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Il “sacco del Banco”: gli strascichi della colonizzazione finanziaria.

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Duro comunicato del Fronte Indipendentista Unidu sulla vicenda Banco di Sardegna – BPER e la chiusura degli sportelli in numerosi piccoli comuni.  Si è parlato più volte della discussa operazione di acquisizione del Banco da parte della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, a cavallo degli anni ’90 e 2000. Ciò che accade oggi lo ricorda e il Fiu definisce “la parte conclusiva di un’operazione che vede lo smantellamento del credito sardo e dei servizi ad esso collegati a favore della modenese BPER“.
Tale operazione – aggiunge il Fiu – è stata controllata dai partiti italiani e in particolare dal PD che attualmente governa senza opposizione la RAS con il favore dei così detti sovranisti“.
L’organizzazione indipendentista sottolinea come il PD domini l’operazione, dalle sue origini sino al oggi: “la nomina di Cabras è stato l’ultimo tassello propedeutico alla cessione del Banco di Sardegna e della Fondazione rispettivamente alla BPER e alla Cassa Depositi e Prestiti. In questi giorni si assiste all’epilogo dell’operazione di smantellamento del credito sardo, a partire dalla chiusura delle 10 “agenzie minori” in diversi paesi dell’isola“.
Pare proprio arrivata la coda lunga di quel tipo di colonizzazione definibile come finanziaria. Le conseguenze nefaste dell’operazione portata avanti, guarda caso, anche grazie all’attuale governatore Pigliaru (a suo tempo nel cda del Banco) sono note da tempo ed è sufficiente osservare le impietose statistiche che si susseguono di anno in anno, nonché le dichiarazioni di Pigliaru al limite del provocatorio: in campagna elettorale ha più volte parlato di un mercato del credito sardo molto concentrato e anticoncorrenziale.
Nonostante il ritorno in attivo nel 2013 da parte del Banco, l’economia sarda è allo stremo.
Giochi di mercato che alcuni definirono persino come “sacco del Banco“, salvo poi sedere tra i banchi della maggioranza che tutt’ora sostiene la giunta Pigliaru e il partito-Stato PD. Ora si iniziano ad avvertire in modo più tangibile le implicazioni di quel passaggio, politico, prima ancora che economico. Effetti che complessivamente vanno bel oltre la chiusura di alcuni filiali – fatto grave – ma va ricordato il totale assoggettamento finanziario della Sardegna e del suo ciclo risparmi-investimenti a servigio degli equilibri finanziari nel nord-italia e a favore della crescita economica del settore bancario nel modenese.
Il Fronte Indipendentista Unidu esprime solidarietà e supporto all’attività della Confederazione Sindacale Sarda che negli scorsi giorni ha incontrato i sindaci dei paesi interessati dalla chiusura delle agenzie”.
Vi rientrano anche le frazioni tempiesi di Bassacutena e San Pasquale e il Fiu conclude sostenendo “la proposta dei lavoratori del Banco in lotta di avviare una petizione pubblica (raccolta firme on-line e in piazza) per fermare lo smantellamento e la svendita totale del Banco di Sardegna del quale il 49% delle azioni appartengono alla Fondazione Banco di Sardegna”.