Archivi tag: territorio

PISQ. 1° Dossier “A Foras”, Poligono d’Addestramento Interforze del Salto di Quirra

PISQ. 1° Dossier “A Foras”, Poligono d’Addestramento Interforze del Salto di Quirra
Dossier in versione a colori ottimizzata: 1° Dossier “A Foras” – P.I.S.Q (2017)

Continua la lettura di PISQ. 1° Dossier “A Foras”, Poligono d’Addestramento Interforze del Salto di Quirra

Poltu Turra. Dapoi di li razzi, telzu incinnaradori. Pigliaru sciuarigghja di no dizzidì

Inceneritori agosto 2015 FQ
Situazione e prospettiva inceneritori in Italia e in Sardegna ad agosto 2015. (Infografica: Fatto Quotidiano)

Poltu Turra. Dapoi di li razzi, telzu incinnaradori. Pigliaru sciuarigghja di no dizzidì

Pa lu D.Lgs rigaldanti lu Sblocca Italia riffirutu all’incinnarimentu di l’alga, sigundu lu Ministru à l’Ambienti italianu Poletti era nizissàriu fa lestru  Era lu cumenciu di capidannu e à lu caminu priiduto pa l’incinnaramentu – rinfolzu pa 2,5 milioni di tonnellati l’annu – si dagghjani centu dì di tempu. Dunca ill’annu nou è abbeddu la pressioni innant’ a la chistioni, più e più chi fra li distinazioni abà v’è puru Poltu Turra. Pa la Ghjunta Pigliaru la primma cosa è fa chjaresa. “No incinnaradori, si chjama termovalorizzadòri“: passà cussì da li parauli di l’Assessora a l’Ambienti, Donatella Spano, lu mancatu pareri pa lu prughjettu di un telzu incinnaradori in Saldigna, unu di li 12 impianti chi li guvelnu Renzi vò fraicà in mezu a li manovri pa fa ripprindì l’economia italiana chi aiani ghjà tuccatu la Saldigna aendi alzatu li ‘alori di piriculu pa li mitalli pisuti intundu li poligoni militari. Pa l’Assessora, lu cuntrastu è sì in banca ma andà turratu a piddà in manu dapoi di lu statiali chi veni. Dichjarazioni tantu attindenti cantu pìciu pìciu chi facini pinsà a una iputeca pisuta pa un caminu pro incinnaradori di sighì illu 2016.

A lu cumenciu, lu dissignu di lu guvelnu Renzi no priidìa alti incinnaradori oltri li dui ghjà in Saldigna: Tossilo in mezu e Macchiareddu in Casteddu. Pa lu primmu, poi, la cuntierra s’era infiarata da primma pa lu revamping di li linii di smaltimentu ‘echj e lu rinfolzu: 40 milioni d’invistimentu e un incinnarimentu pa più di 60.000 tonnellati l’annu. Proghjettu Tossilo assiguratu da lu Partito dei Sardi, chi ha vistu Paolo Maninchedda, Assessori Trabaddi Pubblichi e prisidenti di lu Pds, fa un passu indaretu in cunfrontu a lu 2010 candu – in minurìa – era prummuidori pa filmà l’incinnarimentu di l’alga.

Lu telzu incinnaridori venaria distinatu a la zona industriali di Poltu Turra, ammanigghjata da lu Movimento Cinque Stelle di lu primu zittadinu Sean Christian Wheeler. L’intinzioni di lu guvelnu italianu cumproani la zittadina turritana comu locu disiciatu pa prugghjetti palticularmenti dannosi e in dugna locu no vuluti. La pinsata di l’incinnaridori difatti s’accuppigghja a lu prugghjettu di l’AVIO pa li proi di li razzi VEGA di punì sempri illa ZIR, innantu a tarreni Syndial pa ca’ s’è (s’èra?) cuntrattendi. Trattazioni, in viritai, cuati dapoi chi su sindacu di lu M5S ha dilattatu illu mesi di Sant’Andrìa la prisintazioni pubblica. Pocu e nudda ancòra si sa, a palti l’enolmi intaressu economicu chi è in baddu pa li proi VEGA: oltri 200 milioni di euro. Continua la lettura di Poltu Turra. Dapoi di li razzi, telzu incinnaradori. Pigliaru sciuarigghja di no dizzidì

Discariche abusive. Dopo le sanzioni in Gallura, il FIU rilancia la campagna nel sassarese

Campagna di sensibilizzazione ambientale del Fiu Sassari
Campagna di sensibilizzazione ambientale del Fiu Sassari

   Campagna “S’Arga in su muntonàrgiu, no in sas carrelas e in sas tancas nostras!” contro le discariche abusive e per la strategia “rifiuti zero”.

In questi caldi giorni d’agosto è esploso lo scandalo “discariche abusive”, anche grazie all’impegno della forestale che ha individuato 150 lanciatori di mondezza per strada e nelle campagne in tutta la Gallura.

Il fenomeno sta dilagando in maniera veramente preoccupante in tutta l’isola e per questo motivo il Fronte Indipendentista Unidu aveva lanciato gli scorsi mesi una campagna di sensibilizzazione, a partire dalle zone di Sennori, Sorso e Osilo da estendere poi in tutta l’isola: “S’Arga in su muntonàrgiu, no in sas carrelas e in sas tancas nostras!”.

In questi giorni siamo tornati a tappezzare questi tre paesi di manifesti al fine di innescare un controllo sociale verso il fenomeno, perché spesso a gettare la mondezza ai bordi delle strade e nei campi sono i nostri vicini, anche quelli insospettabili con un lavoro e con una fama di persone rispettabili.

Ci sembra doveroso sottolineare come questo aspetto sia legato indistricabilmente alla questione nazionale sarda, perché un sistema che insegna ai propri cittadini che la Sardegna non ha una lingua, non possiede una storia, non vale nulla se non data in usufrutto a multinazionali forestiere, crea inevitabilmente persone di questo tipo che trattano la propria terra appunto come una discarica senza valore. Non è un caso che i popoli con più coscienza nazionale e di appartenenza hanno ben altro atteggiamento verso la natura e il paesaggio.

Detto ciò è necessario fare delle proposte pratiche per fare fronte a questa emergenza.

Come prima cosa riproponiamo il nostro punto per la campagna elettorale del 2014:

1. Installare postazioni di videosorveglianza a campione e mobili sulle strade dell’isola nei punti trasformati in discariche abusive e procedere a relative multe e denunce per danno e/o disastro ambientale.

2. Suggeriamo inoltre che tutti i comuni della Sardegna creino un unico centro di raccolta dati (virtuale e non) dove i cittadini possano recarsi anonimamente o inviare per posta elettronica (restando anonimi) foto segnaletiche di chi getta la spazzatura per strada. Con la diffusione degli smartphone puntare sulla vigilanza dal basso è la soluzione più economica ed immediata. È un dato realmente dolente che su 377 paesi sardi la quasi totalità sia totalmente insensibile al problema.

3. Tutte queste misure repressive o di educazione sarebbero però inutili se non si procedesse immediatamente a scrivere una legge regionale per adottare la strategia “rifiuti zero”. Recentemente a Macomer si è svolto un importante seminario rivolto alle amministrazioni organizzato dal comitato “Non bruciamoci il futuro” che ha esposto nei dettagli la strategia “rifiuti zero” finalizzata a riprogettare la vita ciclica dei rifiuti considerati non più come scarti ma risorse da riutilizzare come “materie prime seconde” debellando non solo le discariche abusive, ma anche le discariche tout court e la pratica dell’incenerimento.

Purtroppo la stragrande maggioranza degli amministratori legati ai partiti italiani sono ovviamente insensibili al problema e anzi spesso si dimostrano propensi al business dell’incenerimento e delle discariche. Per questo motivo la palla passa nelle mani dei comitati e degli indipendentisti non collusi con i boss degli inceneritori attualmente al governo della Regione.

Fronte Indipendentista Unidu

Sassari. Il Fiu: “Sennori, Sorso, Osilo, un triangolo di discariche abusive”

Campagna di denuncia e sensibilizzazione ambientale del Fronte Indipendentista Unidu nel sassarese
Campagna di denuncia e sensibilizzazione ambientale del Fronte Indipendentista Unidu nel  sassarese

Nell’immaginario collettivo la Sardegna è un paradiso incontaminato, ma la nostra isola ha purtroppo anche un altro volto. Oltre al drammatico inquinamento dovuto alle industrie pesanti e alle basi militari anche le nostre campagne sono spesso utilizzate come discariche abusive. É davanti agli occhi di tutti per esempio lo stato delle cunette di molte strade che sono diventate un lungo e capiente contenitore di spazzatura. Percorrendo la 131 “ammiriamo” nelle cunette cumuli d’immondizia di ogni sorta. Allontanandoci poi dalle vie principali le condizioni non migliorano. Se per esempio ci concediamo una salutare passeggiata nella pineta dei Comuni costieri (Sassari, Porto Torres, Sorso) è impossibile non notare tra la preziosa flora, materassi, pneumatici, sanitari, materiale elettrico e materiale di risulta, carcasse di auto e una quantità indescrivibile di amianto. Ecco che la nostra passeggiata si trasforma in un tour degli orrori, in una visione violenta di attacco all’ambiente e al territorio dettata spesso dall’ignoranza e dall’abbandono delle campagne. La cosa è ancora più grave se consideriamo che spesso queste discariche vergognose si trovano in un sito SIC (Sito d’Interesse Comunitario). Lo stagno di Platamona è, infatti, per estensione e per rilevanza della biodiversità, una delle più importanti zone umide del nord Sardegna. Ai sensi della “Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali e della flora e della fauna selvatiche” n. 92/43/CEE è stato classificato come sito d’importanza comunitaria (SIC ITB010003). Inoltre, un’area più vasta, estesa per circa 250 ha, che ricomprende lo stagno stesso, è stata dichiarata “oasi permanente di protezione faunistica e di cattura” con D.A. della Regione Autonoma della Sardegna n. 18 del 31.01.1996. Un tesoro preziosissimo che meriterebbe ben altre tutele. Il piano di gestione dello Stagno di Platamona (un documento di ben 230 pagine), non prevede stranamente la rimozione delle discariche che giacciono nella perimetrazione SIC e anzi nello stesso piano si legge “a breve non sono in programma ulteriori interventi, neppure in fase di progettazione”.

Pertanto se è vero che il degrado e l’inciviltà possono essere ascritti spesso ai cittadini poco rispettosi dell’ambiente, non si possono ignorare responsabilità politiche ben precise. La nostra iniziativa è rivolta dunque sia a sensibilizzare i cittadini sardi ad una maggiore tutela verso il nostro patrimonio e risorsa economica più grande che è l’ambiente, sia a denunciare il lassismo delle amministrazioni comunali che spesso si voltano colpevolmente dall’altra parte davanti all’esigenza puntuale di pulire il territorio o di segnalare le discariche agli organi competenti. La campagna del Fronte Indipendentista Unidu prende spunto dalle numerose foto segnalate dai cittadini nel gruppo facebook Muntonàrgios de birgòngia perché siamo convinti che l’indipendentismo debba essere un movimento popolare che inizi a cambiare lo stato di cose presenti fin da subito, operando anche profonde e radicali trasformazioni culturali nei comportamenti e nelle abitudini dei sardi stessi. Il sistema coloniale ci ha abituato a considerare la nostra terra come povera e arida da un punto di vista economico e la nostra cultura come un inutile retaggio del passato. L’indipendentismo deve rieducare il popolo sardo all’amore e alla cura della propria terra e della propria cultura anche a partire dal recupero del senso civico e del rispetto degli spazi comuni e dell’ambiente. Il Fronte Indipendentista Unidu pertanto tappezzerà di manifesti i comuni interessati da questo fenomeno per suscitare un clima culturale di rigetto di tali ignobili e autolesioniste pratiche e per invitare le amministrazioni e le autorità competenti a vigilare maggiormente su tale preoccupante fenomeno in piena espansione. Inizieremo con i comuni di Sennori, Sorso e Osilo fino a coprire i territori via via segnalati dai cittadini sul gruppo Muntonàrgios de birgòngia.

Fronte Indipendentista Unidu Sassari