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Cagliari: II appuntamento con la Palestina al Centro di quartiere La bottega dei sogni

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Cagliari: II appuntamento con la Palestina al Centro di quartiere La bottega dei sogni

Dopo l’incontro finalizzato alla scoperta della Repubblica Democratica del Congo con l’attivista per i diritti umani John Mpaliza, la Palestina segnerà la seconda tappa di Incontri tra culture. Con La Palestina, letture, musiche, testimonianze e sapori, prosegue dunque il ciclo di appuntamenti mensili di approfondimento in ottica di scambio culturale, promosso dall’Associazione Efys Onlus con la Cooperativa Il Giardino di Clara e l’Associazione Ciclofficina Sella del Diavolo e, di volta in volta, con la collaborazione di altre associazioni del Centro di quartiere La Bottega dei Sogni e le diverse comunità presenti nel territorio cittadino.

L’incontro è in programma per sabato 28 maggio, alle ore 19.00, nella sede del Centro di quartiere “La Bottega dei Sogni” a Cagliari, in Piazzetta Savoia n°4.

Un appuntamento finalizzato a regalare al mondo una narrazione di pace e convivenza e, parafrasando il poeta palestinese Mahmoud Darwish, “pensando agli altri”. A tal proposito, la Comunità Palestinese Sardegna vuole essere un ponte di inclusione tra le culture, ribaltando la narrativa dominante e inquadrando l’arte come forma di resistenza all’occupazione, funzionale alla promozione della storia Palestinese contro l’occupazione dei suoi territori.

Al termine della serata di testimonianze, musica e racconti è prevista una cena con quota di partecipazione minima di 7 euro.

http://www.ilminuto.info/2016/05/cagliari-appuntamento-con-la-palestina-al-centro-di-quartiere-la-bottega-dei-sogni/

Giornata della memoria: il sionismo è nazismo

moneta nazisionista

Moneta celebrativa della visita congiunta nazisti-sionisti in Palestina (Leopold von Mildenstein per le SS e Kurt Tuchler per la Federazione Sionista), emessa dal quotidiano berlinese Der Angriff. Leopold von Mildenstein tra il settembre e l’ottobre del 1934 scrisse per Der Angriff, fondato da Goebbels nel 1927, una serie di dodici articoli che raccontavano il tempo trascorso l’anno precedente in Palestina, all’epoca sottoposta al Mandato britannico (dal 1920 al 1948, in base agli accordi di Sykes-Picot del 1916) e i contemporanei sforzi degli ebrei d’Europa nel volersi insediare e sviluppare in Palestina, costruendo quello che J. Balfour nel 1917 definiva “focolare nazionale” e che la corona britannica si impegnava a sostenere. Nel 1935 Mildenstein presenziò la riunione della World Zionist Organization a Lucerna, fondata da Theodor Herzl nel 1897 a Basilea. Nei tre decenni precedenti la conclusione della II Guerra Mondiale, gli ebrei in Palestina passarono così da circa 80 mila a quasi un milione.

nakba2Foto UNRWA Nahr al-Bared in Libano, inverno 1948

Nakba 3Palestinian refugees leaving a village near Haifa, June 1948. Photo by Corbis

Norman-FinkelsteinNorman Gary Finkelstein, politologo e storico statunitense antisionista di origini ebree. Ha scritto, tra gli altri, “L’industria dell’Olocausto“. Dal 2008 è persona non gradita al governo israeliano: “Hezbollah rappresenta la speranza. Combattono per difendere la propria terra e l’indipendenza della propria nazione; difendono se stessi dai predatori, dai vandali, dagli assassini stranieri“.

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Ucciso ministro palestinese a Ramallah. Il FPLP: escalation di resistenza unica via possibile

abu zinIl Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese, Ziyad Abu Ain, è deceduto ieri durante il trasporto all’ospedale di Ramallah, in seguito agli scontri con l’esercito israeliano. Nelle ultime ore il presidente dell’ANP e leader di Fatah, Abu Mazen, ha annunciato l’accordo con il governo israeliano per le indagini sulla morte del Ministro Ziyad Abu Ain, posizione – questa come altre negli ultimi mesi – ritenuta al ribasso e controproducente per la Resistenza palestinese.

Ziyad, 55 anni, è stato il direttore del comitato di informazione Jamil al Barghouti e Ministro dei prigionieri. Attualmente era responsabile del dicastero che monitora l’Occupazione. Era, inoltre, membro del Consiglio Rivoluzionario di Fatah e presidente della commissione dell’Anp contro il muro e le colonie. L’azione di protesta infatti era scoppiata nel villaggio di Turmus Aya (nord di Ramallah) contro la confisca delle terre palestinesi  e il ministro era in prima linea.

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha diffuso un comunicato nel quale parla di “una esclalation di resistenza in tutte le sue forme” come unica risposta possibile alla violenza sionista.

http://pflp.ps/english/2014/12/10/pflp-in-response-to-murder-of-abu-ein-escalate-resistance-in-all-forms/

Tempio resta umana per la Palestina. La Digos pure.

tempio per la palestina

Si è svolto ieri a Tempio Pausania il flash-mob organizzato per sensibilizzare sull’aggressione israeliana al Popolo palestinese che nelle ultime settimane ha causato circa 1.500 vittime, in gran parte civili, e 400.000 sfollati.

La città di Tempio ha risposto positivamente all’iniziativa lanciata nei scorsi giorni, inizialmente rinviata per il maltempo. In un primo momento il flash mob si è svolto in Piazza Gallura, punto di ritrovo. Successivamente i manifestanti si sono diretti verso Viale della Fonte Nuova dove hanno ripetuto l’azione simbolica: giacere a terra, come cadaveri, mentre il suono del sax accompagnava in modo struggente la chiusura dell’iniziativa e quello che voleva essere prima di tutto un momento di riflessione. Al termine, come d’accordo, i partecipanti hanno scambiato abbracci di pace intrattenendosi per alcuni minuti.

Incuriositi, molti bambini che alle 20:00 giocavano nella Piazza del comune, si sono avvicinati ai manifestanti prendendo parte a modo loro all’iniziativa. Alcuni accompagnati dai propri genitori hanno portato in corteo i simboli di pace e le bandiere sarde disegnate sino alla Fonte Nuova. Un auspicio di pace e giustizia per tutti gli esseri umani del Mondo e per una Sardegna che sia realmente terra di pace.

Nutrita la partecipazione delle forze dell’ordine che già mezz’ora prima dell’appuntamento presidiavano in numero consistente Piazza Gallura. Per meglio integrarsi con l’iniziativa molti non hanno indossato la divisa d’ordinanza e hanno realizzato un’ampio servizio fotografico sui momenti più belli dell’incontro.

Tempio Pausania. Stasera flash-mob contro l’aggressione al popolo palestinese.

palestina

Si terrà a Tempio Pausania, alle ore 20:00 con ritrovo in Piazza Gallura, un flash-mob contro l’aggressione israeliana nei Territori Palestinesi che prosegue ormai da oltre un mese.

Risultano uccisi ad oggi circa 1.500 palestinesi (più di 400 bambini), sono oltre 10.000 i feriti e in tutta la Striscia si contano più di 400.000 sfollati.

Tempio sta con il Popolo palestinese! Palestina libera!

Israele è il vero Stato-canaglia. Pacifici: all’IDF il Nobel per la Pace.

ferito palestinese

Il bilancio dell’offensiva israeliana peggiora di minuto in minuto, mai come nelle ultime 48 ore. I dati del Ministero della Salute palestinese parlano di 1390 palestinesi uccisi ed 8.000 feriti.

L’UNRWA, alla quale più volte sono stati bombardatati ospedali e scuole, lancia un appello disperato. A Gaza le condizioni di sovraffollamento nei rifugi di emergenza e la situazione al collasso negli ospedali rappresentano l’anticamera della diffusione di epidemie. La situazione non è più sostenibile, nonostante il generosissimo contributo dato da medici di tutto il mondo. Troppi feriti, troppi morti,  strutture colpite e i medicinali scarseggiano.

Si aggiorna il bilancio sul fronte dei giornalisti: 8 uccisi e 20 feriti. Dopo l’infame attacco sul mercato a Beit Hanoun (Gaza Est) durante la tregua (20 morti, 200 feriti), Israele non si accontenta e richiama altri 16.000 riservisti. Nel frattempo in Italia la vergogna non accenna a diminuire. Il portavoce della comunità ebraica a Roma, Riccardo Pacifici, parla di Premio Nobel per la Pace all’esercito israeliano perché previene ulteriori morti e avvisa prima di intraprendere azioni di guerra. Pacifici, in occasione dell’incontro promosso da Giuliano Ferrara “Per Israele“, ha detto che la popolazione non può scappare dalle case perché in caso lo facesse morirebbe per mano di Hamas e che l’operazione proseguirà ancora a lungo.

Intanto la Resistenza non la sostengono solamente i gruppi armati palestinesi ma il popolo tutto e altrettanto merito e gratitudine va al personale medico a Gaza. Questi scatti sono per loro.

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A Gaza parto quadrigemellare sotto i bombardamenti. Momento di felicità nelle corsie degli ospedali seminati di feriti e cadaveri.

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Non solo Hamas, c’è anche il Capitalismo. C’è anche il FPLP

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Non esiste unicamente Hamas in Palestina. Nonostante la Rai la citi ossessivamente e spesso a sproposito, è opportuno metabolizzare una volta per tutte come la questione socio-politica sia nettamente più complessa. Svariate organizzazioni lanciano razzi e resistono militarmente in Palestina, come avvenuto in altri luoghi e in altri tempi. Dunque, bando alla retorica. Continua la lettura di Non solo Hamas, c’è anche il Capitalismo. C’è anche il FPLP

Solidarietà tutta. Violenza, no grazie.

Foto: Ansa.

Ci mancava solo Buffon. Sarebbe ora di finirla con queste stronzate all’italiana. Non ritengo sia utile alla causa la solidarietà e l’esposizione mediatica di un nazista. A costo di apparire velenoso, dico che l’odore dello sciacallaggio si sente eccome. Non sarebbe ne il primo ne l’ultimo. Nel frattempo, cosa ben più rilevante, l’esercito israeliano distribuisce volantini per informare la popolazione che deve abbandonare le proprie case. Si teme un bagno di sangue come per Piombo Fuso nel 2008-2009.
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Oltre cento morti in Palestina. La stampa italiana esalta Israele.

macerie morti gaza

Oltre 100 morti e più di 700 feriti è il bilancio degli ultimi tre giorni di bombardamenti su Gaza da parte dell’esercito israeliano. Netanyahu comunica che il “cessate il fuoco” non è nell’agenda del governo e che l’operazione di terra è ufficialmente iniziata “ma sarà limitata”. Intanto ai circa 100.000 palestinesi di Beit Lahia, Beit Hanoun (nord della Striscia) e Abasan al-Saghira (sud-est) è stato intimato di lasciare le loro case prima dell’offensiva.

Secondo le prime informazioni, la Resistenza palestinese avrebbe messo a segno un attacco nel quale risulta ucciso un soldato israeliano mentre si hanno notizie di un ferito grave ad Ashdod.

Il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, due giorni fa parlava di  “lanci di razzi da Gaza contro Israele” mentre si contavano già 35 morti. Ha invitato di nuovo le due parti a “dimostrare la massima moderazione possibile” ma nelle ultime ore l’imbarazzo per le immagini dei raid hanno fatto timidamente parlare di “reazione esagerata” invocando un corridoio umanitario dall’Egitto tramite Rafah, lo stesso tunnel bombardato costantemente dall’esercito.

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Yemen, imponente manifestazione di solidarietà per la Palestina.

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Durante la semifinale mondiale Argentina-Olanda una nave da guerra ha colpito sulla costa, a est di Khan Yunis. Il missile ha centrato un chiosco affollato, causando 9 morti tra cui un numero imprecisato di bambini. Nelle ultime ore è morto Anas Abo Alkas, un giovane superstite che aveva perso i genitori nei raid del 2008 ed era l’ultimo componente della sua famiglia.

Mariam Almasre, 10 anni. Khan Younes è una delle zone più colpite dai raid.

Per la consueta vergogna italiana segnaliamo un articolo di Lorenzo Bianchi per l’Huffington Post di Lucia Annunziata. Lo stesso giornale, subito dopo l’esordio nel 2012, informò con toni entusiastici circa un programma israeliano da 5.000 posti di lavoro per palestinesi che quotidianamente avrebbero superato i ceck-point per lavorare da pendolari nelle terre loro occupate come manodopera a basso costo. Oggi si titola sull’Operazione che nel frattempo è passata da “Brother’s Keeper” a “Protective Edge” (margine di protezione). Si esaltano le capacità militari israeliane e ci si preoccupa che, nonostante il numero di morti in continuo aumento, la resistenza palestinese sia ancora attiva e si sottolinea che il freno per un’invasione da terra potrebbero essere gli ingenti costi militari, dopo i 760 milioni a settimana dell’operazione Piombo Fuso nel 2008.

Hamas non rivendica. A Hebron i rastrellamenti continuano.

Hebron (Cisgiordania).

George Orwell ha descritto una realtà ben precisa con “1984”.

giornalisti israele

Orwell ha parlato del giornalismo in modo piuttosto significativo: “La libertà di stampa è dire alla gente cosa non vorrebbe sentirsi dire“. In queste poche parole è contenuta l’essenza del messaggio orwelliano, la forza dell’informazione come motore di cambiamento. Oggi pochi scatti sono sufficienti a mostrare all’Occidente ciò che si ostina a non voler vedere. Nel terrore di questi giorni sulla popolazione, è grazie a giornalisti freelance e attivisti, oltreché al popolo palestinese che resiste e si riorganizza, che si hanno notizie non filtrate circa la situazione nei Territori Palestinesi

Hamas continua a negare qualsiasi coinvolgimento nel presunto rapimento di tre adolescenti israeliani –  “è un onore rapire soldati israeliani, ma non siamo stati noi” – mentre in Italia prosegue un oscurantismo pressoché totale da parte delle principali reti di informazione. Hebron è sotto isolamento. Una volta entrati in West Bank dalla Giordania non si esce più.

giornalisti arrestati in israele 2

giornalisti arrestati in israele
Giornalisti fermati a Hebron durante un’incursione israeliana.

Dopo le irruzioni nelle moschee, controlli a tappeto anche su personale medico e soccorritori.

ceck point israeliano

Scatto rubato. Militare israeliano che ispeziona un'ambulanza  nei pressi di Hebron.
Scatto rubato. Militare israeliano ispeziona un’ambulanza nei pressi di Hebron.