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Casteddu 13 dicembre. Una lotta, Tante lotte. Tante lotte, una lotta: Indipendenzia.

Foto FiuIl Fronte Indipendentista Unidu parteciperà alla seconda manifestazione nazionale del 13 dicembre contro l’occupazione militare. Sarà l’occasione per riaffermare che il nostro Popolo non vuole assolutamente la presenza di basi militari straniere nella sua terra, siano esse italiane o NATO.

Il Fronte reputa pertanto fondamentale l’adesione, la partecipazione e la mobilitazione in queste lotte. E ritiene che sia indispensabile sostenere tutte quelle iniziative che in questo momento fanno massa critica e unione popolare contro l’occupazione militare.

L’occupazione militare, che soffoca la nostra economia, devasta l’ambiente mettendo in pericolo la salute e spesso la vita di chi vive e lavora in Sardigna in prossimità dei poligoni e delle basi militari non piove certo dal cielo e non è frutto del caso, ma è uno dei pilastri del colonialismo italiano e del regime di dipendenza a cui la Nazione Sarda è sottoposta. Regime di dipendenza che tocca tutti i punti strategici della nostra economia, a partire dalla presenza militare.

Per questo riteniamo che la battaglia all’occupazione militare non possa essere slegata da un ragionamento più ampio, più organico a cui la stessa mobilitazione del 13 debba fare riferimento. La lotta contro l’occupazione militare ha necessità di rimarcare con forza il proprio carattere anticolonialista, di opposizione alla gestione scellerata che si fa della nostra terra e dei nostri beni da parte dei vecchi e nuovi governatori della Sardigna.

Riteniamo necessario che attorno a questa battaglia si aggreghi una piattaforma politica anticolonialista popolare, partecipata e attiva, che coinvolga le forze sane dell’indipendenza non prostituite al blocco coloniale, e tutte quelle forze sociali e civili che si oppongono senza se e senza ma all’occupazione militare italiana in Sardigna. Una forte e radicale mobilitazione popolare dunque, capace di radicarsi sui territori, di rendere realmente partecipe e attiva la nostra gente, protagonista primaria della decisione di vivere in una terra che non debba più subire alcun oltraggio da parte di terzi.

Dare forza capillare e diffusa alla mobilitazione ci permetterà un dibattito ampio e forte sulle alternative reali della gestione delle nostre risorse e della fattibilità di scelte diverse da quelle imposte dall’alto. È per questo che è necessario che gli indipendentisti si prendano la responsabilità politica di un più ampio ed organico progetto di convergenza indipendentista e anticolonialista, che sia capace di far compiere alla lotta contro l’occupazione militare quel salto di qualità verso una lotta di liberazione nazionale e sociale nel nostro Paese. Una lotta organica, organizzata e strutturata.

Senza questo salto, insieme politico e organizzativo, ogni mobilitazione risulterà non solo effimera ed inutile, ma anche controproducente, perché veicolerebbe il concetto che è possibile lottare contro “la militarizzazione” e/o contro “le servitù militari” senza portare avanti una seria ed organica lotta di liberazione nazionale. Per questo ci rendiamo disponibili con le nostre forze ad organizzare momenti di dibattito e di azione in ogni paese della nostra terra. Ci rendiamo disponibili a dibattere sulla possibilità di rendere duratura e proficua una lotta che può e deve essere vinta dal nostro popolo.

Una lotta, Tante lotte.
Tante lotte, una lotta.
Indipendenzia.