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Un mese da Al Khalil (Hebron) a Gaza. Propaganda “false-flag”?

soldati israeliani

Questo accadeva circa un mese fa.
https://www.zinzula.it/ultimo-saluto-al-martire-mahmoud/

Chi parla di razzi e “reazione israeliana” dopo aver ascoltato un qualsiasi tg che cita ossessivamente Hamas, è necessario faccia un passo indietro, a circa 5 settimane fa. Quando rastrellavano i quartieri a Hebron devastando più di 3.000 abitazioni, quando si sparava ai ragazzini di 13 anni e si facevano morire bambine di 6 mesi in arresto cardiaco perché i soldati occupanti non fanno superare i ceck-point.

Nel frattempo dei tre coloni rapiti e ritrovati cadavere non si parla più, è passato chiaramente in secondo piano. Indagini, prove, inchieste. Nulla. Cose che generalmente accadono nelle “democrazie”, figuriamoci nell’unica in Medio Oriente. In ogni caso, questo non legittima un’aggressione ad un popolo intero e pressoché inerme.

Hebron ha conosciuto tre settimane di rastrellamenti feroci, diurni e notturni, mostrando Israele un’ampia gamma di soprusi e vessazioni. Si contano almeno 10 morti e atti di squadrismo puro da parte dell’esercito e successivamente da parte di “coloni civili”. Questi ultimi, forti dell’aggressività del proprio governo e della benzina sul fuoco gettata da Netanyahu, hanno dato vita a sparatorie da auto in corsa e rapimenti, culminati con il ragazzo palestinese torturato e arso vivo.

Nessun Tg e nessun giornale ne parlava prima dello shock dato da un sedicenne picchiato, costretto a bere benzina e bruciato. L’attenzione era sino a quel momento focalizzata sui tre coloni mentre, anche prima del ritrovamento, i rastrellamenti erano in corso su larga scala, da Hebron, a Ramallah a Nablus, travestendo il tutto come Brother’s Keeper. Anche qualche missile SU Gaza, ma ancora non c’era abbastanza sangue per far partire la campagna di disinformazione.

Per queste ragioni le vittime, i feriti, gli sfollati, i danni economici sono sottostimati. La stampa italiana confeziona la disinformazione e l’Hamas è il focus di tutto. Poi ci si inizia ad impietosire, e a giustificare Israele, dai 20/30 morti in su, un po’ come per i migranti. Questo ultimo mese in Palestina è molto più complesso, spietato e strumentalizzato di quanto possa apparire. Tutto appare come scientificamente programmato, step dopo step, provocazione dopo provocazione. A mio parere, l’ipotesi false-flag israeliano sulla morte dei tre coloni, spiegherebbe molto bene tante contraddizioni mediatiche e l’ipocrisia israeliana che parla in conferenza stampa di operazione limitata quando colonne di migliaia di soldati chiudevano Hebron trasformandola in un carcere a cielo aperto. Si entrava, ma non si poteva uscire. Provate ad immaginare l’effetto che avrebbe su di voi essere richiusi in una città infestata da migliaia di militari che rastrellano a tappeto per 21 giorni di seguito.

Da Hebron attualmente giungono notizie secondo le quali l’esercito israeliano non sia ancora entrato nella Striscia: la Resistenza palestinese si sta organizzando in modo determinato e pronto a tutto per difendere Gaza.

La vergogna della stampa italiana. In Palestina 2+2=5.

bambini uccisi

Nelle due settimane di rastrellamenti e omicidi dell’esercito israeliano nell’operazione Brother’s Keeper la stampa italiana aveva pressoché ignorato la grande maggioranza degli avvenimenti. La crudeltà dei militari israeliani, guidati sul campo a Hebron dal ministro della difesa in persona è stata totalmente tacitata. Lo stesso vale per l’incatenamento e il bendaggio dei bambini, l’isolamento di Hebron, la minaccia di interruzione di acqua e corrente, le irruzioni e le violazioni delle moschee. Per non parlare delle abitazioni rastrellate, oltre 2.500 in tutta Hebron.  L’elemento più significativo, e più di tutti ignorato, è stata l’assenza di reazione in West Bank: la popolazione completamente inerme viene rastrellata, picchiata e uccisa, non reagisce, non può reagire, ma questa non è una notizia degna di nota per le agenzia stampa occidentali. Come non sono degni i bambini morenti ai ceck-point che non autorizzano il passaggio, le derrate alimentari distrutte e i negozi lungo le strade che diventavano ceck-point. Oltre le perdite umane, i danni all’economia palestinese sono enormi.

Nella seconda parte dell’operazione, sono giunte notizie di coloni sempre più aggressivi, forti delle dichiarazioni e dell’atteggiamento governativo che annunciava pugno duro e punizioni in stile sionista. L’aggressività e gli atti di squadrismo militare hanno dato vita a quello civile, culminato con il rapimento di Mohammed Abu Khudair, il sedicenne palestinese torturato e obbligato a bere benzina per poi essere bruciato vivo.  A questo punto i media hanno iniziato a parlare dell’escalation di violenze, rigorosamente all’italiana.

Tre settimane dopo l’inizio dell’operazione le versioni si adattano e dal silenzio dei media si è passati alla mistificazione, al giustificare tra le righe ciò che non si ha alcun diritto a fare e del quale, ovviamente, non vengono trasmesse immagini. Scorrono invece immagini strazianti che vedono israeliani disperati, legittimando un vero e proprio genocidio con bombardamenti a tappeto in varie città, in particolare Gaza. La stampa italiana manca di ricordare che nelle ultime 24 ore sono state sganciate su Gaza oltre 400 tonnellate di esplosivo. Si contano 112 abitazioni colpite, 17 totalmente distrutte, 95 parzialmente. Due moschee, due ospedali e persino un’ambulanza. Il bollettino è inevitabilmente destinato a crescere di ora in ora. Nelle ultime 48 ore a Gaza hanno perso la vita 35 persone di cui una decina sono bambini. Oltre 300 i civili feriti.

Questa notte è stato bombardato anche l’ospedale europeo di Khan Yunis a Gaza. Decine i feriti e numerose le attrezzature e i medicinali inutilizzabili. Gli ospedali dovrebbero essere immuni da qualunque attacco come sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1949. Attaccare un ospedale è un crimine di guerra. 

Netanyahu richiama nel frattempo 40.000 riservisti e Israele prepara un feroce attacco via terra che potrebbe avere conseguenze ben peggiori delle tre settimane del massacro di Gaza causato dall’operazione Piombo Fuso tra il dicembre del 2008 e il gennaio 2009.

Precipita la situazione in Palestina

gaza

Ritrovati cadavere i tre giovani israeliani scomparsi due settimane fa. Israele annuncia rappresaglie, alcuni morti e una bambina di 9 anni in fin di vita. Hamas: sarà l’inferno. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina: la lotta e la resistenza all’occupazione continuano nonostante gli arresti. Continua la lettura di Precipita la situazione in Palestina

Per la verità, per la Palestina.

bambino palestinese

L’operazione israeliana “Brother’s Keeper” è purtroppo entrata nel vivo. I tre ragazzi israeliani recentemente  scomparsi hanno dato vita ad un’immediata caccia all’uomo in tutta la Palestina da parte dell’esercito  israeliano,  persino con la presenza tra le truppe a Hebron del ministro della difesa, Moshe Yaalon. Netanyahu si dice sicuro delle responsabilità di Hamas.

Da subito i rastrellamenti si sono concentrati a Hebron, dove Israele ritiene vengano detenuti i tre giovani. Da subito le “ricerche” si sono trasformate in veri e propri rastrellamenti al di sopra di qualsiasi funzionamento minimo di uno Stato di diritto. Un’impressionante escalation di morti e feriti con il consueto accanimento gratuito verso i bambini: la vittima più giovane nelle ultime settimane avrebbe 6 mesi.  Oltre a vandalismo, da parte dell’esercito si registrano furti nelle case, umiliazioni di ogni genere, occupazione in armi delle moschee. La situazione è precipitata nelle ultime 24 ore e il popolo palestinese sin’ora non ha messo a segno nessuna reazione consistente. Risulta ferito in modo non grave un solo soldato israeliano dall’inizio delle operazioni che hanno causato circa 500 arresti,  il vandalismo su oltre 2000 abitazioni e famiglie e la distruzione intenzionale di derrate alimentari in un territorio già impoverito e sottomesso.

Con le ricerche dei rapiti Israele rastrella Hebron e, contemporaneamente, ha buoni motivi per bombardare Gaza in quanto roccaforte di Hamas. Ma non solo. Nablus, Ramallah, Rafah e altre città, tutte sotto attacco da giorni. La Palestina è sotto attacco ma ciò che sta accadendo non può configurarsi come un conflitto, bensì una pulizia etnica e una violazione dei diritti umani a 360°.

Tel Aviv minaccia l’interruzione di corrente durante il Ramadan mentre viene ulteriormente ristretto il regime carcerario per i prigionieri politici palestinesi: senza visite per due mesi. L’accanimento più brutale è però sui bambini: vengono arrestati, bendati, incatenati e malmenati da soldati israeliani sia durante il raid in senso stretto che in momenti di noia. Così, per le strade è in corso una caccia all’uomo o bambino, dipende dall’occasione, e colonne di soldati continuano ad arrivare a Hebron. Alcuni girano per le strade festanti esibendo la stella a 7 punte e data la sproporzione delle forze in campo e i metodi dell’esercito le operazioni poco hanno a che vedere con la ricerca di rapiti, ma si palesano per ciò che sono, ovvero atti di squadrismo e terrorismo sulla popolazione.

soldati israeliani

 

Feriti e danni imprecisati a Gaza dove l’aviazione bombarda nella notte.

attacco a Gaza

 

Nel frattempo in Italia, dopo l’oscurantismo della stampa, l’intellighenzia e l’alta politica tricolore proseguono nel proprio disinteresse. Del resto, come aspettarsi solidarietà e prese di posizione da chi, come Roberto Saviano, più volte si è espresso positivamente circa le libertà sioniste e la democrazia israeliana. Nel 2010 partecipò in videoconferenza a Roma ad un convegno sionista “Per la verità, per Israele”.

Non più tardi di poche settimane fa in molte città italiane comparvero striscioni e vennero organizzate iniziative a favore del governo golpista di Kiev che sta seminando da settimane il terrore nel Donbass. Non a caso il primo ministro Matteo Renzi si è dichiarato favorevole alle “riforme” intraprese dal nuovo governo riformista ucraino. Oggi a Roma sull’operazione israeliana un’altra inquietante pagina italiana.

operazione bringbackourboys

A differenza della guerra in Siria e della svolta neo-fascista in Ucraina, in questo caso complessivamente il governo e i media italiani preferiscono direttamente ignorare i crimini che l’esercito israeliano compie sulla popolazione palestinese. Papa Bergoglio, nell’ennesimo anatema della sua legislatura, si è scagliato contro la tortura, successivamente al suo ritorno proprio da un viaggio nei territori sotto occupazione. Evidentemente sarà giunta notizia delle torture dei medici israeliani sui prigionieri palestinesi in sciopero della fame che vengono sottoposti ad alimentazione forzata. Procedura a cui molto spesso fa seguito la morte.

 

Hamas non rivendica. A Hebron i rastrellamenti continuano.

Hebron (Cisgiordania).

George Orwell ha descritto una realtà ben precisa con “1984”.

giornalisti israele

Orwell ha parlato del giornalismo in modo piuttosto significativo: “La libertà di stampa è dire alla gente cosa non vorrebbe sentirsi dire“. In queste poche parole è contenuta l’essenza del messaggio orwelliano, la forza dell’informazione come motore di cambiamento. Oggi pochi scatti sono sufficienti a mostrare all’Occidente ciò che si ostina a non voler vedere. Nel terrore di questi giorni sulla popolazione, è grazie a giornalisti freelance e attivisti, oltreché al popolo palestinese che resiste e si riorganizza, che si hanno notizie non filtrate circa la situazione nei Territori Palestinesi

Hamas continua a negare qualsiasi coinvolgimento nel presunto rapimento di tre adolescenti israeliani –  “è un onore rapire soldati israeliani, ma non siamo stati noi” – mentre in Italia prosegue un oscurantismo pressoché totale da parte delle principali reti di informazione. Hebron è sotto isolamento. Una volta entrati in West Bank dalla Giordania non si esce più.

giornalisti arrestati in israele 2

giornalisti arrestati in israele
Giornalisti fermati a Hebron durante un’incursione israeliana.

Dopo le irruzioni nelle moschee, controlli a tappeto anche su personale medico e soccorritori.

ceck point israeliano

Scatto rubato. Militare israeliano che ispeziona un'ambulanza  nei pressi di Hebron.
Scatto rubato. Militare israeliano ispeziona un’ambulanza nei pressi di Hebron.

 

Hebron, i martiri.

Hebron, (Cisgiordania).

bambino ucciso hebron

Si chiama Mahmoud Jihad Muhammad Dudin, 13 anni, il martire palestinese di stamattina. E’ stato ucciso nel primo mattino con colpi di arma da fuoco al petto da parte dell’esercito israeliano durante un raid a Dura, città a 11 chilometri a sud-ovest di Hebron.

Silenzio tombale da parte dei principali media italiani, solo alcune notizie frammentarie ma nessun video o foto, soprattutto delle violenze sui bambini. A Gaza, secondo prime informazioni, ci sarebbero cinque morti tra i militanti di Hamas caduti durante un’incursione sul tunnel di Rafah da parte dell’aviazione israeliana.

La vittima più giovane, appena sei mesi, a causa di una crisi cardiaca. Le sue condizioni non sono state sufficienti ad ottenere il lasciapassare al ceckpoint israeliano che ne ha impedito il trasporto in ospedale.

Dal terrore di Hebron.

Hebron, (Cisgiordania).

Durissimi raid israeliani in Palestina.  Assedio in molte città, da Hebron a Nablus; non si risparmiano campi profughi e bombe su Gaza. 

hebron bambina

I rastrellamenti proseguono ininterrottamente a Hebron da oltre tre giorni, incursioni anche nei campi profughi di Dheisheh e Jenin dove si ha notizia di un morto.  Non si hanno informazioni più precise sulla situazione a Gaza. Hebron continua ad essere devastata, si registrano furti da parte dell’esercito, occupazione di attività che diventano ceck-point israeliani lungo le strade e incursioni con centinaia di rapimenti, specialmente su minori sottoposti in seguito a bendaggio e incatenamento.