Le reti tagliate di Capo Frasca

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Le reti tagliate di Capo Frasca

(Per il manifesto sardo: http://www.manifestosardo.org/le-reti-tagliate-di-capo-frasca/)

La manifestazione di Capo Frasca del 23 novembre era stata annunciata da più parti come una giornata calda nella lotta contro l’occupazione militare della Sardegna. E così è stato. L’obiettivo generale del Movimento era chiaro: interrompere le esercitazioni, tagliando le reti e introducendosi nel Poligono di Capo Frasca (fraz. Sant’Antonio di Santadi, Arbus), in linea con quanto avvenuto a Teulada per Trident Juncture.

Su questo punto specifico sembrerebbe che le esercitazioni, regolarmente programmate, non abbiano avuto luogo a causa di una possibile contro-decisione alla vigilia di mercoledì. Un risultato, se confermato, che il Movimento potrebbe rivendicare avendo in quel caso “cambiato i piani” del programma di esercitazioni. Presenze militari, almeno due jets, sono state osservate nell’area del Poligono verso le 17:00, a tensioni sopite e manifestazione in fase di scioglimento e deflusso. A corroborare un’ipotesi di avvenuto “annullamento” delle esercitazioni militari è la presenza continua dalle prime ore del mattino di almeno 2 elicotteri della polizia che hanno sorvolato in lungo e largo decine di chilometri quadrati dello spazio aereo della base, manovre che teoricamente sono incompatibili con il normale svolgimento di esercitazioni.

L’obiettivo della manifestazione era chiaro e unanime nel movimento: il taglio delle reti e l’ingresso in un’area militare sono pratiche non-violente, di disobbedienza civile, e costituiscono un mezzo per ostacolare le esercitazioni dal momento che la presenza di civili nell’area impone l’interruzione immediata di qualsiasi operazione.

I primi gruppi di manifestanti hanno iniziato a concentrarsi in prossimità del ponte di Marceddì, a circa 500 metri dall’ingresso della base, già prima delle ore 10:00. Lentamente l’incrocio si è affollato e la presenza di forze dell’ordine per circa due ore è stata limitata ad alcuni cellulari di Polizia e Carabinieri e alcune auto in borghese. Verso mezzogiorno, dopo l’arrivo dei due striscioni che caratterizzeranno la giornata e gli ultimi autobus organizzati, il corteo si è messo in marcia.

Giunti al poligono, la testa “Firmemus sas esertzitatziones” si è stabilita sul lato sinistro della via di accesso per garantire l’ingresso in sicurezza a tutto il corteo, fino alla chiusura dello stesso con “Blocchiamo la Guerra”, operazioni di afflusso e posizionamento nel campo durate pochi minuti.

Dopo una fase di assestamento dei manifestanti, è iniziato un assiepamento sulle reti e un “mordi e fuggi” lungo in perimetro, cercando di aprirlo in più parti fino, alla lunga, far mancare completamente o quasi la recinzione e agevolare così un’entrata di massa e relativamente pacifica della massa dei manifestanti. Nessun lancio di pietre ha caratterizzato questa prima fase, dove gruppetti di forze dell’ordine e qualche militare presidiavano i varchi che – accompagnati dalla battitura delle reti – via via si aprivano numerosi lungo il perimetro.

Alcune tensioni e provocazioni da ambo le parti hanno accompagnato questa fase per circa un’ora; il confronto era un reciproco rincorrersi lungo le reti. Il vice questore Ferdinando Rossi, nelle operazioni concentratesi a sinistra dell’ingresso, si trovava all’interno del perimetro partecipando per primo al respingimento di alcuni manifestanti che provavano ad affacciarsi nei varchi.

Intanto un cordone di forze dell’ordine chiudeva il lato sinistro dei tagli per evitare che l’azione dei manifestanti interessasse sempre più piccoli gruppi di agenti nel presidio dei varchi. La tensione è salita quando improvvisamente una manifestante, pacificamente con entrambe le mani su un megafono, si è introdotta per un paio di passi all’interno del poligono, accompagnata da un manifestante che l’ha protetta nel faccia a faccia con il vice questore. Questo ha scaraventato la manifestante nelle rete divelta, ferendola ad una mano lievemente. Da lì la situazione è precipitata con alcuni agenti che si sono spinti verso il varco e altrettanto hanno fatto in senso opposto alcune decine di manifestanti. La situazione è degenerata progressivamente e il cordone est delle forze dell’ordine ha iniziato ad avvicinarsi verso il varco principale e interessato dalla pressione dei manifestanti. Contemporaneamente il blocco guidato da Rossi si è introdotto nel poligono ed è partita una piccola carica scomposta; alcuni sassi si sono in breve trasformati in una fitta sassaiola e il numero degli agenti in antisommossa all’esterno è cresciuto rapidamente, fino all’arrivo nel giro di pochi minuti anche del cordone da sinistra, più numeroso rispetto a quello iniziale, mentre Rossi guidava un gruppo di agenti sempre a protezione del taglio principale.

Nel frattempo, il cordone di polizia a sinistra si è mosso sempre più velocemente verso il varco e ha leggermente aggirato una carrozzella con una disabile, andando a spingere diversi manifestanti che si opponevano all’avanzata e lì è scoppiata subito una nuova una fitta sassaiola che ha coinvolto diversi manifestanti stessi.

Gli scontri si sono allargati in ordine sparso a tutta l’area a sinistra dell’ingresso e in breve è stato caricato lo spezzone che, spalle al poligono, stava a protezione dell’area interessata dagli scontri che nelle intenzioni vedeva l’avanzata dell’antisommossa dei carabinieri sulla lingua di terra, mentre un gruppo di agenti si schierava a protezione del cancello principale. La manifestazione si trovava così chiusa fronte al poligono.

Il duro scontro nella fase conclusiva vedrà anche il lancio da parte della polizia di alcuni fumogeni, immediatamente spazzati via dal forte vento che andava rinforzandosi e che caratterizzerà tutta la giornata.

La maggior parte dei manifestanti, complice una nuova carica e breve sassaiola, si era raccolta sulla stradina e in uno spazio ridotto adiacente ai lati, mentre lo scontro e la sassaiola principali fronte al poligono hanno proseguito per 2-3 minuti al termine dei quali il servizio d’ordine dei manifestanti retrocederà di alcuni passi.

Tra i diversi agenti contusi, spicca come dichiarato da diversi organi di informazione il ferimento del vice questore, tra l’altro il caso più preoccupante dal momento che alcune fonti parlano persino di due sassi alla testa e al volto, mentre altre riferiscono addirittura di un Rossi con una “profonda ferita alla testa […] è stato portato in ospedale. La prognosi è di una decina di giorni“. In realtà, il vice questore era presente, circa un’ora dopo, alle operazioni di deflusso e nelle retrovie lo si può vedere accompagnare una decina di agenti di polizia e finanza.

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Ne seguirà una lunga e accesa “trattativa” per riportare sotto controllo la situazione. Alcuni dirigenti delle forze dell’ordine danno più volte scompostamente l’ordine di sciogliere il blocco e la manifestazione, soluzione respinta anche per carattere pratico dal momento che lo striscione della prima linea si trovava sull’unica via di uscita per un’eventuale deflusso in sicurezza e la situazione in quel momento era ancora molto tesa. La soluzione raggiunta ha visto ricomporsi i due spezzoni con il cordone della polizia che è retrocesso di una decina di metri in modo da allentare ulteriormente la tensione. Uno degli spezzoni si è così posizionato alla destra della via per proteggere il deflusso della maggior parte dei manifestanti, coprendolo dal lato dove erano presenti gli agenti avanzati dopo la seconda ondata di scontri, il tutto coerente con quanto fatto durante la fase di arrivo del corteo poche ore addietro.

I manifestanti si sono così radunati sulla SP65, fronte ad un imponente schieramento di uomini a mezzaluna. Il primo ordine è stato, nuovamente, quello di sciogliere il corteo e farlo indietreggiare fino al punto di concentramento. Nuove tensioni sembravano poter degenerare da un momento all’altro, ma a quel punto altri dirigenti delle forze dell’ordine hanno preso in mano la trattativa, mostrando disponibilità a rispettare il programma iniziale del corteo: passaggio a Sant’Antonio di Santadi e percorso di circa 4 km fino al mare di Pistis e ritorno.

Il corteo si è così lentamente incamminato per circa un’ora, facendo ritorno verso Sant’Antonio dopo una breve sosta. Quasi tutti i manifestanti facevano parte dei gruppi organizzati con autobus ma a questo punto sono stati bloccati dalle forze dell’ordine e non è stato consentito loro di ripartire immediatamente da Sant’Antonio. Inizialmente il corteo sembrava dovesse proseguire fino al punto di concentramento originario, ma alla fine i mezzi sono stati ripresi a Sant’Antonio; nella fase di rientro dei singoli gruppi, da segnalare il fermo e l’identificazione di alcuni manifestanti mentre gli stessi si trovavano all’interno di alcuni bar della zona prima di riprendere la strada del rientro.

Il bilancio dei feriti e contusi è di circa 20 manifestanti, mentre 13 agenti vengono dichiarati dalle forze dell’ordine, compreso il caso di Rossi richiamato in precedenza; tra i primi, una ragazza ferita in modo più serio durante una delle cariche e soccorsa dalla Croce Verde di Pabillonis.

Le reti tagliate di Capo Frasca

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