Di Battista clamoroso sull’ISIL. Ok, ma dove si parla dell’ISIL?

di battista

Che Di Battista fosse più bello che intelligente lo avevo notato da tempo, quando piagnucolava e soffriva per il 20% alle elezioni. Oggi ha mostrato la sua banalità vestendo le parti dello stratega italiano esperto di questioni mediorientali. Mi permetto di fare alcune osservazioni sulle affermazioni circa l’ISIL, le vicende irachene e tutto il putiferio che, come da copione, non affronta il nocciolo della questione. Si preferisce fare un po’ di cagnara totalizzando qualche milione di click.Partiamo dai contro Di Battista. Gente come la Serracchiani, per intenderci. Innanzitutto nessun iscritto, votante o simpatizzate del Partito Democratico può moralizzare su “terrorismo” e conflitti di varia natura o vomitare pretestuosamente giudizi sull’utilizzo o meno della violenza in campo politico. In primo luogo perché sono profondamente ignoranti, in secondo luogo perché sono fortemente sionisti, in terzo luogo perché la Democrazia Cristiana è la Democrazia Cristiana. Vanno ricordati i tempi relativamente recenti dei bombardamenti nei Balcani (governo D’Alema), l’invasione unilaterale dell’Afghanistan da parte degli USA e il servilismo italiano in tal senso, l’aggressione NATO all’Iraq e, attualmente, il vergognoso appoggio al governo nazifascista in Ucraina definito riformista: la possibilità di nuovi accordi commerciali con il governo di Kiev rende più digeribili i ministri nazisti a poche migliaia di chilometri dall’Europa occidentale.

L’Huffington Post di Lucia Annunziata è una delle cose più schifosamente false che in Italia siano nate negli ultimi anni. Trasudava Sionismo già dagli esordi. In un altro pezzo ritornerò anche su questo: a me i calderoni sensazionalistici non piacciono, quanto qui scritto è già piuttosto prolisso. Il Sionismo, poi, sprizza da tutte le righe da un paio di mesi a questa parte e, grazie al signor De Benedetti, l’informazione italiana diviene sempre più torbida e distorta. Di decine di migliaia di caratteri hanno preso un paio di righe del disgraziato paragrafo di Dibbà (affettuosamente chiamato così dai deficienti. Si, ok, stamattina non sopporto nessuno) piazzandolo in una foto con il solito linguaggio giornalistico e politico stile Gazzetta dello Sport tanto caro agli italiani. Soprattutto del PD – che se mangiano merda e dici loro che è grande informazione ci credono più per pigrizia che per interesse e infatti sostengono che il pericolo per l’Europa provenga da filo-russi e Putin. Rendiamoci conto del livello.

E così commenti su commenti tra chi trova l’analisi di Alessandro di Battista perfetta, illuminante (cosa c’è di nuovo nel parlare del Neocolonialismo?) mentre altri esprimono solidarietà per gli attacchi che ha ricevuto e su come invece loro abbiano capito tutto, loro si che sono svegli ad accorgersi che gli USA hanno appoggiato decine di golpe in giro per il mondo e fomentato altrettante milizie. Altri ancora, una buona parte, vanno off-topic o si limitano ad inneggiare. Tutto molto confuso, in perfetto stile M5S.

Mentre Di Battista sta come sta, Giuseppe Grillo è un bugiardo di prima categoria, un viscido approfittatore, uno squalo del torbido professionista. Elemento di spicco della manovalanza organizzata per un movimento fabbrica soldi e contatti. Ok, questo lo sapevate già. Per difendere il suo Di Battista il blog di Grillo condivide cose come “Chi è e com’è nato l’ISIL? Non puoi non saperlo, clicca qui” rimandando al presunto testo illuminante del parlamentare. Non è vero. Non si parla di come è nato l’ISIL. Punto. Non mi dilungo su Grillo perché non devo motivare l’assenza di analisi. Che queste informazioni siano assenti lo capisce chiunque abbia letto quell’articolo e sia in possesso di un minimo di senso critico. Se lo scopo era illuminare sull’ISIL, e non sfoggiare il proprio narcisismo, il risultato del papiro è mediocre.

Veniamo a lui, Di Battista. Non ha parlato dell’ISIL, dei suoi legami, della sua evoluzione da ISI e delle vicissitudini dell’ultimo anno. Allo stesso modo, non ha parlato della Siria, e quindi il grillino medio associa quasi esclusivamente “ISIL” a “Iraq”. Zero riferimenti ai tre anni di guerra in Siria, dove Assad non massacra i cristiani perché cristiani e, quindi, si dovrebbe spiegare un po’ meglio a cosa si debbano 6,5 milioni di profughi. La Siria è strategica per varie ragioni ma soprattutto perché il nuovo nemico numero uno – l’ISIL – partecipa attivamente quel conflitto da molto prima che Di Battista fosse occupato nella campagna elettorale “vinciamo-ieri”. In Siria si combattono una decina di fazioni ripartire su tre fronti principali, e già ora intervengono al fianco dei (tanti) ribelli varie potenze, compresa la Turchia di Erdogan e l’Arabia Saudita. Ultima, ma non meno importante, considerazione: la Siria è il teatro nel quale è avvenuto il tentativo di fusione tra l’ISI con al-Nusra, fusione non condivisa da al-Zahawiri ma avvenuta unilateralmente ad opera di al-Bagdhadi autoproclamatosi califfo dell’ISIL.

Dopo tre anni e centinaia di migliaia di morti, Di Battista non ha la benché minima idea della situazione siriana e, infatti, parla solo del lato iracheno riferendosi incoerentemente ad un’organizzazione che agisce tra Iraq e, appunto, Siria. Lacunoso. Oltretutto non si segue un filo, ma si fa un calderone di tutto, inserendo periodi-riempitivi per collegare con disinvoltura argomenti separati.

Ho quindi appreso che per Di Battista al-Bagdhadi non esista: significativo parlare dell’organizzazione terroristica più nota del momento senza citarne mai un dirigente, un capo, un personaggio di spicco. Ripeto quanto detto su Grillo: in questo articolo non si parla dell’ISIL. Per il parlamentare non esiste nemmeno il Mossad e la figura di Israele nell’area mediorientale. Figuriamoci se esistono le dichiarazioni USA che pochissime settimane fa parlavano di affari interni iracheni dei quali loro si lavavano le mani mentre ora, dopo le dichiarazioni di Hillary Clinton, assistiamo all’intervento militare. Ah, dimenticavo, per correttezza: Di Battista parla di mettere in discussione la leadership statunitense. Mi viene da dire: ancora a questo punto? Gli italiani, ancora, nel 2014, devono decidere se mettere in discussione la leadership statunitense? Verrebbe da ridere se non fosse per le implicazioni di questo atteggiamento supino e viene da sorridere nel vedere Di Battista incazzato nero con la Lockheed Martin ma nessun accenno, manco per sbaglio, all’italianissima e statalissima Finmeccanica, come allo stesso modo sono deprecabili i contractors a stelle e strisce in Iraq ma quelli italiani no, figurarsi. Più o meno è la stessa logica che utilizzano i pietisti sardi e italiani sull’occupazione militare e le sperimentazioni belliche in Sardegna da parte di Israele. Sdegno, petizioni, richieste e quant’altro. Che in Sardegna avvengano esercitazioni con corpi militari di svariati paesi NATO non è un problema, il problema è che Israele compie il solito genocidio in queste settimane. Per tutti gli altri: bombardate pure, fate come se non esistessimo, così lo Stato in piena decadenza può incassare il pizzo sulla morte e l’inquinamento della Sardegna mentre Di Battista scrive di antimilitarismo a caso, nonostante ci troviamo a non più di 300 km in linea d’aria.

A proposito di contractors, quelli che quando vengono rapiti dobbiamo augurarci che la diplomazia faccia il suo corso, un accenno anche a quelli religiosi. Dall’Oglio, il sacerdote cristiano rapito in Siria dai ribelli dell’ISIL che, a differenza delle teste mozzate, hanno riservato lui un trattamento completamente diverso. Sarà forse per le posizioni di Dall’Oglio che in tempi non sospetti invocava l’intervento militare occidentale per deporre Assad? O esaltava il possibile l’uso di armi chimiche da parte dei “ribelli” e sminuiva le barbarie da parte di alcuni “rivoluzionari” ritenuti certamente teleguidati da Assad. Chiaramente queste sono posizioni sposate da Lucia Annunziata per la quale Dall’Oglio era corrispondente.

Per tornare a Di Battista,  riporto testualmente:

L’obiettivo politico (parlo dell’obiettivo politico non delle assurde violenze commesse) dell’ISIS, ovvero la messa in discussione di alcuni stati-nazione imposti dall’occidente dopo la I guerra mondiale ha una sua logica. Il processo di nascita di nuove realtà su base etnica è inarrestabile sia in Medio Oriente che in Europa. Bisogna prenderne atto e, assieme a tutti gli attori coinvolti, trovare nuove e coraggiose soluzioni.

Ci sono almeno 3/4 inesattezze. L’ISIL non ha un obiettivo politico, o meglio l’obiettivo politico è far si che l’opinione mondiale si convinca che gli USA, per quanto imperfetti, anche questa volta ci tornano comodo e speriamo che risolvano la questione a modo loro ed evitino che domani qualche islamista mi espropri la casa. In questo Di Battista contraddice l’idea tardiva di mettere in discussione la leadership USA, facendo a livello mass-mediatico il gioco imperialista, senza considerare che Di Battista parla degli USA come un proprio alleato e non proprio come qualcosa da mettere in discussione. Io lo considero un esercito occupante al pari di quello italiano.

Parla di andare alla radice del problema, che il terrorismo è il cancro e il cancro si attacca alla radice e non si curano solo i sintomi. Emozionante similitudine, bella narrazione, ma quindi? Quindi inquadriamo l’ISIL come una banda di estremisti con metodi efferati (le violenze commesse) ma che tendono ad un fine (l’obiettivo politico) condivisibile, motivando questa lettura con la fumosa affermazione di “messa in discussione degli stati-nazione imposti” (vuol dire tutto e nulla) e le altrettanto fumose “nuove e coraggiose soluzioni” da trovare. Considerando che il paragrafo era intitolato “che fare”, il M5S in pratica ci dice che per fare qualcosa dobbiamo trovare soluzioni. Ripetitivo ed evasivo.

Di questi confini imposti dall’Occidente poi non si fa riferimento ai confini dell’entità sionista. Si sa: Israele non si tocca. In questo il M5S e l’Huffington Post sono perfettamente allineati e sarei curioso di sapere se per Di Battista esistono confini ancora più imposti, strumentali e destabilizzanti di quelli israeliani. Due pesi e due misure. D’altronde, poche settimane fa l’autore parlava di media indirizzati informando sull’esistenza di Ilan Pappé e “La pulizia etnica della Palestina” affermando in modo ridicolo: “Sarà vero? Non sarà vero? Ognuno approfondisca e si formi una propria opinione. Ma il punto non è questo“. Qui insultare Di Battista e la sua mediocrità dovrebbe essere la reazione minima. 

L’ISIL viene vista come un’organizzazione efferata ma autonoma nel contrasto imperialista, autonoma nel senso che nasce come reazione, mentre sappiamo che l’ISIL – come a suo tempo Al-Qaeda – nasce come strumento dell’imperialismo e non come una forma di contrapposizione allo stesso. L’autonomia anti-imperialista dell’ISIL è un’opinione politica che veleggia nella mente bacata di Di Battista e dei suoi milioni di seguaci. Un giorno magari ci spiegherà come fanno poche decine di migliaia di uomini a prendersi in pochi mesi migliaia di chilometri quadrati. Oltre all’efferatezza occorrono armi, logistica e addestramento militare di altissimo livello. In pratica un mucchio di soldi. Non è dato sapere chi ci sia dietro all’ISIL secondo il parlamentare del M5S e, a ben vedere, in assenza di specificazioni pare proprio che per Di Battista l’ISIL sia un’organizzazione autonoma e antimperialista. Non ci si prende mezzo Iraq e e un terzo della Siria così, perché si è tagliagole e torturatori senza paura. Occorre ben altro. Non stiamo parlando di Risiko ed è oltretutto doveroso inserire nel discorso, oltre alla Siria, anche le posizioni egiziane e saudite. Invece un bel nulla.

Peggio ancora fa la confusione logica ed etimologica tra “violenza”, “lotta armata” e “terrorismo” che per Di Battista è inesistente. Strano e confusionario che poi lo stesso autore venga sostenuto da uno, Giuseppe Grillo, che poche settimane fa strillava entusiasta l’appoggio di “tutti i carabinieri, di tutta la polizia, della Digos” e altra bella gente. Tutti sono bene accetti nel M5S, tutti dentro il calderone.

Parla di elevare ad interlocutore il “terrorista” per renderlo meno sanguinario ed evitare bombardamenti o interferenze. Bello, interessante, peccato che ritengo che Al-Bagdhadi – a telecamere spente – non siederebbe dalla parte opposta rispetto ad Obama o qualche generale NATO. Sono molto più vicini di quanto si possa immaginare. Mi viene anche in mente che negli ultimi due anni non ho sentito Di Battista o qualche “dirigente” del M5S esaltare e supportare la violenza rivoluzionaria delle molotov dei giovani del Bahrein, paese a prevalenza musulmana sciita e retto da una monarchia sunnita. Non fa click parlare del milione di disperati dell’arcipelago.

Quando dagli avvenimenti storici si passa all’opinione politica si asciuga la schiuma della lumaca e lo statista smette di strisciare.