Sviluppo locale. Economia e cultura: transizione verso la sostenibilità?

bauladuIn seguito alla tre giorni della VI edizione di Ananti de sa Ziminera a Bauladu, si propone un breve approfondimento sul tema dell’economia culturale e dello sviluppo locale, ovvero gli eventi culturali – in ottica diffusa – come potenziale di sviluppo socioeconomico. Una possibilità di incremento di valore aggiunto nell’economia da apprezzare anche e soprattutto per una transizione verso una reale sostenibilità socioeconomica,  creando al contempo un valore – appunto – diffuso. In una realtà come quella della nazione sarda, il concetto di diffuso è legato ad un aspetto duplice. Da un lato ad uno schema micro, diffusamente inteso come valorizzazione di parti della specifica comunità, spesso poco popolata e con dinamiche di spopolamento in atto o a rischio, dotate di grandi capitali improduttivi; dall’altro nella diffusione geografica dei paesi e degli abitanti stessi sul vasto territorio nazionale sardo. A tal proposito la demografia e l’orografia sarda costituiscono tratti preminenti della nazione e in tal caso la fusione delle due declinazioni di “diffusione” si possono combinare nell’ottica di una gestione completamente differente dell’indotto turistico, ampliando di parecchio la prospettiva di analisi socioeconomica, in particolare sul campo della sostenibilità e della promozione dello sviluppo umano. Questo tipo di approccio economico alle politiche pubbliche, rileva una serie di benefici e, più importante, rappresenta un caso in cui si possono rintracciare delle esternalità positive nella distribuzione dei redditi, contrariamente a quanto accade in realtà industriali o meramente turistiche fortemente congestionate, rivestendo al contempo un ruolo di integrazione economica per quelle tante comunità che spesso, per mancanza di un certa cultura di base o per competizione cannibalizzante, faticano a lavorare comunemente e con profitto in strutture associative intercomunali. I Comuni in Sardegna con meno di 5.000 abitanti rappresentano oltre l’80% dei 377 totali e quelli con meno di 1.000 residenti costituiscono quasi un terzo delle municipalità sarde; l’interscambio economico generato, oltre all’attrattiva rispetto a zone più densamente popolate, costituisce un’integrazione positiva in quanto basata su attività economicamente sostenibili e riveste un aspetto cruciale per quei sistemi economici micro storicamente interrelati in una più ampia regione storica. Si può, così, contribuire ad arginare varie dinamiche di sperequazione territoriale, con la riduzione delle diseguaglianze e  uno sviluppo economico equilibrato.

All’interno:

– testi: Davide Corriga.
– infografica: Franciscu Pala.

http://www.eloe.eu/articles/pdf/ELOE15.pdf

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