanno raggiunto una sintesi e programmato le prossime attività e mobilitazioni. La presenza di A FORAS nella scuole e nelle università sarde si intensificherà, sia con le iniziative già in essere (come il progetto “Sardigna terra de bombas e cannones”, già presentato a Sassari e a Olbia), che con nuove idee, progetti e concorsi. Il tavolo sulle relazioni internazionali proseguirà l’analisi degli scenari di guerra dove sono impegnati i diversi eserciti presenti nella basi sarde, oltre che curare i rapporti e dare solidarietà alle diverse realtà impegnate contro l’occupazione militare al di fuori dell’isola. Come già fatto per il Poligono di Quirra, a breve uscirà un dossier che approfondirà gli effetti dell’occupazione militare sul Poligono di Teulada (curato dal tavolo economia). Si citano anche i lavori del nuovo tavolo, dedicato allo studio e all’azione diretta contro la logistica della filiera bellica (trasporto via terra, aria e acqua di veicoli, ordigni e militari). Una della novità rispetto alla scorsa edizione è stato lo spazio dedicato all’auto formazione: il seminario interno sul Poligono di Quirra.
All’interno del campeggio l’assemblea delle donne si è appropriata di uno spazio di discussione come momento di confronto e riflessione sul sessismo, le differenze sessuali e di genere con la messa in discussione dell’autoritarismo patriarcale.
Non sono mancate le iniziative collaterali: oltre alle due serate a Tertenia e l’escursione di mercoledì 6 al Nuraghe Nastasi, i partecipanti al campeggio e i terteniesi, che hanno risposto al nostro appello, hanno potuto passare ben 5 serate con dj set e concerti. Queste attività sono state possibili grazie ad artisti locali e del resto dell’isola che hanno dato il proprio contributo ad A FORAS. Teniamo pertanto a ringraziarli e citarli a uno a uno: Alberto Agus e Angelo Murgia di Tertenia, B.O.B. Crew dall’Ogliastra, Pronto Intervento Show di Alghero, Matteo Zuncheddu di Burcei, Dr Drer e i CRC Posse da Cagliari, gli Stranos Elementos di Porto Torres, Dj Nigola di Tertenia e Djesso di Cagliari. Grazie anche a Cladinè Curreli e UBREC (per il documentario “Oltre l’Aporìa”) e al Football Liberation Front di Cagliari per il torneo di calcetto antirazzista.
Durante il campeggio si è svolta anche la mostra dedicata ai simboli e alle immagini che ci sono state inviate in seguito al nostro appello, volto alla costruzione dell’immaginario collettivo di A FORAS. In questi mesi ci sono giunti 15 elaborati grafici, quasi tutte immagini, che presto inizieremo ad utilizzare attraverso diversi canali comunicativi (banner, locandine, magliette). Tra le varie proposte pervenute, una in particolare si è distinta per la sua forma, semplicità e riproducibilità. Quest’ultimo simbolo, sarà pertanto adottato da A FORAS come proprio, oltre ovviamente a tutte le altre immagini pervenute. Tutti gli elaborati – unitamente agli altri che ci perverranno – saranno presenti in una mostra itinerante che girerà tutta la Sardegna.
Nell’ultima giornata del campeggio, si è svolta la plenaria generale di A FORAS, dedicata interamente alle mobilitazioni previste per il prossimo autunno. Il prossimo mese di ottobre sarà denso di iniziative che presto verranno rese pubbliche e dettagliate. In particolare, l’assemblea ha deciso di aderire all’appello per una mobilitazione globale contro le basi militari, indetto dal Movimento No Dal Molin e previsto per la settimana dal 7 al 14 ottobre. A FORAS proseguirà le proprie iniziative, in quanto dal 14 al 29 ottobre si terrà nel sud della Sardegna (sopratutto nel Poligono di Teulada) l’ennesima prova di forza della nostra controparte: la mega esercitazione Joint Stars. Saremo pertanto presenti con tante iniziative diffuse, di azione diretta e di sensibilizzazione, organizzate dai tavoli tematici e dai gruppi territoriali di A FORAS. Una prima importante data che iniziamo a lanciare fin da ora sarà quella di sabato 14 ottobre, a Cagliari, che vedrà attraccate nel suo porto le navi militari impegnate nella Joint Stars.
Vanno purtroppo segnalati alcuni episodi che hanno connotato negativamente il campeggio. Abbiamo assistito a diversi episodi di stampo sessista, prevaricatore e LGBT- fobico dai quali A FORAS si dissocia e condanna. L’assemblea di A FORAS, unitamente all’Assemblea delle donne, si impegna non solo a discutere e sensibilizzare sulle tematiche di genere, di prevaricazione e di discriminazione sessuale, ma nel futuro ad attivare metodi e pratiche per affrontare e contrastare questi episodi.
Il campeggio si è tenuto a ridosso di un radar facente parte del Poligono di Quirra, che per 6 giorni è stato “simbolicamente” assediato. Durante la sei giorni, come ampiamente comunicato, non si intendeva in alcun modo violare tale zona militare, bensì lavorare in prospettiva, ponendo le basi perché in un futuro quelle reti si taglino e si superino tutt* assieme, in massa, con il contributo della popolazione locale. Nonostante ciò abbiamo assistito a un inspiegabile dispiegamento di forze dell’ordine: diversi blindati, tra cui la celere in antisommossa, posti di blocco e decine di unità schierate, sia nella Marina di Tertenia, che nel paese stesso (che dista oltre 10 km dal campeggio).
Inoltre, ogni notte circa 10 poliziotti e/o carabinieri sostavano fuori dal campeggio. Per 6 giorni i diversi militari disposti lungo le reti hanno spiato e controllato (con binocoli, camere e tele obiettivi) tutt* i partecipanti del campeggio. Se da una parte denunciamo e condanniamo questo ennesimo tentativo di intimidazione, dall’altra ribadiamo il fatto che A FORAS opera e agisce alla luce del sole, con l’obiettivo di raggiungere e includere nella lotta contro le basi militari più persone possibili. Per questo rilanciamo la nostra lotta contro l’occupazione militare, dando appuntamento al prossimo mese, quando ci mobiliteremo contro la Joint Star e tutte le servitù militari presenti in Sardegna e non solo, a partire dal 14 ottobre a Cagliari.

Occupazione militare, la Sardegna si mobilita. Oggi incontro sul caso Technion

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Occupazione militare, la Sardegna si mobilita. Oggi incontro sul caso Technion

Al via il II semestre di attività nell’ambito dell’occupazione militare in Sardegna. Dopo la Trident Juncture dello scorso novembre – l’imponente esercitazione NATO interrotta con successo dai militanti contro l’occupazione militare – indipendentisti, pacifisti, comunisti, anarchici e altre individualità sono di nuovo pronti per fronteggiare il nuovo ciclo di esercitazioni nei Poligoni in Sardegna (Capo Teulada, PISQ e Capo Frasca).

Hanno aperto le proteste i pescatori dell’oristanese bloccando due giorni fa le esercitazioni relative al Poligono di Capo Frasca, in due manifestazioni differenti: un centinaio di imbarcazioni nello specchio acqueo e circa 400 attivisti che da Marceddì hanno raggiunto il cancello della base. Rimane alta l’attenzione sulla mobilitazione del comparto pesca e lo sviluppo delle contestazioni, con Scanu (PD) e Capelli (CD) impegnati ad assicurare una tempestiva risoluzione della malcontento, puntando a prevedere gli stessi interventi compensativi (cd. indennizzi) previsti per gli altri due Poligoni. In particolare, il deputato nuorese ha dichiarato all’ANSA come “da parte dei sindaci ascoltati, compresi i primi cittadini di Arbus e Terralba, non è arrivata alcuna segnalazione su malattie o qualsiasi cosa possa essere ricondotta all’operatività della base. Resta invece il problema dei mancati indennizzi ai Comuni che hanno messo le aree a disposizione dei militari“.

Il clima in Sardegna è reso ancora più incandescente dalle attività e pressioni esercitate su La Maddalena, con la Direzione generale dell’Assessorato all’Ambiente che non più tardi di due settimane fa ha ritenuto di non assoggettare a V.I.A l’ampliamento di Santo Stefano, il potenziamento e la messa in funzione delle strutture alla luce delle accresciute esigenze di controllo del Mediterraneo e del Medio Oriente, aree sempre più incandescenti. Gli uffici dell’Assessorato, nella persona del Dg Paola Zinzula, hanno difatti già stabilito che “il progetto non ha impatti negativi e significativi sull’ambiente“.

Nel calendario per le attività di guerra nei prossimi mesi, si segnala l’imponente coordinamento di forze NATO nel Poligono di Teulada per Emerald Move 2016 (dal 3 al 14 ottobre), esercitazione nell’ambito dell’European Amphibious Initiative. Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito figurano tra i paesi promotori, ma sostengono e partecipano all’E.A.I. anche Belgio, Danimarca, Germania, Portogallo, Svezia, Turchia e Finlandia. Il programma completo delle esercitazioni previste il II semestre 2016 è stato reso noto in esclusiva da Sardinia Post. Imponenti le attività previste anche nei Poligoni di Capo Frasca e di Quirra-Capo San Lorenzo (PISQ, Poligono Interforze del Salto di Quirra).

Numerosi gli eventi in programma in tutta la Sardegna. Dal 6 al 10 ottobre, nel sud Sardegna il campeggio antimilitarista promosso dalla Rete No Basi – Né qui Né altrove. Accoglienza e inizio sostanziale della cinque giorni di No Basi giovedì 6 ottobre, dalle 10:00 alle 12:00, nel parco di Santa Greca a Decimomannu. Per il 10 ottobre è previsto un corteo all’aeroporto di Decimomannu. Concentramento dei militanti previsto per le ore 10:00 al Parco Megalitico di San Sperate.

Sempre giovedì 6 ottobre, dalle ore 16:00 nei locali del Palazzo delle Scienze di Via Ospedale n.72, in programma l’Assemblea studentesca “Etica e Scienza: quando la ricerca sostiene la guerra – il caso Technion“. Il Technion di Haifa è un istituto di ricerca scientifica israeliano che collabora sempre più strettamente con l’Università di Cagliari e con diverse industrie nel settore bellico, rapporto e relativi interessi che si inseriscono nel più ampio quadro del DASS, il Distretto Aerospaziale della Sardegna. Il Technion, oltre a sviluppare la tecnologia utilizzata nelle aggressioni militari alla Striscia di Gaza e nell’occupazione dei territori palestinesi, svolge un ruolo fondamentale nella militarizzazione delle istituzioni accademiche israeliane. Interverranno nell’incontro Riya Hassan (Palestinian BDS National Committee) e Alessia Ferrari (Studenti contro il Technion).

Il 7 ottobre è previsto il comitato d’accoglienza per la visita di Gian Piero Scanu, presidente della IV Commissione uranio impoverito. Scanu anche in tempi passati aveva più volte parlato della paventata chiusura, senza termini e modalità precise, di Teulada e Capo Frasca, ma al contempo ha sempre chiamato fuori dal discorso il PISQ e la sua riconversione civile-scientifico, proprio per il progetto DASS.

La visita di Scanu si concluderà il 7 ottobre con una riunione in programma per le 11:30 in Prefettura. Appuntamento dei militanti contro l’occupazione militare a Piazza Palazzo a Cagliari, ore 10:00.

Domenica 16 ottobre, attesa la  5° Assemblea  Generale Sarda contro l’Occupazione militare della Sardegna. Dopo la prima assemblea generale di giugno, momento in cui venne dato avvio a tutto il lavoro estivo in vista di un’estate ed un nuovo di lotta, il movimento contro l’occupazione militare ritorna a Bauladu. Dalle ore 10:00 incontro dei gruppi di studio sugli ambiti di interesse analizzati durante il campeggio, mentre alle ore 15:00 al via l’Assemblea Generale. I lavori si svolgeranno a partire dalle ore 09:30, nei locali del Centro Servizi San Lorenzo di Bauladu.

Occupazione militare. Archiviazione per le tre minori, il Gip: “fatto irrilevante”

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Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale minorile di Cagliari dopo una breve udienza ha archiviato la posizione delle tre militanti contro l’occupazione militare per irrilevanza dei fatti contestati. Si chiude così il caso delle tre antimilitariste minorenni – una di 16 anni e le altre di 17 – protagoniste con un’altra ventina di attivisti della violazione del Poligono di Teulada durante la manifestazione contro l’esercitazione Trident Juncture del 3 novembre scorso, giornata culminata con cariche delle forze dell’ordine all’esterno del Poligono e lo stop delle esercitazioni intorno alle ore 15:00.

Seguirono forti polemiche riguardo la gestione della manifestazione; dal divieto di manifestazione da parte del Questore Gagliardi, motivato con la necessità “di dare un segnale forte“, ai fogli di via notificati ai militanti del Comitato Studentesco contro l’Occupazione militare, passando per l’imponente assetto militare implementato a Sant’Anna Arresi la giornata del 3 novembre come nelle due settimane precedenti. Fino alle cariche al corteo e la divulgazione di notizie false sull’interruzione dell’esercitazione NATO, come nel caso del Generale Giovanni Pintus secondo il quale lo stop era già in programma in quanto le operazioni si sarebbero dovute protrarre fino ad ora di pranzo del 3 novembre. In realtà, è noto che le attività fossero programmate fino alle ore 18:00.

Accompagnate dagli avvocati e dai genitori, le tre giovani militanti sono comparse giovedì di fronte al Gip del Tribunale minorile con l’accusa di essere entrate nella zona militare interdetta di Teulada. Erano state identificate e denunciate nel corso della protesta e oggi il giudice – come prevede l’ordinamento della giustizia minorile – doveva valutare la rilevanza dell’accusa per decide se proseguire nel giudizio, optando come detto per un’archiviazione.

Dopo il caso dei militanti del movimento contro l’occupazione perquisiti e fermati con l’accusa di divulgazione di materiale coperto da segreto militare, rivelatisi poi normali atti accessibili con ordinarie procedure di legge, si chiude nel migliore dei modi per le tre giovani militanti sarde l’ennesima pagina repressiva che dimostra come lo scontro in atto tra lo Stato italiano e il Popolo sardo sul versante dell’occupazione militare mantenga un ruolo di primo piano nella vita politica e sociale della Sardegna.

Al momento non sono previste altre udienze relativamente ai fatti del 3 novembre a Teulada anche se stanno giungendo nuove denunce a carico di vari militanti autori del taglio alle reti e dell’accesso al Poligono.

Cagliari. Tribunale dei minori, presidio per le antimilitariste di Trident Juncture

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PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ PER LE ANTIMILITARISTE

21 APRILE 2016, ORE 09.00 – TRIBUNALE DEI MINORI CAGLIARI

https://nobasi.noblogs.org/post/2016/04/12/21-aprile-2016-presidio-di-solidarieta-per-le-antimilitariste-primo-processo-per-entrata-nel-poligono-di-teulada/

Il tre novembre scorso nel poligono di Teulada è stata bloccata la più grande esercitazione Nato degli ultimi 15 anni, la Trident Juncture. Il 21 aprile si terrà il primo processo nei confronti delle antimilitariste minorenni denunciate per ingresso arbitrario in luoghi, ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato.

NON LASCIAMOLE SOLE!

La Trident Juncture coinvolgeva 30 Stati, 36.000 militari, 60 tra navi e sottomarini e 140 tra aerei ed elicotteri ed era ospitata nei poligoni, nelle basi navali e negli aeroporti militari di Portogallo, Spagna e Italia. Un’esercitazione che si inseriva nella strategia generale del riarmo e dell’aumento generalizzato della spesa militare con una programmazione che prevedeva di testare nuovi strumenti aggressivi entro il 2016.

Nei paesi coinvolti non sono mancate le mobilitazioni contro questa devastante esercitazione e in Sardegna un migliaio di persone hanno partecipato alla manifestazione per bloccare la macchina bellica. Dentro il poligono è entrato un gruppo di persone riuscendo a interrompere l’esercitazione per un paio di ore.

Il 21 aprile si terrà il primo processo nei confronti delle antimilitariste minorenni, denunciate secondo l’articolo 682 c.p, per “Ingresso arbitrario in luoghi, ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato”.

E’ evidente che dove inizia l’interesse militare dello Stato finisce la libertà delle persone che  vogliono opporsi alla violenza, alla devastazione del proprio territorio, all’occupazione militare e al blocco militare delle frontiere.

Invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio di solidarietà per rivendicare ancora una volta la libertà di contrastare chi lavora, finanzia e si mette al servizio di un Stato che progetta nuovi crimini di guerra.

A FORAS SA NATO DE SA SARDIGNA E DE SU MUNDU – NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA! Continua la lettura di Cagliari. Tribunale dei minori, presidio per le antimilitariste di Trident Juncture

Teulada. Il FIU: “Obiettivo raggiunto su TJ, ora coordinamento unitario contro l’occupazione militare”

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Il Fronte Indipendentista Unidu: Obiettivo raggiunto su TJ, ora coordinamento unitario contro l’occupazione militare

Quella di martedì 3 a Teulada/Sant’Anna Arresi è stata una giornata campale per tutto il movimento contro l’occupazione militare della Sardigna. Una giornata che ha dimostrato che i fogli di via sul movimento studentesco di Casteddu e la Rete No Basi Né Qui Né Altrove hanno avuto l’unico effetto di mobilitare ancora più sardi contro la mortifera esercitazione NATO, Trident Juncture, ottenendo un importante risultato politico e organizzativo: l’interruzione – come testimoniato da decine di giornalisti e centinaia di indipendentisti, antimilitaristi e pacifisti – delle esercitazioni NATO dal momento in cui (ore 15:15 circa) una decina di attivisti ha raggiunto le reti riuscendo ad introdursi simbolicamente nella Base. La conseguenza poteva essere solo una: l’interruzione immediata di qualsiasi operazione bellica all’interno del Poligono di Teulada. Le versioni diramate dalla Difesa, dal Comandante del Poligono di Teulada e quello della Brigata Sassari, al contrario, sono patetiche dal momento che centinaia di manifestanti hanno udito benissimo esplosioni sino alle ore 15:00 e, precisamente, come documentato da ProgresTv, almeno fino alle 15:09. Esprimiamo dunque solidarietà incondizionata ai 12 militanti destinatari dei fogli di via del Questore Gagliardi che si sono presentati ugualmente con i bus da Casteddu, fermati e tradotti in caserma a Giba e lì trattenuti tutta la giornata, come altrettanta solidarietà e complicità esprimiamo ai 16 militanti che sono riusciti ad introdursi nel Poligono.

Rimarchiamo come Gagliardi non abbia prodotto alcuna ragionevole motivazione per via amministrativa per vietare la manifestazione di Teulada, se non un inquietante “segnale forte da dare” che non ha fatto altro che alzare la tensione e ledere i più elementari diritti civili. Dare “segnali forti” ad un movimento contro l’occupazione militare in assenza di qualsiasi manifestazione di reato significa reprimere e, nelle migliori delle ipotesi, assumere una vera e propria posizione politica in merito. Non ci risulta che i Questori agiscano in termini politici. Per questo, al pari di quanto richiesto in queste ore da varie organizzazioni politiche, sindacali e studentesche, anche il Fronte Indipendentista Unidu richiede l’immediato allontanamento del Questore Gagliardi.

Non contenta, dopo la comunicazione che diventa richiesta di autorizzazione con illegittimo divieto, la Questura di Cagliari ha gestito la giornata di martedì nel peggior modo possibile: ceck point in stile militare, perquisizioni a tappeto dalle prime ore del mattino e illegittime schedature di massa, oltre a un imponente spiegamento di forze dell’ordine, non inferiore a 600 unità, compreso il Nucleo Artificieri e l’Anti Terrorismo Pronto Impiego. Un clima di intimidazione e gestione ambigua del corteo sfociati nella carica all’imbocco della lingua di terra di Is Pillonis, carica immotivata (l’accesso non era sbarrato e le persone affluivano all’interno da oltre mezz’ora) ed estremamente pericolosa in quanto gli scudi della Polizia e della Guardia di Finanza spingevano verso il fiume e non verso lo slargo che costeggia il mare, più “in sicurezza”.

Come in seguito alla grande manifestazione di Capo Frasca dello scorso anno, il Fronte Indipendentista Unidu ripropone e rilancia da subito la lotta sull’occupazione militare della Sardigna. Una giornata come quella di Teulada è uno spartiacque determinante per accrescere la coscienza nazionale dei sardi sulla loro capacità di opposizione all’occupazione militare e avviare un lavoro condiviso tra organizzazioni politiche e della società civile che non arretri minimamente dagli obiettivi imprescindibili per il futuro della Natzione sarda: fine del servaggio militare EI e NATO, chiusura Poligoni, ripristino e bonifiche dei territori, riconversione economica. Noi la Sardigna di domani la vogliamo incominciare dalla salute e dalla pace. La militarizzazione feroce della Sardigna nell’ultimo mezzo secolo dimostra come lo Stato italiano per la nostra Nazione non voglia né pace né salute, ma solo una Colonia a disposizione. Questo perché l’occupazione militare della Sardegna è tale in quanto inserita sotto la giurisdizione e gli interessi nazionali italiani di primissimo piano. Dopo sessant’anni di NATO e oltre mezzo milione di emigrati non ci sono ragionevoli motivi per pensare che lo Stato italiano abbia altre prospettive per la Sardegna. Solo i sardi, autodeterminandosi, possono essere artefici del loro benessere e del loro sviluppo.

Indipendentzia!

Teulada: le dichiarazioni post-manifestazione (di Marco Piccinelli)

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Abbiamo raccolto – e riportato – le voci e le dichiarazioni di alcuni esponenti di organizzazioni politiche e sindacali della Sardegna a seguito della manifestazione antimperialista di Porto Pino, contro le esercitazioni dell’operazione NATO Trident Juncture 2015 presso il poligono di Teulada

Luigi Piga – Fronte indipendentista unidu

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L’esponente del Fronte indipendentista unidu, raggiunto da Sinistra in Europa dichiara, in merito agli scontri avvenuti, che «è falsa la versione dello sfondamento del blocco da parte di alcuni tra i manifestanti per arrivare alla base: i dirigenti di polizia e carabinieri hanno, per mezz’ora, fatto affluire decine di persone dentro una lingua di terra non bloccata per poi all’improvviso introdurvi le forze in tenuta antisommossa spaccando il corteo e caricando dal lato più pericoloso, quello del fiume. E’ stato un atto irresponsabile ed estremamente pericoloso».
Prima della manifestazione, in ogni caso, il Fronte si era così espresso riguardo le mobilitazioni di Cagliari e Teulada: «Il Fronte Indipendentista Unidu aderisce alle mobilitazioni contro l’occupazione militare della Sardegna e contro lo svolgimento dell’esercitazione Trident Juncture e invita tutti i cittadini sardi che hanno a cuore la difesa della loro terra e la difesa della pace fra i popoli a scendere in piazza. La Trident Juncture 2015, la più imponente esercitazione NATO degli ultimi 15 anni a conclusione di una intensissima stagione di esercitazioni e addestramenti. In particolare il poligono di Capo Teulada sarà uno degli epicentri dell’esercitazione NATO. Qui è previsto il bombardamento contro la costa sarda, lo sbarco di reparti anfibi italiani, USA e del Regno Unito e di altri trenta stati aderenti all’alleanza imperialista NATO. Data la situazione di forte crisi internazionale e dati i mezzi straordinari messi in campo possiamo dire che si tratta non di una esercitazione ma di una operazione di preguerra».

Gianluca Collu – ProgReS – Progetu Republica

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Per Gianluca Collu, anch’egli raggiunto telefonicamente da Sinistra in Europa: «La manifestazione è andata a buon fine, a parte qualche scontro,siamo riusciti ad ottenere risultati importanti, a far emergere l’incompatibilità dei poligoni militari italiani in Sardegna. Rimane il rammarico che queste giuste manifestazioni di dissenso arrivino quando le esercitazioni stanno per concludersi, perché il 6 novembre Trident Juncture terminerà. E questo, naturalmente, dal nostro punto di vista, rappresenta un’altra netta irresponsabilità del Presidente Pigliaru e della Giunta Regionale dal momento che, pur essendo a conoscenza da mesi della esercitazione Trident Juncture, si è guardato bene dall’informare l’opinione pubblica sarda preferendo difendere gli interessi dello Stato italiano a discapito dell’interesse nazionale Sardo e dei suoi cittadini»».

Inoltre: «Oltre a questo, c’è anche il fatto che si difendono gli interessi delle lobby delle armi, perché con il piano Smart Specialization Strategy della Sardegna per i prossimi sette anni (2014-2020) si è inserito il comparto dell’aerospazio come tema strategico di sviluppo. Si garantiranno, in sostanza, più di 200 milioni di euro ad aziende impegnate nello sviluppo di tecnologie militari».
A Teulada, in ogni caso, ieri le esercitazioni si sono fermate, ed è un fatto importante: «Manifestare è sempre giusto, specie perché si risvegliano le coscienze di molti Sardi, annebbiate – spesso – da un sistema mediatico che non pone in condizione di analizzare la realtà delle cose, prova ne sono state le interviste di Videolina alle persone del luogo in cui si svolgeva la dimostrazione».

Giacomo Meloni – segretario della CSS (Confederazione Sindacale Sarda)

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«Caro Sig. Questore di Cagliari, e se dovessimo noi sardi dare a lei il foglio di via come indesiderato nella nostra terra?  Un tempo nelle prerogative della RAS era previsto che il Presidente della Giunta Regionale della Sardegna esprimesse il gradimento sulle alte cariche e sui Manager delle Aziende di Stato inviate nell’Isola. Ricordo che il compianto Presidente Mario Melis non esitò a negare l’assenso alla nomina del Presidente dell’Enel in Sardegna bloccandola.
Se il Presidente Francesco Pigliaru interpretasse correttamente il grido dei sardi contro le servitù militari e lo stupro perpetrato dalle esercitazioni NATO Trident Juncture, dovrebbe uscire pubblicamente dichiarando il non gradimento di tutte quelle autorità che hanno permesso questo disastro nella nostra Sardegna.
Sul comportamento del Questore di Cagliari, che ha ordinato l’aperta repressione di una manifestazione pacifica e popolare davanti al perimetro della base di Teulada dove si svolgevano le esercitazioni di guerra non autorizzate e illegali per lo spirito e la lettera della Costituzione Italiana, non solo non si deve tacere, ma il Presidente della Giunta della Sardegna dovrebbe chiedere il trasferimento dello stesso Questore che ha offeso la dignità del popolo sardo».

Sardegna: scontri a Teulada contro le esercitazioni della NATO (di Marco Piccinelli)

Foto: Sardinia Post
Foto: Sardinia Post

La Sardegna scende di nuovo in piazza contro le esercitazioni militari, contro i poligoni e contro le manovre di guerra della NATO: indipendentisti, comunisti, anarchici e pacifisti si sono dati appuntamento per oggi 3 novembre (Teulada) e per lo scorso 31 ottobre (Cagliari) per due cortei volti a ribadire la propria posizione contraria alle esercitazioni dell’operazione Trident Juncture sul territorio Sardo. Continua la lettura di Sardegna: scontri a Teulada contro le esercitazioni della NATO (di Marco Piccinelli)

Trident Juncture. FIU: “solidarietà a rete No Basi e massima mobilitazione per Teulada”

Fronte

La manifestazione di ieri a Casteddu ha segnato un’altra tappa della lotta all’occupazione militare in Sardigna.

Lotta che si sta profilando in tutta la sua violenza e drammaticità: la Trident è l’operazione di addestramento Nato (nota) più imponente degli ultimi trent’anni e si sta svolgendo sul suolo sardo.

Il dispiegamento di forze umane e militari ha potuto agire e sta agendo, inverosimilmente, quasi senza nessuna contrapposizione organizzata, popolare e politica da parte del movimento indipendentista e nazionalista.

Questa debolezza è stata ben letta dallo stato italiano che è passato all’attacco. Il giorno prima della manifestazione a Casteddu sono stati notificati a 20 attivisti antimilitaristi, militanti in diverse organizzazioni, i fogli di via. Notifiche con cui si impedisce loro di entrare o sostare nei territori confinanti i poligoni per una durata di tre anni. Diffide immotivate e pretestuose basate sul fatto che alcuni militanti avrebbero fatto sopralluoghi nel perimetro della base, cosa abbastanza ovvia quando si prepara una manifestazione e si deve comprendere il percorso, soprattutto se in zone non urbane.

Riteniamo comunque che tagliare simbolicamente una rete ed invadere il perimetro militare pacificamente per rivendicare la proprietà di quella terra, non siano atti di violenza e che anzi siano la base di una disobbedienza civile necessaria a cacciare gli occupanti dalla nostra terra.

A ciò si aggiunge la notizia fresca di ieri che la Questura di Cagliari non ha autorizzato la manifestazione a Teulada, non accettando la comunicazione e dichiarando la divisione tra “buoni e cattivi” del movimento contro l’occupazione militare, facendo in buona sostanza capire che quella di Cagliari è la manifestazione buona e quella di Teulada quella cattiva.  Va da sé che lo stato sta venendo meno, nuovamente, al riconoscimento del diritto democratico di manifestazione del dissenso, fatto gravissimo e indicativo della volontà a reprimere il movimento antimilitarista e contro l’occupazione militare.

Riteniamo doveroso che chiunque riconosca il diritto democratico a manifestare, che chiunque ritenga di essere indipendentista, che ogni cittadino sardo contrario all’occupazione militare si schieri apertamente in solidarietà ai nostri connazionali colpiti dalla repressione preventiva dello stato italiano, e si schieri apertamente partecipando a Teulada per dire no al divieto di manifestazione, per dire no alle bombe italiane e Nato in Sardigna, per dire no al tentativo di criminalizzazione, repressione e isolamento del movimento antimilitarista e contro l’occupazione militare in Sardigna.

Contro la logica dei buoni e cattivi presenza e solidarietà, per la costruzione della nostra sovranità territoriale e politica della nazione sarda, tutti a Teulada!

Indipendentzia!

Fronte Indipendentista Unidu