Macomer. Il FIU: “la Sardigna non è la pattumiera italiana”


tossilo glm
Tossilo, cominciamo dalla salute. 

La Sardigna non ha bisogno di nuove scelte scellerate per lo smaltimento dei rifiuti.

Un impianto di smaltimento rifiuti a pochi passi da un altro impianto di smaltimento? Alcuni direbbero che è follia; qualcun altro, in mala fede o con lungimiranza, direbbe che è il solito malaffare all’italiana; eppure a Macomer si pensa di costruire questo nuovo impianto proprio di fronte all’impianto di compostaggio della Tossilo S.p.A.. Una settimana fa, infatti, la GLM Ambiente s.r.l. ha presentato il progetto per quello che non sarebbe altro che un doppione dell’impianto già esistente.

In verità, sarebbe meglio dire, la GLM ha ripresentato il progetto, perché questo è la copia di uno bocciato nel 2013 dalla Provincia di Nuoro. A distanza di due anni la GLM ci riprova, forte di un contributo pubblico di 10 milioni di euro ottenuti dall’Accordo di Programma per l’area di crisi di Tossilo e con il, seppur vago, appoggio dell’amministrazione comunale di Macomer. Dieci milioni di euro per costruire un impianto di smaltimento fotocopia, risorse da destinare al contrario al finanziamento di progetti di imprese locali che avrebbero potuto generare ben più dei 15 insostenibili posti di lavoro annunciati dalla GLM o, ancora più urgentemente, ripristino e bonifiche del territorio indispensabili pressoché ovunque in Sardegna.

Un impianto di smaltimento inutile che andrebbe a creare altro inquinamento e altri danni ad un territorio fortemente compromesso, dove il sindaco Succu e i sovranisti di Maninchedda al governo dopo la moratoria per l’incenerimento di qualche anno fa, oggi sostengono il revamping di Tossilo da 60.000 tonnellate di rifiuti l’anno e 40 milioni di investimento, come supportano il carbone di Ottana o il bioetanolo del Sulcis.

Parliamo di impianto inutile perché Macomer e la Sardigna non hanno bisogno del progetto della GLM. Non ne ha bisogno Macomer, perché esiste l’impianto della Tossilo S.p.a. ed è prevista la costruzione di un altro impianto a Prato Sardo (Nùgoro). Non ne ha bisogno la Sardegna perché, nonostante la GLM preveda di effettuare la raccolta nel Sassarese e persino in Gallura, gli impianti presenti nella nostra Natzione sono in grado di trattare 280.000 tonnellate di rifiuti l’anno a fronte di una produzione di 190.000 tonnellate l’anno. Parliamo di territorio martoriato e inquinato a sufficienza perché, nonostante alcuni studi cerchino di dimostrare lo scarso impatto ambientale e sulla salute dell’inceneritore, a Macomer purtroppo parlare di diossina e tumori non è un tabù, anzi! Ne parlano le centinaia di imprenditori, non solo di Macomer, che cercano invano di produrre biologico e si trovano ad aver a che fare con terreni e falde inquinate, come parlano i dati del Centro Epidemiologico dell’ASL di Nùgoro che evidenziano la situazione disastrosa dell’incidenza tumorale nel distretto di Macomer, aggravatasi negli ultimi anni con un incremento dieci volte superiore rispetto alla media.

Per questo il Fronte Indipendentista Unidu ribadisce il suo appoggio al comitato Non Bruciamoci il Futuro-Macomer, a Zero Waste Sardegna e tutti quei comitati e associazioni che si oppongono alle devastazioni della nostra terra, del nostro popolo, della nostra Natzione. Non possiamo non preoccuparci del nuovo assetto italiano nel settore rifiuti, sapendo che il sovradimensionamento della capacità di incenerimento non è casuale ma è finalizzato, in forza dello Sblocca Italia, a considerare gli inceneritori come “interesse nazionale”, potendo questi attrarre rifiuti anche da regioni che ne risultino oberate. La Sardegna come pattumiera dell’Italia e delle sue politiche industriali: nulla di nuovo, verrebbe da dire.

La Sardigna non ha bisogno di altro incenerimento, non ha bisogno di ulteriore inquinamento, giacché ha ottenuto il primato come “regione” più inquinata d’Italia e vorremmo lo perda anziché consolidarlo, e e insostenibili che a fronte di pochissimi posti di lavoro sacrificano un popolo, una terra e capitali per milioni e milioni di euro. La Sardigna non è Italia e tanto più non è una discarica italiana.

Fronte Indipendentista Unidu

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