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Teulada. Il FIU: “Obiettivo raggiunto su TJ, ora coordinamento unitario contro l’occupazione militare”

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Il Fronte Indipendentista Unidu: Obiettivo raggiunto su TJ, ora coordinamento unitario contro l’occupazione militare

Quella di martedì 3 a Teulada/Sant’Anna Arresi è stata una giornata campale per tutto il movimento contro l’occupazione militare della Sardigna. Una giornata che ha dimostrato che i fogli di via sul movimento studentesco di Casteddu e la Rete No Basi Né Qui Né Altrove hanno avuto l’unico effetto di mobilitare ancora più sardi contro la mortifera esercitazione NATO, Trident Juncture, ottenendo un importante risultato politico e organizzativo: l’interruzione – come testimoniato da decine di giornalisti e centinaia di indipendentisti, antimilitaristi e pacifisti – delle esercitazioni NATO dal momento in cui (ore 15:15 circa) una decina di attivisti ha raggiunto le reti riuscendo ad introdursi simbolicamente nella Base. La conseguenza poteva essere solo una: l’interruzione immediata di qualsiasi operazione bellica all’interno del Poligono di Teulada. Le versioni diramate dalla Difesa, dal Comandante del Poligono di Teulada e quello della Brigata Sassari, al contrario, sono patetiche dal momento che centinaia di manifestanti hanno udito benissimo esplosioni sino alle ore 15:00 e, precisamente, come documentato da ProgresTv, almeno fino alle 15:09. Esprimiamo dunque solidarietà incondizionata ai 12 militanti destinatari dei fogli di via del Questore Gagliardi che si sono presentati ugualmente con i bus da Casteddu, fermati e tradotti in caserma a Giba e lì trattenuti tutta la giornata, come altrettanta solidarietà e complicità esprimiamo ai 16 militanti che sono riusciti ad introdursi nel Poligono.

Rimarchiamo come Gagliardi non abbia prodotto alcuna ragionevole motivazione per via amministrativa per vietare la manifestazione di Teulada, se non un inquietante “segnale forte da dare” che non ha fatto altro che alzare la tensione e ledere i più elementari diritti civili. Dare “segnali forti” ad un movimento contro l’occupazione militare in assenza di qualsiasi manifestazione di reato significa reprimere e, nelle migliori delle ipotesi, assumere una vera e propria posizione politica in merito. Non ci risulta che i Questori agiscano in termini politici. Per questo, al pari di quanto richiesto in queste ore da varie organizzazioni politiche, sindacali e studentesche, anche il Fronte Indipendentista Unidu richiede l’immediato allontanamento del Questore Gagliardi.

Non contenta, dopo la comunicazione che diventa richiesta di autorizzazione con illegittimo divieto, la Questura di Cagliari ha gestito la giornata di martedì nel peggior modo possibile: ceck point in stile militare, perquisizioni a tappeto dalle prime ore del mattino e illegittime schedature di massa, oltre a un imponente spiegamento di forze dell’ordine, non inferiore a 600 unità, compreso il Nucleo Artificieri e l’Anti Terrorismo Pronto Impiego. Un clima di intimidazione e gestione ambigua del corteo sfociati nella carica all’imbocco della lingua di terra di Is Pillonis, carica immotivata (l’accesso non era sbarrato e le persone affluivano all’interno da oltre mezz’ora) ed estremamente pericolosa in quanto gli scudi della Polizia e della Guardia di Finanza spingevano verso il fiume e non verso lo slargo che costeggia il mare, più “in sicurezza”.

Come in seguito alla grande manifestazione di Capo Frasca dello scorso anno, il Fronte Indipendentista Unidu ripropone e rilancia da subito la lotta sull’occupazione militare della Sardigna. Una giornata come quella di Teulada è uno spartiacque determinante per accrescere la coscienza nazionale dei sardi sulla loro capacità di opposizione all’occupazione militare e avviare un lavoro condiviso tra organizzazioni politiche e della società civile che non arretri minimamente dagli obiettivi imprescindibili per il futuro della Natzione sarda: fine del servaggio militare EI e NATO, chiusura Poligoni, ripristino e bonifiche dei territori, riconversione economica. Noi la Sardigna di domani la vogliamo incominciare dalla salute e dalla pace. La militarizzazione feroce della Sardigna nell’ultimo mezzo secolo dimostra come lo Stato italiano per la nostra Nazione non voglia né pace né salute, ma solo una Colonia a disposizione. Questo perché l’occupazione militare della Sardegna è tale in quanto inserita sotto la giurisdizione e gli interessi nazionali italiani di primissimo piano. Dopo sessant’anni di NATO e oltre mezzo milione di emigrati non ci sono ragionevoli motivi per pensare che lo Stato italiano abbia altre prospettive per la Sardegna. Solo i sardi, autodeterminandosi, possono essere artefici del loro benessere e del loro sviluppo.

Indipendentzia!

Teulada: le dichiarazioni post-manifestazione (di Marco Piccinelli)

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Abbiamo raccolto – e riportato – le voci e le dichiarazioni di alcuni esponenti di organizzazioni politiche e sindacali della Sardegna a seguito della manifestazione antimperialista di Porto Pino, contro le esercitazioni dell’operazione NATO Trident Juncture 2015 presso il poligono di Teulada

Luigi Piga – Fronte indipendentista unidu

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L’esponente del Fronte indipendentista unidu, raggiunto da Sinistra in Europa dichiara, in merito agli scontri avvenuti, che «è falsa la versione dello sfondamento del blocco da parte di alcuni tra i manifestanti per arrivare alla base: i dirigenti di polizia e carabinieri hanno, per mezz’ora, fatto affluire decine di persone dentro una lingua di terra non bloccata per poi all’improvviso introdurvi le forze in tenuta antisommossa spaccando il corteo e caricando dal lato più pericoloso, quello del fiume. E’ stato un atto irresponsabile ed estremamente pericoloso».
Prima della manifestazione, in ogni caso, il Fronte si era così espresso riguardo le mobilitazioni di Cagliari e Teulada: «Il Fronte Indipendentista Unidu aderisce alle mobilitazioni contro l’occupazione militare della Sardegna e contro lo svolgimento dell’esercitazione Trident Juncture e invita tutti i cittadini sardi che hanno a cuore la difesa della loro terra e la difesa della pace fra i popoli a scendere in piazza. La Trident Juncture 2015, la più imponente esercitazione NATO degli ultimi 15 anni a conclusione di una intensissima stagione di esercitazioni e addestramenti. In particolare il poligono di Capo Teulada sarà uno degli epicentri dell’esercitazione NATO. Qui è previsto il bombardamento contro la costa sarda, lo sbarco di reparti anfibi italiani, USA e del Regno Unito e di altri trenta stati aderenti all’alleanza imperialista NATO. Data la situazione di forte crisi internazionale e dati i mezzi straordinari messi in campo possiamo dire che si tratta non di una esercitazione ma di una operazione di preguerra».

Gianluca Collu – ProgReS – Progetu Republica

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Per Gianluca Collu, anch’egli raggiunto telefonicamente da Sinistra in Europa: «La manifestazione è andata a buon fine, a parte qualche scontro,siamo riusciti ad ottenere risultati importanti, a far emergere l’incompatibilità dei poligoni militari italiani in Sardegna. Rimane il rammarico che queste giuste manifestazioni di dissenso arrivino quando le esercitazioni stanno per concludersi, perché il 6 novembre Trident Juncture terminerà. E questo, naturalmente, dal nostro punto di vista, rappresenta un’altra netta irresponsabilità del Presidente Pigliaru e della Giunta Regionale dal momento che, pur essendo a conoscenza da mesi della esercitazione Trident Juncture, si è guardato bene dall’informare l’opinione pubblica sarda preferendo difendere gli interessi dello Stato italiano a discapito dell’interesse nazionale Sardo e dei suoi cittadini»».

Inoltre: «Oltre a questo, c’è anche il fatto che si difendono gli interessi delle lobby delle armi, perché con il piano Smart Specialization Strategy della Sardegna per i prossimi sette anni (2014-2020) si è inserito il comparto dell’aerospazio come tema strategico di sviluppo. Si garantiranno, in sostanza, più di 200 milioni di euro ad aziende impegnate nello sviluppo di tecnologie militari».
A Teulada, in ogni caso, ieri le esercitazioni si sono fermate, ed è un fatto importante: «Manifestare è sempre giusto, specie perché si risvegliano le coscienze di molti Sardi, annebbiate – spesso – da un sistema mediatico che non pone in condizione di analizzare la realtà delle cose, prova ne sono state le interviste di Videolina alle persone del luogo in cui si svolgeva la dimostrazione».

Giacomo Meloni – segretario della CSS (Confederazione Sindacale Sarda)

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«Caro Sig. Questore di Cagliari, e se dovessimo noi sardi dare a lei il foglio di via come indesiderato nella nostra terra?  Un tempo nelle prerogative della RAS era previsto che il Presidente della Giunta Regionale della Sardegna esprimesse il gradimento sulle alte cariche e sui Manager delle Aziende di Stato inviate nell’Isola. Ricordo che il compianto Presidente Mario Melis non esitò a negare l’assenso alla nomina del Presidente dell’Enel in Sardegna bloccandola.
Se il Presidente Francesco Pigliaru interpretasse correttamente il grido dei sardi contro le servitù militari e lo stupro perpetrato dalle esercitazioni NATO Trident Juncture, dovrebbe uscire pubblicamente dichiarando il non gradimento di tutte quelle autorità che hanno permesso questo disastro nella nostra Sardegna.
Sul comportamento del Questore di Cagliari, che ha ordinato l’aperta repressione di una manifestazione pacifica e popolare davanti al perimetro della base di Teulada dove si svolgevano le esercitazioni di guerra non autorizzate e illegali per lo spirito e la lettera della Costituzione Italiana, non solo non si deve tacere, ma il Presidente della Giunta della Sardegna dovrebbe chiedere il trasferimento dello stesso Questore che ha offeso la dignità del popolo sardo».

Sardegna: scontri a Teulada contro le esercitazioni della NATO (di Marco Piccinelli)

Foto: Sardinia Post
Foto: Sardinia Post

La Sardegna scende di nuovo in piazza contro le esercitazioni militari, contro i poligoni e contro le manovre di guerra della NATO: indipendentisti, comunisti, anarchici e pacifisti si sono dati appuntamento per oggi 3 novembre (Teulada) e per lo scorso 31 ottobre (Cagliari) per due cortei volti a ribadire la propria posizione contraria alle esercitazioni dell’operazione Trident Juncture sul territorio Sardo. Continua la lettura di Sardegna: scontri a Teulada contro le esercitazioni della NATO (di Marco Piccinelli)

Il FIU su Teulada: la Difesa ha responsabilità oggettiva

teuladaL’incendio all’interno del Poligono di Teulada rappresenta l’ennesimo episodio di aggressione e distruzione delle risorse naturali della Natzione Sarda, continuamente sottoposta ad una feroce spoliazione. In seguito all’incendio di Capo Frasca del settembre scorso, dopo i venti ettari andati in fumo, le successive mobilitazioni popolari, il governo Pigliaru pensò di sedare il contrasto tra interessi statali italiani e nazionali sardi con la carta del fermo estivo delle esercitazioni dal 1° giugno al 30 settembre: le esercitazioni danneggiano il turismo e mettono a rischio l’attrattività della Sardigna, questa fu l’argomentata motivazione.

Da indipendentisti abbiamo sempre considerato queste prese di posizione come scelte sterili e striscianti, portatrici di sottomissione, in quanto non inserite in un più ampio quadro che miri con fermezza alla smilitarizzazione della nostra Natzione, unico e coerente sentiero per la crescita e lo sviluppo del Popolo sardo. Questo approccio è ancor più contraddittorio dal momento che l’agenda economica della Ras sottolineava contemporaneamente “l’importanza dei poligoni e aeroporti militari in Sardegna, per un armonioso sviluppo delle politiche industriali“.
Oltre a legare propagandisticamente la tutela di salute e sicurezza dei sardi in modo subalterno alla presenza turistica e alle esigenze militari italiane, abbiamo constatato che la sottomissione nei confronti dello Stato da parte della regione in quell’occasione raggiunse il grottesco quando, la stessa Ras, a dispetto della volontà dei sardi, “dimenticò” di richiedere il risarcimento per i danni dell’incendio di Capo Frasca.

Per quanto riguarda l’incendio di Teulada, verificatosi nel criptorazzista periodo di “fermo turistico”, le cause specifiche (quella generale è l’occupazione militare) sono in fase di accertamento. La Difesa assicura che i patti sono stati rispettati e che la Ras scoprirà le cause reali. Non riteniamo ci siano buone ragioni per credere alla versione dello Stato e al megafono coloniale del governo Pigliaru; e perciò, in questo clima di raggiro propagandistico, denunciamo l’ennesimo danno al nostro territorio da parte della Difesa italiana, in quanto responsabile oggettiva in forza dell’occupazione militare che la rende prima e principale protagonista della devastazione della Sardigna, tanto quella programmata e legale quanto quella accidentale. Teulada, territorio tra i più martoriati dall’occupazione militare, è l’ennesima e avvilente prova che le infrastrutture militari italiane (tanto care al governo Pigliaru) oggi, ancor più che in passato, sono strategiche per gli affari del colonialismo italiano in Sardigna, non sicuramente per la crescita economica e lo sviluppo dei Sardi.

Rilanciamo con forza la necessità di un impegno organizzato e programmatico da parte delle componenti più sensibili della società sarda, atto a costruire le prerogative democratiche e popolari che porti alla soluzione definitiva del problema occupazione militare in Sardigna: lo smantellamento delle strutture presenti sul nostro territorio nazionale, su cui deve esercitare sovranità solo il Popolo Sardo.

Fronte Indipendentista Unidu