Limbara: ex base USAF. Cinque lire cinque

ex-base USAF
Tratta da sardegnaabbandonata.it

Credo che nessuno oggi possa chiedere al sindaco di Tempio o all’amministrazione di recarsi sul Monte Limbara, recuperare i rottami presenti nei quattro ettari dell’ex-Base USAF, caricarsi il tutto in spalla e smaltirlo. Quella base è lì dal 1966 ed è un esempio della predazione ambientale e dell’occupazione militare della Sardegna attivata diffusamente a partire dai primi anni ’60.Diverso, però, è far trascorrere anni rimbalzando l’opinione pubblica da rilanci turistici per l’escursionismo a idee museali, passando per possibili concessioni ad università per test su frequenze. Ben vengano idee di riqualificazione e recupero, tutte da valutare carta alla mano per la specifica fattibilità. Innanzitutto dovrebbe chiarirsi, definitivamente, quali siano gli interventi necessari per il ripristino e le risorse da impiegare. Un excursus storico e alcune informazioni possono chiarire la situazione.

Nel 1993, precisamente dal 31 ottobre, la base fu “abbandonata” dagli USA in quanto il vecchio sistema di comunicazioni utilizzato durante la Guerra Fredda non era più funzionale ad un controllo radio del Mediterraneo. Per la cronaca, il canone pagato dagli USA allo Stato italiano era puramente simbolico: 5 lire annue. Cinque lire contate, non 5 milioni.

Passato al Ministero della Difesa italiano nel 2008 (Aeronautica Militare) il sito continuò a versare nell’abbandono. Nel 2010 il comune di Tempio, all’unanimità, respinse le intenzioni della RAS accusata di un furbesco scaricabarile a danno della comunità. Al di là dell’opposizione formale, l’obiettivo fu comunque centrato: basamenti in cemento armato, sei parabole, due cisterne, prefabbricati, una centrale elettrica, sala delle teletrasmissioni e altri rifiuti. A distanza di 21 anni, tutto è immutato.

Nel maggio del 2010, con il Decreto Legislativo 28 maggio n. 85, viene disciplinato il federalismo demaniale, o patrimoniale, uno dei primi decreti attuativi della più ampia serie che avrebbe dato attuazione al federalismo italiano. Lo schema sul quale si basa il D.lgs. 85/2010 è stato oggetto di discussione in Conferenza Stato-città ed autonomie locali. Alla luce del fatto che lo schema è datato dicembre 2009, l’ex Base USAF potrebbe rientrare in quell’insieme di “beni immobili in uso al Ministero della Difesa, non ricompresi tra quelli utilizzati per le funzioni di difesa e sicurezza nazionale” che il D.lgs n. 85 farà transitare dalla competenza statale a quella degli enti territoriali.

Nello stesso periodo la Procura di Tempio Pausania aprì un’inchiesta affidata al personale della sezione di polizia giudiziaria della Forestale. Per la risoluzione del problema si parlò di un presunto accordo Stato-Regione che avrebbe dovuto dirimere la controversia e chiarire il futuro per l’area. Il fascicolo venne così archiviato ma nulla accadde per circa due anni, sino all’azione dimostrativa con la quale anonimi rimossero una turbina abbandonandola più a valle. L’11 ottobre 2012, il sindaco Frediani definì l’episodio “di incomprensibile lettura, eclatante e imprudente. [..] i sordi sono coloro che ritengono di risolvere determinate problematiche attuando azioni illecite. [..] auspico che l’ex base Usa possa diventare elemento di attrazione turistica per il rilancio del Monte Limbara“. Il capogruppo di minoranza, Quargnenti, non fece alcun riferimento a controlli e bonifiche o istituzioni da interpellare per risolvere l’annoso problema. Il consigliere si limitò ad accennare un rischio di perdita dei finanziamenti per un acquedotto da realizzare nell’area.

Nel settembre del 2012, il Ministro alla Difesa del Governo Monti, Giampaolo Di Paola, venne interrogato sulla questione da Augusto Stanislao (IDV ed ex-UDEUR). La replica precisa che il sito in questione comprende due diversi cespiti demaniali denominati “Monte Limbara Captazione Sorgenti” e “Base Usaf“, entrambi dismessi dalla competenza statale. Risultano, infatti, in capo alla RAS già dal 23 marzo 2009.  Di Paola precisa che “la consegna dei siti è avvenuta nello stato di fatto e di diritto in cui si trova al momento della sottoscrizione del presente verbale (27 novembre 2012, ndr) compresi pertanto gli oneri gestionali o di eventuale bonifica, quindi nella piena consapevolezza delle particolari condizioni al momento della presa in consegna“. Inoltre “trattandosi di cespiti dismessi nel 2009 non si è in possesso di ulteriori informazioni circa l’eventuale pericolo per l’ambiente e la salute umana“.

Curiosità: all’epoca del passaggio di consegne e dismissione statale Di Paola era Presidente del Comitato Militare della NATO. Questo incarico si inserisce tra quella a Capo di Stato Maggiore della Difesa dal 2004 al 2008 e, successivamente, Ministro della Difesa dal novembre 2011 all’aprile 2013 nel governo Monti.

Alla luce dei fatti, è necessario conoscere in modo preciso gli estremi della possibilità di un progetto di pulizia consistente nella rimozione e trasporto di gran parte dei materiali tramite una società privata e a costo zero per l’amministrazione. Primariamente, come anticipato, è doveroso appurare gli eventuali livelli di inquinamento dell’area e danni ambientali presenti, predisponendo bonifiche attraverso un reale e fattivo impegno economico da parte di altri livelli di governo, in modo da non gravare – ingiustamente – sulla città di Tempio. Successivamente a tutto ciò, la società civile e l’amministrazione potranno godere della possibilità di ideare qualsivoglia forma di valorizzazione dell’area e del Limbara in generale. Valorizzazione e rilancio socioeconomico non possono logicamente prescindere da preliminari e parallele attività di bonifica e ripristino.