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Sassari. S’idealibera: assemblea in vista di NO STAREX

no starex
SABATO 23 MAGGIO 2015, ore 18.00 presso lo spazio sociale del collettivo S’idealibera in Via Michelangelo Casaggia 12 (dietro la chiesa di Sant’Apollinare) a Sassari.

**ASSEMBLEA-DIBATTITO SUL CORTEO “FERMIAMO LA STAREX“**

Il Comitato No basi né qui né altrove ha chiamato per l’11 Giugno a Decimomannu un corteo per fermare la più importante esercitazione aerea internazionale che si svolgerà in Sardegna quest’anno, la STAREX.

Un gran numero di velivoli, prevalentemente delle aereonautiche militari italiana e tedesca, decolleranno dall’aeroporto militare di Decimomannu per allenarsi alla guerra. Per questo pensiamo sia importante trovarsi prima per parlare insieme della mobilitazione e degli strumenti da mettere in campo per impedire l’esercitazione. Alleghiamo il testo informativo sul Corteo e sulla STAREX, insieme alla locandina del corteo che invitiamo a diffondere. Vi aspettiamo e chiediamo di dare diffusione quanto più possibile dell’iniziativa.

– Collettivo S’idealibera – (evaliber@autistici.org)

TAR Sardegna e antincendio nei Poligoni. Nelle Colonie non è necessario.

occupazione militareE’ arrivata nel tardo pomeriggio di ieri la decisione del TAR Sardegna sul ricorso dell’avvocatura di Stato contro il decreto 271/2014. Parere favorevole verso il Ministero della Difesa al quale non è andata giù l’estensione delle prescrizioni regionali antincendio ai Poligoni militari nell’Isola.

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Sardegna. In dodicimila a Capo Frasca per la chiusura delle servitù militari (di Marco Piccinelli)

capo frasca

«Indipendentzia», «A Fora!» erano le espressioni più usate dai manifestanti di Capo Frasca nella giornata di ieri.
Le agenzie riportano i numeri, non ci sono scuse o letture doppie delle cifre: circa dodicimila manifestanti a portare la propria voce contro le basi militari. Continua la lettura di Sardegna. In dodicimila a Capo Frasca per la chiusura delle servitù militari (di Marco Piccinelli)

Non è Etica, è ipocrisia

Dunque ora i sardi, tanto pacifici e dignitosi, chiedono a Francesco Pigliaru e all’amministrazione regionale tutta di fare qualcosa affinché Israele non si eserciti in Sardegna.

sorveglianza armata

 

Sbaglio o ci siamo spinti davvero fino a questo punto? Mi chiedo, come mai solo Israele? Per quanto non abbia simpatie sioniste, ben’inteso, ma gli statunitensi e gli italiani che sperimentano e poi rivendono armi ad Israele, invece, ci vanno bene? In quel caso castriamo il nostro popolo ma eticamente siamo puliti nei confronti del mondo perché non è tutti i giorni che si fanno 700 morti in una settimana in mondovisione. Come funziona, le servitù militari sono cattive e portatrici di morte se si esercita l’IDF, in tutti gli altri casi si tratta di un argomento “controverso e del quale discutere senza preconcetti antimilitaristi”? O forse in problema non è nemmeno Israele e il suo nazismo, il problema è che ora non si può tacere ed è necessario salvare la faccia dopo aver permesso che la nostra terra venisse bombardata in lungo e in largo con leucemie e malformazioni che si sono prese i nostri bimbi e il nostro futuro. Il problema è che ora ci sono 700 morti e 4.000 feriti, quindi qualcosa bisognerà pur dirla, no?

Bella questa umanità ipocrita, bella l’umanità a geometria variabile, quell’umanità così schifosamente elettorale. All’ipocrisia di fondo si aggiungono passaggi confusi, inquietanti e in pieno politichese come: “il popolo sardo sicuramente non trarrà nessun beneficio da questi ennesimi giochi di guerra in un momento in cui tutto il Bacino del Mediterraneo è scosso da guerre locali ed è soggetto a interessi di nazioni, non meglio identificate, che usano lo jihadismo e il terrorismo per destabilizzare quest’area del mondo nel tentativo di creare conflitti di tipo religioso fra cristiani e islamici“.

Ma come? Le basi militari e le loro attività non ci avevano resi più sicuri e prevenuto l’insurrezionalismo sardo? Non avevano evitato la speculazione edilizia sulle coste? Non avevano reso la Sardegna appetibile per gli investitori internazionali? Il ministro Mauro, un anno fa, non aveva detto di stare buoni con l’antimilitarismo, che la Difesa italiana è il primo datore di lavoro nell’isola? Ingrati, ora vi rimangiate tutto solo perché i palestinesi vi fanno un po’ pena e il fascismo si tollera solo a piccole dosi.

Ad ogni modo, se Pigliaru mette in campo la personalità di nove anni fa per la Vertenza Entrate, o quella di oggi per la libertà di inquinamento industriale e bellico in Sardegna, allora i Palestinesi stanno proprio a cavallo. Stiamo tranquilli, non ne rimarrà uno vivo, e noi in Sardegna continueremo a passarcela sempre peggio. D’altronde, troveremo sempre nel mondo qualche Stato da finanziare e far esercitare per poi raderlo al suolo dieci anni dopo. Ogni riferimento alla Libia e all’Iraq non è puramente casuale.

Tanto più ci si affida a persone con simili curriculum, quanto più cancelliamo la memoria e abdichiamo alla critica con un click, stringendo le catene che soffocano il Popolo sardo e gli altri popoli oppressi. Quando si solleva il tema etico oltre che economico, in giorni in cui Israele non bombarda ospedali, le risposte più diffuse tendono a mortificare l’Etica, a svilirla, portando viscidamente il discorso sui presunti posti di lavoro delle basi militari (sic) e gli indennizzi che Pigliaru pretende, perché un prezzo politico al disastro bisognerà pur darlo, giusto?

Non in mio nome. Grazie.