Archivi tag: Ramallah

Ucciso ministro palestinese a Ramallah. Il FPLP: escalation di resistenza unica via possibile

abu zinIl Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese, Ziyad Abu Ain, è deceduto ieri durante il trasporto all’ospedale di Ramallah, in seguito agli scontri con l’esercito israeliano. Nelle ultime ore il presidente dell’ANP e leader di Fatah, Abu Mazen, ha annunciato l’accordo con il governo israeliano per le indagini sulla morte del Ministro Ziyad Abu Ain, posizione – questa come altre negli ultimi mesi – ritenuta al ribasso e controproducente per la Resistenza palestinese.

Ziyad, 55 anni, è stato il direttore del comitato di informazione Jamil al Barghouti e Ministro dei prigionieri. Attualmente era responsabile del dicastero che monitora l’Occupazione. Era, inoltre, membro del Consiglio Rivoluzionario di Fatah e presidente della commissione dell’Anp contro il muro e le colonie. L’azione di protesta infatti era scoppiata nel villaggio di Turmus Aya (nord di Ramallah) contro la confisca delle terre palestinesi  e il ministro era in prima linea.

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha diffuso un comunicato nel quale parla di “una esclalation di resistenza in tutte le sue forme” come unica risposta possibile alla violenza sionista.

http://pflp.ps/english/2014/12/10/pflp-in-response-to-murder-of-abu-ein-escalate-resistance-in-all-forms/

Per la verità, per la Palestina.

bambino palestinese

L’operazione israeliana “Brother’s Keeper” è purtroppo entrata nel vivo. I tre ragazzi israeliani recentemente  scomparsi hanno dato vita ad un’immediata caccia all’uomo in tutta la Palestina da parte dell’esercito  israeliano,  persino con la presenza tra le truppe a Hebron del ministro della difesa, Moshe Yaalon. Netanyahu si dice sicuro delle responsabilità di Hamas.

Da subito i rastrellamenti si sono concentrati a Hebron, dove Israele ritiene vengano detenuti i tre giovani. Da subito le “ricerche” si sono trasformate in veri e propri rastrellamenti al di sopra di qualsiasi funzionamento minimo di uno Stato di diritto. Un’impressionante escalation di morti e feriti con il consueto accanimento gratuito verso i bambini: la vittima più giovane nelle ultime settimane avrebbe 6 mesi.  Oltre a vandalismo, da parte dell’esercito si registrano furti nelle case, umiliazioni di ogni genere, occupazione in armi delle moschee. La situazione è precipitata nelle ultime 24 ore e il popolo palestinese sin’ora non ha messo a segno nessuna reazione consistente. Risulta ferito in modo non grave un solo soldato israeliano dall’inizio delle operazioni che hanno causato circa 500 arresti,  il vandalismo su oltre 2000 abitazioni e famiglie e la distruzione intenzionale di derrate alimentari in un territorio già impoverito e sottomesso.

Con le ricerche dei rapiti Israele rastrella Hebron e, contemporaneamente, ha buoni motivi per bombardare Gaza in quanto roccaforte di Hamas. Ma non solo. Nablus, Ramallah, Rafah e altre città, tutte sotto attacco da giorni. La Palestina è sotto attacco ma ciò che sta accadendo non può configurarsi come un conflitto, bensì una pulizia etnica e una violazione dei diritti umani a 360°.

Tel Aviv minaccia l’interruzione di corrente durante il Ramadan mentre viene ulteriormente ristretto il regime carcerario per i prigionieri politici palestinesi: senza visite per due mesi. L’accanimento più brutale è però sui bambini: vengono arrestati, bendati, incatenati e malmenati da soldati israeliani sia durante il raid in senso stretto che in momenti di noia. Così, per le strade è in corso una caccia all’uomo o bambino, dipende dall’occasione, e colonne di soldati continuano ad arrivare a Hebron. Alcuni girano per le strade festanti esibendo la stella a 7 punte e data la sproporzione delle forze in campo e i metodi dell’esercito le operazioni poco hanno a che vedere con la ricerca di rapiti, ma si palesano per ciò che sono, ovvero atti di squadrismo e terrorismo sulla popolazione.

soldati israeliani

 

Feriti e danni imprecisati a Gaza dove l’aviazione bombarda nella notte.

attacco a Gaza

 

Nel frattempo in Italia, dopo l’oscurantismo della stampa, l’intellighenzia e l’alta politica tricolore proseguono nel proprio disinteresse. Del resto, come aspettarsi solidarietà e prese di posizione da chi, come Roberto Saviano, più volte si è espresso positivamente circa le libertà sioniste e la democrazia israeliana. Nel 2010 partecipò in videoconferenza a Roma ad un convegno sionista “Per la verità, per Israele”.

Non più tardi di poche settimane fa in molte città italiane comparvero striscioni e vennero organizzate iniziative a favore del governo golpista di Kiev che sta seminando da settimane il terrore nel Donbass. Non a caso il primo ministro Matteo Renzi si è dichiarato favorevole alle “riforme” intraprese dal nuovo governo riformista ucraino. Oggi a Roma sull’operazione israeliana un’altra inquietante pagina italiana.

operazione bringbackourboys

A differenza della guerra in Siria e della svolta neo-fascista in Ucraina, in questo caso complessivamente il governo e i media italiani preferiscono direttamente ignorare i crimini che l’esercito israeliano compie sulla popolazione palestinese. Papa Bergoglio, nell’ennesimo anatema della sua legislatura, si è scagliato contro la tortura, successivamente al suo ritorno proprio da un viaggio nei territori sotto occupazione. Evidentemente sarà giunta notizia delle torture dei medici israeliani sui prigionieri palestinesi in sciopero della fame che vengono sottoposti ad alimentazione forzata. Procedura a cui molto spesso fa seguito la morte.

 

Aggiornamenti dalla Palestina: 2 morti.

Le notizie  dalla Palestina durante l’ultimo fine settimana non fanno ben sperare. Scontri a Ramallah, mentre proseguono serrate le incursioni a Hebron e nei villaggi vicini.

Nella principale città della Cisgiordania tra sabato e domenica l’esercito israeliano ha sparato lacrimogeni nelle vie. Nonostante l’assenza di reazione della popolazione completamente inerme, interi quartieri sono stati invasi dal fumo.

Continuano ad arrivare in città colonne di militari israeliani e si contano quasi 2000 abitazioni devastate nelle perquisizioni.

lacrimogeni hebron 2 lacrimogeni hebron

A Ramallah si registra un morto, Mahmoud Attallah, 30 anni. L‘altra vittima a Nablus dove è caduto Said Khaled, 36 anni, raggiunto da quattro colpi di fucile mentre si recava in Moschea per la preghiera del mattino. 

martire palestinese 2funerale martire 36 annifunerali palestina 2Secondo l’agenzia di stampa Maannews dei coloni israeliani avrebbero aperto il fuoco durante il funerale di M. Attallah nel sobborgo di Jabal Al-Tawil (Ramallah), causando un ferito. Il totale dei palestinesi incarcerati nei rastrellamenti israeliani nelle città e campi profughi della Cisgiordania è salito a 410.