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Tempio Pausania. Abbanoa propone conciliazioni. Quale credibilità?

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Una delle tante comunità sarde in rivolta contro Abbanoa. Assemblea popolare a Solarussa (OR). (Fonte: La Nuova Sardegna).

Si è tenuto mercoledì scorso l’atteso incontro tra i funzionari Abbanoa, la cittadinanza e l’amministrazione comunale di Tempio Pausania in merito alle bollette anomale e il relativo sistema di rateizzazione dei pagamenti proposto da Abbanoa. Per l’azienda erano presenti il Dott. Picciau, responsabile servizio clienti, e il Dott. Urpi, sportello telematico. Per l’amministrazione il vicesindaco, Gianni Monteduro, e il sindaco, Romeo Frediani.

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Consulenze esterne. SEL e “sovranisti” si rimangiano il domani

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Francesco Agus, Sinistra Ecologia e Libertà

Ondata di polemiche dopo la proposta di legge (n. 114 del 25 settembre) presentata all’attenzione del Consiglio della RAS da parte di 16 consiglieri. L’oggetto, “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 9 gennaio 2014, n. 2″,  fa riferimento alla Legge regionale promulgata sull’onda delle polemiche per le maxi inchieste sui fondi ai gruppi consiliari, i quali avevano portato alla luce una visione diffusamente privatistica della politica regionale.

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L’occupazione militare è sempre l’occupazione militare. Non dimentichiamolo

sorveglianza-armataHo sentito parlare nelle ultime ore della presunta adesione del Partito Democratico alla Manifestada Natzionale del 13 settembre a Capo Frasca. Ho letto di sfuggita le dichiarazioni di Irs e la posizione del consigliere Psd’Az, Orrù, in solidarietà con i militari italiani (!). Non andrò nello specifico delle singole dichiarazioni, perché vi anticipo che non lavoriamo quotidianamente per farci dettare una linea politica dai collaborazionisti dello Stato italiano sotto i fari dei media. Sul punto sarò chiaro, perché l’ambiguità non fa parte del mio patrimonio politico. Dichiararsi indipendentisti ha, sino a prova contraria, un valore. Un valore inestimabile. Abbiamo per questo sempre ritenuto che chi sostenesse i partiti italiani si ponesse automaticamente al di fuori del movimento indipendentista sardo.

Seppur con le sue contraddizioni e i normali problemi di maturazione (come qualsiasi movimento di liberazione nazionale in ogni epoca e in ogni luogo) il movimento indipendentista si trova oggi di fronte ad un bivio. Dopo anni di giustificazioni, luoghi comuni e menzogne all’insegna del presunto benessere socioeconomico derivante dalle basi militari, il Popolo sardo sta acquisendo consapevolezza, andando al cuore dei problemi della nostra terra.

Questo processo in corso cresce numericamente e qualitativamente ogni giorno e questo pone davanti a militanti, dirigenti e sostenitori una grande responsabilità politica. E’ una prova di dignità di un intero popolo: scegliere se sostenere una lotta nei confronti di un problema sociale e politico in modo organizzato ed efficace, oppure se stringerci con gli artefici della nostra dipendenza e del sottosviluppo indotto. Ancora una volta. Sta a noi scegliere se incidere nella Storia una grande manifestazione di popolo, Indipendentista, o se ricadere ancora una volta nei soliti paradossi dei quali lo Stato italiano si giova nella sua opera di colonizzazione, con lo zuccherino della sospensione per…i turisti.

Alla luce dei recenti fatti e delle decisioni di sei mesi di governo Pigliaru in tema di “politiche militari”, questa maturazione si pone come vitale per la prosperità futura del nostro popolo. Questa svolta politica la dobbiamo a tutta la Sardegna e, in primis, alle vittime dell’occupazione e sperimentazione militare.

Dicono che non sappiamo organizzarci, che non potremo mai. Ora vengono a banchettare al nostro tavolo. Ricordiamo loro che una volta scavati certi solchi gli stessi diventano insormontabili a causa delle fortissime ragioni che ci hanno spinto a scavarlo, giorno dopo giorno. O anche solo pensare di farlo.

Continuiamo il nostro lavoro e teniamo bene a mente ciò che le organizzazioni politiche italiane e collaborazioniste attuano sul nostro territorio. Loro non ci sono nelle nostre comunità, se non per il peggio del peggio che si veda in tutta Europa e misconoscono i danni dell’occupazione militare. Spesso poi scherniscono le stesse organizzazioni che il 13 vorrebbero appoggiare. Ricordiamo bene i loro comunicati e le loro politiche sul territorio all’insegna delle opportunità di sviluppo, della sicurezza e del valore delle basi militari.

Ci indigniamo continuamente delle guerre imperialiste nel Mondo e sappiamo bene anche la posizione di quelle organizzazioni su quei conflitti, che nascono proprio qui da noi. Oggi più che mai, essere coerenti ci spetta come dovere nei confronti di interi popoli che soffrono atrocità inenarrabili, proprio in prima serata tv, anche grazie alla complicità determinante dello Stato italiano.

Noi oggi possiamo fare qualcosa, davvero, anche per i bambini di Falluja, di Homs, di Gaza. E lo avremo fatto perché per primi ci siamo presi cura dei nostri interessi vitali. Abbiamo la possibilità di delegittimare un’intera classe politica coloniale e, tramite essa, affermare davanti allo Stato italiano, alla pari, che noi non abbiamo bisogno della pacca sulla spalla delle segreterie di chi avvelena e devasta il nostro territorio e le nostre comunità. Tanto meno ne abbiamo bisogno per dare un segnale di civiltà e un aiuto concreto a livello internazionale, non dimenticando la recente l’involuzione sociale intrapresa dal governo Renzi sia a livello di politica interna che su un piano di diplomazia internazionale.

In un’epoca in cui in politica vale tutto e il contrario di tutto, Indipendentismo è ancora una parola pesante. Facciamo in modo rimanga tale.

Tra ticket e demagogia italiana

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Queste righe vengono scritte riportando un’esperienza vissuta tra ticket e demagogia (sanitaria, si sarà intuito) italiana. La storia inizia quasi quattro anni fa con un piccolo infortunio all’occhio destro: della sabbia finì nella mia lente a contatto e una brutta congiuntivite degenerò nelle 24 ore successive. Continua la lettura di Tra ticket e demagogia italiana

Via da Tempio il Servizio Territoriale Demanio e Patrimonio. Nuoro caput mundi

tempio pausaniaSecondo alcune indiscrezioni, sarebbe al vaglio della Giunta regionale una proposta per un nuovo assetto dei Servizi Territoriali Demanio e Patrimonio.  L’area Olbia-Tempio risulterebbe in capo a Nuoro, nuova sede territoriale della Direzione del servizio, assieme all’Ogliastra alle quali si aggiungono Oristano e Medio-Campidano. Il sassarese rimarrebbe autonomo con circa 140 concessionari mentre chiudono Cagliari e Sulcis con poco più di 300 concessioni.

Nel territorio gallurese risultano ben 780 pratiche istruite presso il Servizio Territoriale Demanio e Patrimonio, con sede a Tempio Pausania. In pratica, in tutta la Sardegna sei concessionari su dieci ricadono in Gallura.

Rispetto all’esigenza di avvicinare i servizi ai cittadini e dei propositi di razionalizzazione della pubblica amministrazione, questo nuovo assetto appare in controtendenza e i benefici complessivi quanto meno dubbi, con i concessionari galluresi (la maggioranza) che per qualsiasi esigenza faranno capo alla ben più distante Nuoro. In occasione di un recente incontro pubblico, l’assessore ai Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, ha affrontato l’argomento delle riorganizzazioni in modo generale e circa queste indiscrezioni non ha fornito ulteriori informazioni in quanto l’oggetto non è direttamente ascrivibile al proprio assessorato.

In attesa che il governo regionale fornisca delle motivazioni di un simile indirizzo o smentite sullo stesso, ci si chiede quali possano essere le ragioni e gli obiettivi perseguiti da tale prospettiva di riorganizzazione e, soprattutto, quali costi – pubblici e privati – potrebbe comportare.

http://www.ilminuto.info/2014/08/via-da-tempio-il-servizio-territoriale-demanio-e-patrimonio-nuoro-caput-mundi/

Call center strategici (e sospetti). Che combinano in Via Is Mirrionis?

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In data 11/12/2013 l’Ufficio Relazioni con il Pubblico della RAS ha reso noto un avviso.

Fonte: http://www.regione.sardegna.it/index.php?xsl=34&s=245977&v=2&c=338&t=1&aclang=it-IT%2Cit%3Bq%3D0.8%2Cen-US%3Bq%3D0.6%2Cen%3Bq%3D0.4&httphst=www.regione.sardegna.it

Si informa sull’apertura di un bando volto ad incentivare la formazione e le assunzioni nel settore dei call center. Al di là del fatto che non sono note le ragioni tali per cui i call center siano un “settore”, viene specificato che l’intervento consiste nell’assegnazione di incentivi alle imprese per la formazione e l’assunzione a tempo indeterminato di persone residenti nel territorio regionale e rientranti nella categoria dei lavoratori svantaggiati, inoccupati o dei disoccupati. La portata della misura incentivante sarà un bonus assunzionale, pari a 2.000 euro per lavoratore, ottenibili previo soddisfacimento di una serie di requisiti da parte delle imprese e delle condizioni da parte dei lavoratori per poter beneficiare dell’incentivo. I dettagli sono contenuti nell’Avviso pubblico. Uno dei vari allegati riportati da questo link (notare la data 11/12/2013, data di pubblicazione on-line).

Fonte:http://www.regione.sardegna.it/j/v/1725?s=1&v=9&c=389&c1=4920&id=40135

Secondo l’Avviso pubblico il programma in esame, denominato “Programma di interventi formativi finalizzati all’assunzione. Per le politiche di formazione e impiego in favore di lavoratori e di imprese operanti nel settore dei call center” (approvato con Determinazione direttoriale N. 2131/ARL del 05/12/2013) viene gestito dall’Agenzia Regionale per il Lavoro.

Fonte: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_38_20131213120605.pdf

Secondo quanto riportato nell’Avviso, la documentazione dovrà essere inoltrata tassativamente dalle ore 09.00 del 09/12/2013 alle ore 12.00 del 09/06/2014.

Quindi, ricapitolando, la data di inoltro non è specificata inizialmente nel primo link ma una volta che si fa riferimento ad un Avviso pubblico che descrive il programma si apprende che il termine ultimo è, sì, lo stesso (ore 12 del 09/06/14) ma la data di inoltro (aspetto fondamentale nel caso delle procedure “a sportello”) è di due giorni antecendente al 11/12.

Considerato che la procedura utilizzata per inoltrare la domanda è la nota “a sportello”, due giorni fanno molta differenza. Come è possibile che chi ha controllato il sito della RAS, alla ricerca di opportunità di lavoro o incentivi o altro, legga un primo avviso che non chiarisce una data di apertura, ma controllando in seguito l’Avviso Pubblico (in sostanza il bando vero e proprio) si apprende che la procedura a sportello è partita due giorni prima? Alla faccia della trasparenza. Dall’Avviso pubblico, inoltre, si desume il ruolo dell’Agenzia regionale per il Lavoro:

“L’Agenzia regionale per il lavoro verificata la sussistenza dei prescritti requisiti procederà alla predisposizione di apposita graduatoria delle aziende beneficiarie in base al possesso dei requisiti formali. A seguito dell’istruttoria delle istanze, da parte dell’ufficio preposto, si procederà alla individuazione delle aziende beneficiarie dei contributi con determinazione del Direttore dell’Agenzia Regionale per il Lavoro, ferma restando la possibilità, da parte dell’Amministrazione stessa, di incrementare le dotazioni finanziarie dell’avviso in ragione del numero di domande presentate e delle disponibilità finanziarie”.

< A seguito dell’istruttoria…> A seguire dal 9/12 o dall’11/12?

Secondo la Determinazione direttoriale n. 1143/ARL – del 17/09/2012 – a valere sul capitolo S 03.03.002, UPB 0303, Bilancio di previsione dell’Agenzia Regionale per il Lavoro per l’esercizio amministrativo 2013, la somma stanziata è pari ad Euro 201.938,96 eventualmente incrementabili.

Testualmente si riporta l’oggetto di un ulteriore documento: Riapertura termini dell’Avviso Pubblico “Programma di interventi formativi finalizzati all’assunzione” (Det. n. 397/ARL del 22/03/2013).

Fonte: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_38_20130322160717.pdf

Il documento in questione, che reca in calce la firma di Stefano Tunis, determina di procedere all’approvazione della riapertura dei termini dell’Avviso Pubblico per l’erogazione di aiuti in favore delle aziende e di lavoratori loro dipendenti, sempre operanti nel settore “Call center” sino al 30/06/2013.

Quindi si potrebbe ritenere in buona fede che vi siano altre risorse che confluiscono nell’incentivazione del “settore call center”. La Deliberazione nr. 48/21 del 01/12/2011 a valere sul capitolo S 03.03.002, UPB 0303 del Bilancio di previsione dell’Agenzia Regionale per il Lavoro per l’esercizio amministrativo 2012, si somma alle prime risorse citate. In questo caso parliamo di ben 491.000 euro.

Sembrerebbe un sistema a continuo pompaggio di risorse pubbliche, “dopato”, con i dipendenti alla fame e contratti indegni mentre le imprese ricevono incentivi per fare formazione al nulla. Film già visto. Chi avesse ulteriori informazioni sul settore call center, e soprattutto su cosa ne sia stato di questo “bando” particolare, le comunichi, così come osservazioni e rettifiche su quanto fin’ora riportato.

http://www.ilminuto.info/2014/08/ras-incentivi-call-center-quale-trasparenza/

Il FIU sull’occupazione militare: verso il 23 settembre a Lanusei.

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Negli ultimi tempi, sono stati in parecchi coloro che hanno risollevato il problema dell’occupazione militare in Sardigna attraverso diverse battaglie: dalla lotta popolare e vincente contro i Radar all’attenzione dedicata ai temi del riuso dei beni militari alla rinnovata battaglia contro i Poligoni. 

A tal proposito, il Fronte Indipendentista Unidu aderisce con piacere alla manifestazione nazionale indetta a Capo Frasca per il 13 settembre prossimo, ma ritiene urgente la ripresa di un tavolo di dialogo unitario, condiviso e partecipato, che abbia come oggetto la mobilitazione popolare lanciata per il prossimo 23 settembre a Lanusei.

In tale data avrà inizio il processo contro i generali del PISQ rinviati a giudizio per omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri. Al di là della scarsa consistenza politica dei capi di imputazione e dell’esito che avrà il procedimento penale, si tratta certamente di un’occasione storica per infrangere il mito dell’intoccabilità dell’Esercito e della sua licenza a uccidere, inquinare, occupare nella nostra terra.

Siamo convinti che gli indipendentisti, gli antimilitaristi, i pacifisti, i movimenti ambientalisti, tutti coloro che lottano per la salute fisica e mentale della nostra gente, abbiano il dovere di sollecitare, particolarmente in questa occasione, una grande ondata di dissenso verso la presenza dell’Esercito in Sardigna e soprattutto verso i crimini contro la salute, contro l’ambiente e contro le comunità locali.

Riteniamo che il 23 settembre possa essere una data simbolica di forte impatto umano, storico e politico. Proponiamo pertanto di organizzare insieme, in maniera assolutamente condivisa, democratica e paritetica, un grande evento capace di sollecitare l’opinione pubblica sarda ed internazionale e di rilanciare con forza la battaglia per la smilitarizzazione della nostra isola, per il riconoscimento dei gravissimi danni subiti dalla nostra gente e dal nostro territorio. Contemporaneamente chiediamo che quest’atto sia in forte opposizione al decreto legge del 25 giugno 2014, che equipara la tollerabilità delle aree militari a quelle industriali in materia di tollerabilità all’inquinamento, con gli effetti disastrosi che possiamo immaginare.

Proponiamo pertanto un incontro operativo in modo da avere il tempo materiale di organizzare la mobilitazione. L’incontro è fissato per il 24 agosto, nella sede della Carovana Sarda della Pace, in via Ogliastra n° 43 a Cagliari, a partire dalle ore 17.00. 

Fronte Indipendentista Unidu