Tempio Pausania. Triplice omicidio: concessa consulenza psichiatrica. Prossima udienza il 15 aprile

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Foto: Sassari Notizie

Si è tenuta ieri, 1° aprile 2015, difronte al Gup Vincenzo Cristiano, la prima udienza preliminare del processo che vede Angelo Frigeri unico imputato dell’omicidio della famiglia Azzena-Zanzani. Giulia Zanzani, Giovanni Maria Azzena e il figlio dodicenne Pietro, vennero massacrati nella loro abitazione di Via Villa Bruna a Tempio Pausania il 17 maggio 2014. In un primo momento, data l’efferatezza del delitto e le modalità di uccisione delle vittime, si credette che gli omicidi fossero legati alle vicende processuali che vedevano coinvolti i coniugi Azzena, in un caso di usura consumato sul territorio, processo ancora in corso e dal quale sono state stralciate le posizioni della coppia. Addirittura, si ipotizzava potesse essere stato ingaggiato un commando organico al mondo dello strozzo e del riciclaggio al fine di punire gli Azzena. Tali ipotesi iniziarono a decadere in quanto i movimenti, registrati dalle telecamere di sorveglianza poste in Via Villa Marina, mostrarono un unico soggetto che si aggirava intorno alla casa e all’attività commerciale degli Azzena la mattina del delitto, ovvero Angelo Frigeri. Quest’ultimo era un “amico intimo” della famiglia assassinata, in particolare intratteneva rapporti molto stretti con il capofamiglia, accompagnandosi con lui da diverso tempo e occupandosi insieme a lui di questioni lavorative. Non solo. In seguito alle prime evidenze probatorie, viste le dichiarazioni dello stesso Frigeri e le risultanze dei tabulati telefonici, che mostravano un cospicuo scambio di comunicazioni tra le utenze di Frigeri e la Zanzani, si ipotizzava un rapporto molto stretto anche tra i due. Così, inizialmente, si teorizzò anche il movente passionale. Ma anche quest’ultima ricostruzione, più attribuibile al giornalismo scandalistico e patinato, non avendo trovato riscontro negli elementi di indagine raccolti, è stata dimessa.

Si è passati dal ritenere, in prime battute, che Frigeri fosse coinvolto in concorso con altri nel triplice omicidio, a considerarlo, attualmente, l’unico responsabile dell’accaduto. Angelo Frigeri avrebbe agito, secondo la ricostruzione della pubblica accusa, in un impeto totalmente avulso dalle ragioni inizialmente ipotizzate. Decadono così il movente passionale, come anche l’eventuale collegamento con il mondo dello strozzinaggio. Un attimo di cieca violenza che nell’arco di un’ora e mezza circa, ha condotto l’odierno imputato a compiere, in sequenza, l’omicidio di Giulia Zanzani, Giovanni Maria Azzena e del piccolo Pietro. Ed è di questo che deve oggi rispondere, principalmente, Frigeri: triplice omicidio con l’aggravante per la continuazione, la crudeltà e la minorata difesa.

L’udienza di ieri si è aperta con l’ovvia costituzione di parte civile dei familiari delle vittime. La difesa, composta dagli legali Cocco e Casula ha, in prime battuta, sollevato delle questioni concernenti la presunta violazione del contraddittorio asserendo di non avere una completa e piena conoscenza degli atti processuali, a causa del deposito di nuovi documenti di indagine, da parte dei RIS di Cagliari, avvenuto sabato 28 marzo 2015 e dei quali, a causa delle ristrette tempistiche, non si è potuto estrarre copia. Inoltre, pare che siano sorte problematiche concernenti l’acquisizione delle registrazioni delle camere di videosorveglianza, le quali sono poste alla base dell’imputazione formulata dalla Procura di Tempio Pausania e dunque costituiscono elemento probatorio e difensivo fondamentale. A tale questioni si è fortemente opposto il P.M. titolare dell’inchiesta, Angelo Beccu, il quale ha contestato le questioni sollevate dalla difesa, in quanto ha specificato come non vi sia alcuna violazione del contraddittorio posto che, innanzitutto, le presunte nuove prove depositate dai Ris di Cagliari sabato passato, in realtà, non sono altro che un resoconto relativo agli elementi probatori già acquisiti e che gli unici elementi nuovi, rispetto al passato, riguardano il ritrovamento di Dna salivare del piccolo Pietro Azzena sopra il giubbotto dell’imputato e il sangue di quest’ultimo nel lavandino del bagno. Inoltre, continua il P.M., i filmati della videosorveglianza erano nella piena disponibilità della difesa già all’epoca dell’incidente probatorio svoltosi l’11 febbraio 2015.

Un’altra questione su cui si è fortemente dibattuto in udienza, riguarda la richiesta della difesa di consentire l’accesso in carcere di due consulenti di parte, ai sensi dell’art. 233 c.p.p., affinchè si possa procedere ad una consulenza sulle condizioni psichiche di Frigeri. Forte opposizione anche in tale occasione da parte del PM, in quanto, sostiene Beccu, non si possa effettuare una consulenza senza consentire alle altre parti processuali di nominare un proprio consulente di parte e, inoltre, visto l’orientamento della Cassazione a riguardo, il Giudice non dovrebbe ammettere una consulenza sulle condizioni psichiche di un imputato se lo stesso non abbia avuto precedenti psicotici. Il Gup, Vincenzo Cristiano, ha concesso che venga espletata la consulenza psichiatrica così come richiesta dalla difesa, in quanto considerata atto di investigazione difensiva, dunque nella piena facoltà della parte e riservandosi, eventualmente, alle risultanze della stessa, di predisporre una perizia tecnica d’ufficio.

La prossima udienza GUP è attesa per il 15 aprile, udienza nella quale verrà acquisita la consulenza della difesa e, probabilmente, si procederà alla visione dei filmati della videosorveglianza di cui tanto si è dibattuto.

Ci si chiede se la verità processuale che sta pian piano emergendo grazie alle risultanze probatorie, sia sufficiente a fugare i dubbi di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti e/o legati al mondo dell’usura, realtà tutt’altro che inesistente sul territorio, o altri moventi più articolati rispetto al “semplice” impeto, scatenato da non meglio precisate ragioni. Anche questo aspetto dovrà essere chiarito nelle more del processo, auspicando che l’Imputato rompa il silenzio dietro al quale, fino ad ora, si è barricato.

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