Tempio, Sef: dalla corsa per l’Eccellenza al crack di Pallotta e soci

In piedi da destra: il presidente della S.E.F Tempio, Marco Pallotta (Foto: sito Sef Tempio)

Tempio, Sef: dalla corsa per l’Eccellenza al crack di Pallotta e soci

Caso Sef Tempio, ennesimo colpo di scena: alcuni calciatori svincolati ritornano a Tempio. Da una cordata tempiese all’ipotesi autogestione con il tecnico Cassitta responsabile. L’inchiesta Sef Tempio, tra assegni scoperti e misteriosi fondi da sbloccare nei Balcani, convenzioni assenti e giovanili in mano a non abilitati. Cronaca di un nuovo dissesto per il calcio tempiese.

A parte l’ironia riguardo il cognome del più noto e facoltoso presidente della Roma A.C., James, visti i propositi estivi per la Sef Tempio di Marco Pallotta si annunciava un anno da protagonista nel Girone B del campionato di Promozione. Invece, nel cambio di presidenza e dirigenza qualcosa è andato storto. Nonostante la squadra occupi le prime posizioni in classifica, il tracollo societario è ormai imminente.

Dopo alcune stagioni all’insegna di una relativa stabilità di risultati e una solidità economica mostrata dalla presidenza Pala, la Sef Tempio passa nel 2014 al fiscalista tempiese Pietro Fara con l’intento di rilanciare la società. Ora, però, ritornano i fantasmi della stagione 2006-2007 in Serie D. Dopo un’entusiasmante cavalcata che aveva visto la società gallurese sotto la presidenza Fresu vincere il campionato Dilettanti e la Coppa Italia dilettanti, l’U.S Tempio non fu ammessa nel professionismo a causa di un ritardo nella presentazione della fidejussione. La squadra ripartì l’anno successivo dalla I Categoria. Dopo il fallimento dell’U.S. Tempio nel 2008, nel 2009-10 la nuova società (denominazione completa: A.S.D. S.E.F. Tempio Pausania) si classifica 2° nel girone B di Promozione, ma verrà sconfitta ai play-off dal Sant’Elena.

Grandi propositi al momento del passaggio societario da Fara all’imprenditore outsider Marco Pallotta, accreditato come attivo nell’edilizia e nella discografia e accolto nel mese di luglio dalla stampa locale con enorme entusiasmo – “Dalle sue parole si nota subito che è un uomo concreto, dalle idee chiare e dalla voglia di fare“.

Oltre all’ex presidente Fara rimasto all’interno dell’organico dirigenziale, alla guida tecnica della squadra veniva riconfermato Amedeo Cassitta (allenatore arrivato a Tempio l’anno precedente da Luras), un nuovo dirigente, Giovanni Carta, e il vice allenatore, il brigadiere di finanza Marino Onofrio. I dirigenti A. Usai, M. Ruggero (segretario) e P. Addis completano la dirigenza. L’interesse di Pallotta per la società viene attribuito al rapporto di lunga data che lega Carta con l’impresario laziale.

Riconfermata la guida tecnica giunta a Tempio nel 2015, il duo Cassitta-Onofrio, ques’ultimo uomo di esperienza nel mondo del calcio in Sardegna nei campionati minori. I tecnici vennero presentati come una coppia vincente reduce dalla buona esperienza nel Lauras Calcio, una guida promettente per la squadra tempiese in larga parte rinnovata e potenziata.

Dopo un anno di buon rodaggio dell’area tecnica, aspettative al rialzo per la stagione 2016-2017, con il dirigente Carta che durante la preparazione estiva dichiarava: “siamo sempre stati molto attaccati alla Sef Tempio, in particolare mio fratello Tino (vice presidente regionale della Figc prematuramente scomparso a settembre 2015, ndr) che ne era il primo tifoso. Ecco perché ho deciso di scendere in campo per dare una mano a fianco del presidente Pallotta che è molto motivato. L’obiettivo è ricreare entusiasmo e riportare i nostri tantissimi tifosi allo stadio“.

Cambio di proprietà già nell’aria al momento dei play off sfumati al termine della scorsa stagione. “Io ricordo a tutti che abbiamo bisogno di aiuti economici, che la Sef Tempio appartiene alla città di Tempio, e quindi se qualcuno vuole darci una mano siamo qui pronti a discuterne e se vuole subentrare siamo pronti se necessario anche a lasciare la mano” – Fara aveva inequivocabilmente dichiarato a maggio.

L’amministrazione comunale formalizzava il 20 giugno 2016 l’affidamento alla Sef per i lavori di manutenzione ordinaria del manto erboso del Nino Manconi (corresponsione del canone di locazione in servizi) e, sempre durante l’estate, il Comune di Tempio aggiudicava i lavori per la sistemazione della pista di atletica.

Date le premesse iniziali e i primi risultati positivi, l’aspettativa era quella di un’immediata promozione in Eccellenza, obiettivo ribadito dalla presidenza non più tardi di qualche settimana fa. Si sono così alternate una miriade di versioni sui problemi della società. Oltre a controversi capitali da sbloccare all’estero, si è accennato ad un importante sponsor – un’industria attiva nel settore del caffè – venuto meno ad inizio stagione per volere dello stesso Pallotta.

Ad ogni modo, le somme necessarie non giungevano nel conto corrente della Sef e, in più di un’occasione, giocatori, allenatori e altri che vantassero crediti verso la Sef si sono ritrovati numerosi nella filiale tempiese del Banco di Sardegna. L’inadempienza della società è diventata in breve un fatto di dominio pubblico.

Già nel mese di settembre sul conto conto corrente della società sono stati mandati all’incasso assegni a copertura di spese alberghiere di Pallotta e famiglia, titoli risultati scoperti dai quali è scaturita una denuncia all’attenzione dei Carabinieri. Proprio la presenza di un agente della Gdf, nonché una dirigenza in larga parte rinnovata, avevano spinto l’esercente ad emettere fattura nei confronti della Sef, società con la quale da anni non vi erano rapporti commerciali per via di debiti mai saldati.

Ancora più confusa la questione delle grosse aspettative che Pallotta riponeva a Tempio e che lo avevano spinto, sempre a suo dire, a mobilitare importanti sponsors, dati migliaia di spettatori previsti e lavori di ammodernamento piuttosto contenuti. Una rapida scalata del Tempio nelle categorie superiori e la possibilità di dotare la Città persino di un nuovo impianto sportivo. Pallotta, relativamente al rapporto con l’amministrazione ha parlato di un appoggio delle intenzioni da parte del Comune, da concretizzarsi realmente solo nel momento in cui lui stesso, dirigenza e finanziatori mai definiti avessero costituito una società di capitali. In un secondo momento, ha parlato solo di saluti formali e un semplice “in bocca al lupo” augurato dagli amministratori nel mese di luglio, con questi ultimi che sarebbero stati praticamente estranei ai progetti di Pallotta, in particolare l’intenzione di richiedere un finanziamento tramite il credito sportivo della F.I.G.C., operazione resa impossibile – sempre secondo Pallotta – dalla mancanza di una concessione formale dell’impianto Nino Manconi alla Sef Tempio.

Si è appreso come Pallotta nell’illustare le sue aspirazioni abbia persino fatto riferimento alla costruzione di un centro commerciale a Tempio, mentre ancora nel mese di dicembre ostentava una certa sicurezza sulla positiva risoluzione della vicenda e, addirittura, prometteva 18.000 euro di sponsorizzazione per il Carnevale 2017 a beneficio dei Carrascialai.

Come detto, gli ingenti sponsor mai precisati sarebbero venuti meno per volere dello stesso Pallotta il quale avrebbe constatato le reali e ridimensionate opportunità di business che i referenti tempiesi, in particolare Giovanni Carta, avevano prospettato. D’altro canto, la consueta raccolta fondi con abbonamenti e piccoli contributi portata avanti dai tifosi è iniziata in un momento in cui ancora la presidenza era, formalmente, quella di Fara. Successivamente, verso metà luglio, la raccolta fondi venne sospesa dato l’arrivo di un nuovo presidente e nuovi importanti finanziamenti che rendevano superfluo raccogliere poche migliaia di euro di sottoscrizioni a livello popolare e di piccole attività commerciali.

Tra versioni sempre nuove e impegni di pagamento procrastinati, corre la parabola di una società che passa dall’essere in corsa per la vittoria del campionato al possibile crack e scomparsa.

In seguito alla 6° giornata, si è tenuto un incontro tra una delegazione di sostenitori della Sef e proprietà con dirigenza. Il primo segnale evidente della crisi della società che gioco-forza accetta che siano i tifosi, reticenti di fronte alle rassicurazioni di Pallotta e dirigenza, a pretendere che una parte dell’incasso domenicale (700/800 euro) venga distribuito ai calciatori per mano diretta della tifoseria a fronte di una dirigenza completamente delegittimata. Un atto eclatante che ha rivelato definitivamente le problematiche, mentre i calciatori hanno atteso ulteriormente ed evitato di intraprendere un clamoroso “sciopero” che facesse deflagrare la vicenda in tutta la Sardegna.

Situazione, però, che non migliora lungo le giornate successive mentre i misteriosi fondi non arrivano a destinazione. Si è parlato in più di un’occasione di risorse da sbloccare in banche e finanziarie nei Balcani, informazioni queste note a numerose persone in città già dal mese di ottobre e divulgate largamente con una certa leggerezza. Questa versione, con relativa rassicurazione sull’arrivo imminente delle somme (si è parlato a lungo di una cifra intorno ai 150.000 euro poi lievitata a 300.000) avrebbe secondo alcune fonti allertato anche la Gdf di Sassari, al fine di verificare se le garanzie siano opera di “semplici” millantatori insolventi oppure vi sia stata una reale intenzione di portare a Tempio una grossa somma dall’estero.

Nelle ultime settimane diversi componenti della società in varie occasioni hanno declinato le proprie responsabilità sui debiti e uno dopo l’altro tutti i dirigenti hanno abbandonato l’incarico; tutti ormai precisano di essere “parte lesa” del crack del Tempio in quanto – formalmente – l’unico responsabile sarebbe Pallotta e il suo essere venuto meno agli impegni presi.

Nel mese di dicembre, l’incontro in Comune tra calciatori e alcuni amministratori comunali; i primi hanno messo a conoscenza della situazione il Sindaco Biancareddu e l’Assessore competente, Gianni Addis. Successivamente, un incontro tra amministrazione e Pallotta il quale ha continuato ad oltranza ad assicurare un’imminente risoluzione della vicenda.

Dal 1° al 16 dicembre i giocatori si sono potuti svincolare e vi è stata una dipartita in massa dalla Sef Tempio, con gli stessi calciatori alla ricerca di nuove squadre per il proseguo della stagione, opportunità che per molti non hanno mancato di presentarsi già nell’immediato sviluppo della vicenda. Le voci rigurado la Sef insolvente si sono diffuse immediatamente in tutta la Sardegna, come consuetudine in categorie a campionato locale.

Un’incognita la costituivano le procedure di svincolo che richiedono la firma da parte della società. Eventuali resistenze da parte di Pallotta avrebbero potuto rappresentare un’ulteriore beffa. Dopo lo svincolo di otto calciatori, Pallotta si ostina a non lasciare la guida della società a beneficio di una presunta cordata di imprenditori locali, intenzione questa accennata anche durante un’assemblea pubblica di metà dicembre in Comune. Propositi non certo agevolati dai numerosi debiti pregressi e dalla situazione decisamente ambigua.

Il Comune nei giorni precedenti all’assemblea aveva diffidato l’accesso alla struttura sportiva a Pallotta e dirigenza. Questi sono stati “diffidati”, ma l’atto è totalmente privo di effetti giuridici dal momento che non è possibile, ad esempio, revocare la concessione dell’impianto se la stessa non è stata formalmente stipulata. La prospettiva annunciata dal Sindaco a metà dicembre era quella di riportare la Sef, senza presidente e dirigenti inaffidabili e insolventi, nelle mani del Comune.

A proposito della Convenzione, il canone di locazione previsto per la struttura a beneficio del Comune di Tempio segue il relativo tariffario comunale e, in generale, l’assegnazione degli impianti sportivi è disciplinata da apposito Regolamento (Delibera del Consiglio comunale n. 100 del 15 dicembre 2006). Il Regolamento indica il 30 settembre come termine ultimo per la presentazione delle domande. Nella scorsa stagione sportiva, difatti, la determinazione dirigenziale (n. 846) è arrivata il 2 novembre rendendo nota la graduatoria provvisoria. Questa viene percepita praticamente come definitiva data l’assenza di solito di ricorsi e contenziosi. Per l’anno in corso, invece, la graduatoria è del 29 novembre (determinazione n. 1154); la Sef Tempio compare in due strutture sportive, il Nino Manconi e il Bernardo De Muro, e in entrambi i casi alla Sef vengono attribuiti 44 punti. La Sef si posiziona così alle spalle della Polisportiva Civitas (85 punti) con la quale proporzionalmente dovrebbe condividerne l’utilizzo.

Dalla preparazione iniziata il 22 agosto, risulta la Sef abbia disposto informalmente della struttura comunale: non risulta sia stata firmata alcuna convenzione con la società di Marco Pallota né, quindi, sia stato corrisposto alcun canone di locazione a beneficio del Comune che, dunque, non può vantare alcun credito. La situazione si complica dal momento che la graduatoria non è sufficiente all’utilizzo concreto di un impianto, in quanto lo stesso deve rientrare in una convenzione da stipulare con l’A.S.D. A sua volta, la stipula della Convenzione avviene previo rilascio dell’agibilità da parte dell’Ufficio Tecnico, ai sensi del T.U.LL.P.S.

In mancanza dei certificati di agibilità, dunque, il Settore Servizi alla persona e alle imprese non ha firmato alcuna Convenzione. Nonostante questo, la struttura è stata comunque utilizzata dalle A.S.D citate. Il canone annuo previsto per il Nino Manconi, alla luce dell’aggiornamento tariffario avvenuto nella stagione 2014-2015, è pari a 14.439 euro mentre non è dato sapere quale soggetto o Ufficio abbia permesso, formalmente o meno, l’utilizzo di una struttura inagibile. La Sef, oltretutto, figura attualmente come richiedente un contributo comunale di 3.500 euro, somma che per essere liquidata a beneficio dell’associazione sportiva richiede la presentazione di regolari fatture quietanzate che certifichino le spese per le quali si richiede il rimborso.

Ad una situazione già piuttosto complessa, poco prima di Natale si sono aggiunte le durissime dichiarazioni di sei ex giocatori della Sef Tempio durante la presidenza Fara. I calciatori hanno denunciato come a distanza di anni non siano mai stati corrisposti i rimborsi pattutiti per la loro permanenza a Tempio. Si tratterebbe anche qui di numerosi assegni a vuoto e impegni disattesi, con cifre importanti che fanno pensare come per la Sef possa arrivare la resa dei conti. La scellerata gestione di Pallotta e dirigenti degli ultimi mesi potrebbe essere solo il tappo che sta saldando sopra diversi anni di malagestione complessiva.

Quanto detto riguardo la prima squadra si estende con implicazioni nettamente più gravi ai campionati giovanili nei quali militano i ragazzi della Sef Tempio. In particolare, data la condizione della società e la sua disastrosa gestione, nonchè le numerose segnalazioni da parte di ragazzi e genitori, più di un sospetto cala sulla regolarità delle procedure di tesseramento presso la F.I.G.C e l’utilizzo delle somme richieste alle famiglie.

Oltretutto risulta che i ragazzi siano stati “allenati” e accompagnati nel corso dei mesi da almeno un soggetto non abilitato al compito e non autorizzato dalla Federazione. Risulta, inoltre, come in diverse occasioni i ragazzi, e quindi le relative famiglie, si siano quotati per il pagamento del pullmino per le trasferte (10-15 euro), oltre ad aver versato una sorta di iscrizione iniziale, risorse delle quali non è noto l’impiego.

Un fornitore di materiali sportivi (azienda di Perfugas) vanta crediti per oltre 12.000 euro, somma che va ad aggiungersi ai circa 2.000 euro maturati nei confronti di una struttura ricettiva locale a cavallo tra agosto e settembre. A questo si aggiungono le somme incassate dagli ingressi al Nino Manconi nelle partite casalinghe, un fondo pregresso di alcune migliaia di euro nel conto corrente e quanto raccolto da abbonamenti e piccoli sponsors locali, cifre non precisate delle quali non è dato sapere l’impiego concreto nel corso dei mesi.

Ma i colpi di scena nella vicenda Sef non sono finiti e la situazione potrebbe riservare grossi sviluppi. Attualmente, dopo la prima sconfitta del campionato registrata in casa contro il Porto Rotondo, la prospettiva è quella di una non meglio definita autogestione, con alcuni giocatori (5 su 8) che fanno clamorosamente ritorno a Tempio. L’allenatore Cassitta viene indicato come responsabile per la conclusione della stagione. Allo stato attuale la Sef conta un presidente inadempiente ed una dirigenza totalmente dimissionaria. I debiti complessivi della Sef Tempio si aggirano intorno ai 50.000 euro, di cui diverse migliaia presumibilmente non più recuperabili vista la dipartita dei giocatori “creditori”, tra cui i Romino Kozeli marcatore di ben 25 reti nella scorsa stagione. Il giovane l’attaccante olbiese si è accasato recentemente a Budoni, in Eccellenza, dove la dirigenza locale lo seguiva dalla passata stagione. La prospettiva di un progetto forte e un sostanzioso rimborso mensile avevano spinto per un altro anno a Tempio.

 

 

7 commenti su “Tempio, Sef: dalla corsa per l’Eccellenza al crack di Pallotta e soci”

  1. Caro Gavino sai benissimo che quello scritto e’ purtroppo la verità ed è giusto che tutti sappiano in che mani siamo e in che mani e’ il glorioso tempio… quindi pensa a fregartene tu che meglio per tutti…

    1. Gerolamo Masu, tu hai letto bene quello che ho scritto? (Il mio era uno scrivere scherzoso con Luigi senza polemiche) io non giudico nessuno e tanto meno Luigi, non mi pare di aver detto che ha scritto il falso. Poi se a mio sapere Luigi ha scritto delle cose sbagliate sta pure tranquillo che tu non lo leggerai. Sarà mia cura parlarne con lui in sede separata. E tu visto che non sei stato menzionato da me sta illu toiu. Bonfiddolu.

  2. Caro scrivente, che tu abbia ragione o torto o che tu abbia scritto il vero o quello che ti hanno raccontato (Cazzate o verità) questo non giova alla Sef Tempio.
    Più si bulichiggja la melda e più fiacu faci (Cit minnannu) Affuttitini….. e sempre forza Tempio

    1. Salve Gavino,

      in una situazione simile non credo sia ammesso “che tu abbia ragione o torto”, credo sia il caso di essere un po’ più precisi. Innanzitutto, non mi risultano Manconi tra i dirigenti: lei a che titolo parla?

      Sarebbe preferibile indicare dove sono state scritte cazzate o verità, altrimenti, sempri comu dicia chiddu, li ciavani ci li bola lu entu, e ciavani in chisti mesi n’agghju intesu abbeddhu. No volarai agghjunghjinni puru tu abà? A palti li ciavani, vi so fatti e situazioni chi sò pruati eccomu. In dugna manera, hai rasgioni, la melda candu si bulichigghja faci sempri più fiacu; ma v’è una cosa chi ti sfugghj: a me interessa di la Sef come una palti di lu paesi, no come la cosa più impultanti pa ca’ bisogna passà innant’ a tuttu (puru innantu a lu trabaddhu di la ghjenti e la siguresa di li famili chi mandani li steddhi a lu campu, pa dinni un pagghju).

      Li debiti ambarani debiti e li malpatroni ambarani mal patroni.
      Eu ambaru chi tu mi dichia undi sò li “cazzati” e poi, magari, ci poi dì cosa pensi sia meddhu fa pa la Sef Tempio e pa lu paesi. Cosa ni dii? Pa l’affuttitinni, fa una cosa, affuttitinni tu e pensa a lu toiu.

      LP

      1. Ciao Lui’, come puoi leggere non ti giudico su quello che hai scritto, ma voleva solo abbassare i toni su questa vicenda triste del calcio Tempiese, che in parte mi vede come da sempre impegnato. Per chiuderla qui su questa vicenda mi riservo di parlare di certe inesattezze scritte da te in sede separata. Frusciami chi ci bimu un caffè. A presto

  3. Complimenti , bell ariticolo ! Tutto vero era ora che qualcuno scrivesse qualcosa . Comunque il comune è assente in tutto questo , il merito va a quei giocatori che ancora giocano per la maglia del tempio .

    1. Grazie Gino. Il Comune non può evitare che una società calcistica sia caratterizzata da mala gestione, ma può evitare che la mala gestione interessi un patrimonio pubblico. Convenzioni e fidejussioni servono, per l’appunto, questo scopo. Non è tanto per guadagnare, ma per responsabilizzare chi usa patrimonio pubblico. Su questo, anche, credo sia necessario riflettere.

      LP

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