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“A Foras”, 2° Dossier su occupazione militare: il Poligono permanente di Teulada

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Referendum. Il FIU: un SI per la sostenibilità, un SI contro il colonialismo

NOTriv
Domenica 17 aprile si svolgeranno le consultazioni elettorali per il referendum abrogativo sulla
durata delle trivellazioni in mare, ovvero per l’abrogazione del comma 17 dell’articolo 6 del Dlgs 152/2006 (Norme in materia ambientale), così come modificato dal comma 239 art 1 della Legge 208 del 28 dicembre 2015. Continua la lettura di Referendum. Il FIU: un SI per la sostenibilità, un SI contro il colonialismo

Occupazione militare. Ecco il dialogo di Pigliaru con lo Stato: esercitazioni fino 30-06-2016

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Calendario esercitazioni militari in Sardegna – I semestre 2016

Nel gennaio del 2015, sulla scia delle manifestazioni indipendentiste e antimilitariste successive all’incendio di Capo Frasca, Francesco Pigliaru affermava: “La sospensione delle esercitazioni nei poligoni, compreso Capo Frasca, dal primo giugno al 30 settembre è il primo, incoraggiante, segnale dell’avvio di un dialogo concreto tra la Regione Sardegna e il Ministero della Difesa, così come previsto dall’accordo che abbiamo sottoscritto ieri“.

Per completezza, va detto che alla notizia dell’interruzione estiva -motivata con gli “interessi turistici”, insufficienti ragioni in vista di un reale sviluppo e destagionalizzazione del settore e una tutela imprescindibile della salute pubblica – si aggiungeva l’infima rassicurazione della costante presenza dei “presidi antincendio durante le esercitazioni“.

Di seguito il Calendario esercitazioni militari in Saldigna – 1° semestre 2016 dove si può notare come il fitto programma di esercitazioni nei Poligoni militari si protragga fino al 30 giugno.

Esercitazioni in Sardegna – primo semestre 2016

Poltu Turra. Dapoi di li razzi, telzu incinnaradori. Pigliaru sciuarigghja di no dizzidì

Inceneritori agosto 2015 FQ
Situazione e prospettiva inceneritori in Italia e in Sardegna ad agosto 2015. (Infografica: Fatto Quotidiano)

Poltu Turra. Dapoi di li razzi, telzu incinnaradori. Pigliaru sciuarigghja di no dizzidì

Pa lu D.Lgs rigaldanti lu Sblocca Italia riffirutu all’incinnarimentu di l’alga, sigundu lu Ministru à l’Ambienti italianu Poletti era nizissàriu fa lestru  Era lu cumenciu di capidannu e à lu caminu priiduto pa l’incinnaramentu – rinfolzu pa 2,5 milioni di tonnellati l’annu – si dagghjani centu dì di tempu. Dunca ill’annu nou è abbeddu la pressioni innant’ a la chistioni, più e più chi fra li distinazioni abà v’è puru Poltu Turra. Pa la Ghjunta Pigliaru la primma cosa è fa chjaresa. “No incinnaradori, si chjama termovalorizzadòri“: passà cussì da li parauli di l’Assessora a l’Ambienti, Donatella Spano, lu mancatu pareri pa lu prughjettu di un telzu incinnaradori in Saldigna, unu di li 12 impianti chi li guvelnu Renzi vò fraicà in mezu a li manovri pa fa ripprindì l’economia italiana chi aiani ghjà tuccatu la Saldigna aendi alzatu li ‘alori di piriculu pa li mitalli pisuti intundu li poligoni militari. Pa l’Assessora, lu cuntrastu è sì in banca ma andà turratu a piddà in manu dapoi di lu statiali chi veni. Dichjarazioni tantu attindenti cantu pìciu pìciu chi facini pinsà a una iputeca pisuta pa un caminu pro incinnaradori di sighì illu 2016.

A lu cumenciu, lu dissignu di lu guvelnu Renzi no priidìa alti incinnaradori oltri li dui ghjà in Saldigna: Tossilo in mezu e Macchiareddu in Casteddu. Pa lu primmu, poi, la cuntierra s’era infiarata da primma pa lu revamping di li linii di smaltimentu ‘echj e lu rinfolzu: 40 milioni d’invistimentu e un incinnarimentu pa più di 60.000 tonnellati l’annu. Proghjettu Tossilo assiguratu da lu Partito dei Sardi, chi ha vistu Paolo Maninchedda, Assessori Trabaddi Pubblichi e prisidenti di lu Pds, fa un passu indaretu in cunfrontu a lu 2010 candu – in minurìa – era prummuidori pa filmà l’incinnarimentu di l’alga.

Lu telzu incinnaridori venaria distinatu a la zona industriali di Poltu Turra, ammanigghjata da lu Movimento Cinque Stelle di lu primu zittadinu Sean Christian Wheeler. L’intinzioni di lu guvelnu italianu cumproani la zittadina turritana comu locu disiciatu pa prugghjetti palticularmenti dannosi e in dugna locu no vuluti. La pinsata di l’incinnaridori difatti s’accuppigghja a lu prugghjettu di l’AVIO pa li proi di li razzi VEGA di punì sempri illa ZIR, innantu a tarreni Syndial pa ca’ s’è (s’èra?) cuntrattendi. Trattazioni, in viritai, cuati dapoi chi su sindacu di lu M5S ha dilattatu illu mesi di Sant’Andrìa la prisintazioni pubblica. Pocu e nudda ancòra si sa, a palti l’enolmi intaressu economicu chi è in baddu pa li proi VEGA: oltri 200 milioni di euro. Continua la lettura di Poltu Turra. Dapoi di li razzi, telzu incinnaradori. Pigliaru sciuarigghja di no dizzidì

Sardegna: lotta contro l’occupazione militare. II parte (di Andrìa Pili)

occupazione militare

 

Andrìa Pili per http://contropiano.org/

Mobilitazione popolare e livello istituzionale

La costante di questo anno di lotta contro l’occupazione militare è stata l’impermeabilità tra il movimento popolare e le istituzioni. Nel primo possiamo distinguere due componenti di fatto complementari: i movimenti indipendentisti e gruppi antimilitaristi della società civile che hanno promosso la manifestazione di Capo Frasca il 13 settembre 2014; una frangia caratterizzata dal richiamo all’azione diretta e all’antimilitarismo puro e semplice, ora espressa dalla “Rete No Basi né qui né altrove”. Ciò che accomuna le due è la volontà di promuovere una mobilitazione popolare contro le servitù militari intorno a tre punti radicali, ritenuti imprescindibili: blocco immediato di tutte le esercitazioni militari;

chiusura totale di ogni base militare e poligono presente in Sardegna; bonifica dei territori e riconversione ad uso civile.

Tale radicalismo, da entrambe, è stato mantenuto sino ad oggi per tutte le mobilitazioni e azioni promosse: manifestazione studentesca ed occupazione della facoltà di lettere di Cagliari in novembre; corteo intorno al poligono di Teulada e manifestazione a Cagliari di dicembre; manifestazione contro la Starex a Decimomannu nel giugno scorso; campeggio antimilitarista e recente dimostrazione a Cagliari contro la Trident Juncture.

L’istituzione della Regione Autonoma, con la sua Giunta ed il suo Consiglio, ed i parlamentari sardi a Roma sono stati del tutto incapaci di portare nelle sedi più importanti le istanze di questo movimento. Fin da subito sono parse inadeguate alla soluzione della questione militare e da sempre hanno ricercato finte soluzioni compromissorie, cercando di annacquare il conflitto. Per essi è stato impossibile strumentalizzare quanto avveniva dal basso. Non hanno potuto farlo neanche quando- al termine della manifestazione di Cagliari del dicembre scorso- dei rappresentanti del movimento hanno incontrato Pigliaru per chiedere che Giunta e Consiglio si pronunciassero nettamente per l’indisponibilità della Sardegna alle esercitazioni militari. I promotori hanno parlato significativamente di “ultimatum” alla classe politica regionale: se non fossero venuti incontro al movimento, questo avrebbe dovuto considerarli chiaramente come ostili.

Il Presidente della Regione Francesco Pigliaru ha assunto una sola posizione chiara: la difesa del Poligono di Quirra. Porta questa coerentemente avanti da quando svolgeva l’incarico di prorettore dell’Università di Cagliari- con l’adesione dell’ateneo al progetto del Distretto Aerospaziale della Sardegna, entro cui partecipano diverse società implicate nelle attività belliche- sino al documento di programmazione regionale del 22 luglio 2014, in cui i poligoni militari sono appunto individuati come aree entro cui tale distretto possa realizzarsi. Per il resto, solo letterine di protesta ed idee molto confuse e variate nel tempo: dalla richiesta di chiusura di 1/3 delle servitù, alla chiusura della sola Capo Frasca, alla chiusura di Capo Frasca a Teulada sino ad un accordo insignificante con il sottosegretario alla difesa e all’ottenimento di misure anti-incendio ed infine, la posizione più recente, la richiesta di avviare “una progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli, la graduale dismissione dei poligoni di Capo Frasca e Teulada e la riconversione del poligono interforze di Quirra”. È bene ricordarci del DASS quando si parla di “riconversione” del Poligono; Pigliaru, a dicembre dello scorso anno, parlò esplicitamente di “riconversione in chiave di ricerca duale”, cioè civile e militare.

Per quanto riguarda il Consiglio Regionale, basti pensare che il partito da cui ci si dovrebbe aspettare una maggiore intransigenza- il Partito dei Sardi, che si dice “indipendentista”- ha un presidente che ha recentemente definito importante l’Alleanza Atlantica ed un segretario che, una settimana prima della dimostrazione di Capo Frasca, ha scritto un comunicato ufficiale di sostegno a Pigliaru e di distacco da chi puntava il dito contro di lui. Inoltre, è importante notare che la formazione politica egemone nella maggioranza consiliare è il Partito Democratico. Questo, dal 2008, ha cercato una risoluzione reazionaria della questione militare puntando alla chiusura di Capo Frasca e Teulada ed alla riqualificazione in senso militarista di Quirra (entro cui va inserito il progetto del DASS). Tale posizione è stata, non a caso, definita “Piattaforma Pigliaru” da Mariella Cao, storica militante dell’antimilitarismo sardo, per mettere in guardia tutto il movimento dalle finte soluzioni. Cinque consiglieri del PD (Comandini, Deriu, Cozzolino, Sabatini, Lotto) hanno proposto una mozione in favore del rilancio delle attività dello stesso Poligono Interforze, definito “realtà d’eccellenza in campo europeo”. Non bisogna dimenticare che- a differenza di quanto avviene a livello statale- partiti che dovrebbero essere più ostili alla presenza militare come Sinistra Ecologia e Libertà e Rifondazione Comunista sono alleati del Partito Democratico. Vista la posizione netta del PD in favore dell’occupazione militare, è evidente come i movimenti politici con esso compromessi siano oggettivamente inadeguati a condurre una lotta coerente per la smilitarizzazione dell’isola, al di là delle loro frasi di circostanza.

Nel Parlamento Italiano, i sardi oscillano tra mille contraddizioni. L’anno scorso, deputati e senatori sardi del PD hanno visitato il PISQ di Quirra per dare ad esso sostegno (Ignazio Angioni, Siro Marrocu, Romina Mura, Emanuele Cani); inoltre, i parlamentari Emanuele Cani, Caterina Pes, Giovanna Sanna, Romina Mura, Giampiero Scanu, Siro Marrocu e Francesco Sanna hanno votato in favore dell’equiparazione delle soglie di inquinamento entro i poligoni militari a quelle delle zone industriali (molto più alte). Non sono mancate le contraddizioni entro parlamentari dell’opposizione, malgrado la loro ostentata sensibilità al problema delle servitù: Michele Piras (SEL) e Roberto Cotti (M5S) hanno presentato l’approvazione della legge per l’innalzamento dei limiti d’altezza per l’arruolamento nell’Esercito Italiano come la fine di una discriminazione per i sardi- che luogo comune, quando non vero e proprio complesso di inferiorità del colonizzato, vuole congenitamente bassi, mentre la loro altezza media è già superiore ai suddetti limiti- Piras parlò addirittura di restituzione di “una opportunità lavorativa e di crescita professionale” per i giovani dell’isola e di “prova di una grande sensibilità sociale e di autonomia dagli Stati Maggiori”. La contraddizione sta nell’accettare, di fatto, come legittima la presenza dell’Esercito Italiano nell’isola. Chi non la considera tale di certo non esprimerebbe giubilo nell’ampliare la possibilità che i sardi possano arruolarsi. Ovvio come ciò vanifichi l’espressione “occupazione militare”- sempre rimarcata dal livello popolare della lotta- e faciliti il raggiungimento di una finta soluzione, presentata come la massima raggiungibile anziché come il massimo di ciò che certi soggetti possono proporre dato il proprio livello di compromissione con lo stato di cose presenti.

Tale contraddizione ci serve ad aprire una grande porta sul problema principale di tutti quelli che potremmo chiamare i “falsi amici” della lotta contro le servitù militari: l’incomprensione della questione nazionale sarda.

Tèmpiu. Alga: silviziu panni igiènichi

Logo_quadrato_AI_pngComu annunziatu illi chiti passati, in Tèmpiu Pausania, tra li nuitai di la gistioni di lu silviziu pa l’alga da palti di lu gistori nou (Ambiente Italia) è privistu chi l’indiffarenziatu ‘enarà accoltu una sola ‘olta la chita; chistu pa cilcà di privinè cumpultamenti oppoltunisti da palti di li zittadini chi abbassani l’accolta diffaranziata, smannendi li costi di cunfirimentu in muntinagghju e la cunsighenti inettitudini di lu silviziu. Chistu, parò, cumpolta illu matessi momentu difficultai a famili e strutturi undi vi siani isvàliti, anziani e steddi minori. Pa chistu muttiu, comu annunziatu da Ambiente Italia, veni privistu un silviziu apposta pa l’accolta più frecuenti di li panni igiènichi. Pa pudè aè chistu silviziu è nizissariu sighì l’infulmazioni di lu mòdulu di dummanda pripparatu da lu Silviziu Frabbichi Priati e Ambienti. Lu mòdulu in autociltificazioni andarà lacatu a l’Uffiziu Protocollo di lu Comuni gaddhuresu.

Tempio. Rifiuti: servizio panni igienici

Come annunciato nelle scorse settimane, tra le novità del servizio di gestione rifiuti da parte del nuovo gestore (Ambiente Italia) è previsto un unico ritiro settimanale del residuo secco; questo al fine di prevenire comportamenti opportunistici da parte dei cittadini che riducono la frazione differenziata, incrementando i costi di conferimento in discarica e l’inefficienza del servizio. Tuttavia, questa previsione al contempo crea forti disagi a famiglie e strutture nelle quali sono presenti disabili, anziani o bambini. A tal proposito, come annunciato da Ambiente Italia, è previsto un servizio dedicato per la raccolta supplementare dei panni igienici. Per usufruire del servizio è necessario attenersi alle istruzioni contenute nel modulo di richiesta predisposto dal Servizio Edilizia Privata e Ambiente. Il modulo in autocertificazione andrà consegnato presso l’Ufficio Protolollo del Comune gallurese.               http://www.comune.tempiopausania.ot.it/attachments/article/2698/richiesta%20ritiro%20panni.pdf

http://www.ilminuto.info/2015/06/tempio-rifiuti-servizio-panni-igienici/

Sassari. Il Fiu: “Sennori, Sorso, Osilo, un triangolo di discariche abusive”

Campagna di denuncia e sensibilizzazione ambientale del Fronte Indipendentista Unidu nel sassarese
Campagna di denuncia e sensibilizzazione ambientale del Fronte Indipendentista Unidu nel  sassarese

Nell’immaginario collettivo la Sardegna è un paradiso incontaminato, ma la nostra isola ha purtroppo anche un altro volto. Oltre al drammatico inquinamento dovuto alle industrie pesanti e alle basi militari anche le nostre campagne sono spesso utilizzate come discariche abusive. É davanti agli occhi di tutti per esempio lo stato delle cunette di molte strade che sono diventate un lungo e capiente contenitore di spazzatura. Percorrendo la 131 “ammiriamo” nelle cunette cumuli d’immondizia di ogni sorta. Allontanandoci poi dalle vie principali le condizioni non migliorano. Se per esempio ci concediamo una salutare passeggiata nella pineta dei Comuni costieri (Sassari, Porto Torres, Sorso) è impossibile non notare tra la preziosa flora, materassi, pneumatici, sanitari, materiale elettrico e materiale di risulta, carcasse di auto e una quantità indescrivibile di amianto. Ecco che la nostra passeggiata si trasforma in un tour degli orrori, in una visione violenta di attacco all’ambiente e al territorio dettata spesso dall’ignoranza e dall’abbandono delle campagne. La cosa è ancora più grave se consideriamo che spesso queste discariche vergognose si trovano in un sito SIC (Sito d’Interesse Comunitario). Lo stagno di Platamona è, infatti, per estensione e per rilevanza della biodiversità, una delle più importanti zone umide del nord Sardegna. Ai sensi della “Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali e della flora e della fauna selvatiche” n. 92/43/CEE è stato classificato come sito d’importanza comunitaria (SIC ITB010003). Inoltre, un’area più vasta, estesa per circa 250 ha, che ricomprende lo stagno stesso, è stata dichiarata “oasi permanente di protezione faunistica e di cattura” con D.A. della Regione Autonoma della Sardegna n. 18 del 31.01.1996. Un tesoro preziosissimo che meriterebbe ben altre tutele. Il piano di gestione dello Stagno di Platamona (un documento di ben 230 pagine), non prevede stranamente la rimozione delle discariche che giacciono nella perimetrazione SIC e anzi nello stesso piano si legge “a breve non sono in programma ulteriori interventi, neppure in fase di progettazione”.

Pertanto se è vero che il degrado e l’inciviltà possono essere ascritti spesso ai cittadini poco rispettosi dell’ambiente, non si possono ignorare responsabilità politiche ben precise. La nostra iniziativa è rivolta dunque sia a sensibilizzare i cittadini sardi ad una maggiore tutela verso il nostro patrimonio e risorsa economica più grande che è l’ambiente, sia a denunciare il lassismo delle amministrazioni comunali che spesso si voltano colpevolmente dall’altra parte davanti all’esigenza puntuale di pulire il territorio o di segnalare le discariche agli organi competenti. La campagna del Fronte Indipendentista Unidu prende spunto dalle numerose foto segnalate dai cittadini nel gruppo facebook Muntonàrgios de birgòngia perché siamo convinti che l’indipendentismo debba essere un movimento popolare che inizi a cambiare lo stato di cose presenti fin da subito, operando anche profonde e radicali trasformazioni culturali nei comportamenti e nelle abitudini dei sardi stessi. Il sistema coloniale ci ha abituato a considerare la nostra terra come povera e arida da un punto di vista economico e la nostra cultura come un inutile retaggio del passato. L’indipendentismo deve rieducare il popolo sardo all’amore e alla cura della propria terra e della propria cultura anche a partire dal recupero del senso civico e del rispetto degli spazi comuni e dell’ambiente. Il Fronte Indipendentista Unidu pertanto tappezzerà di manifesti i comuni interessati da questo fenomeno per suscitare un clima culturale di rigetto di tali ignobili e autolesioniste pratiche e per invitare le amministrazioni e le autorità competenti a vigilare maggiormente su tale preoccupante fenomeno in piena espansione. Inizieremo con i comuni di Sennori, Sorso e Osilo fino a coprire i territori via via segnalati dai cittadini sul gruppo Muntonàrgios de birgòngia.

Fronte Indipendentista Unidu Sassari

Macomer. Il Fiu su revamping di Tossilo e sit-in di sabato 28 marzo

tossilo
Il Fronte Indipendentista Unidu ribadisce pieno sostegno all’attività del comitato cittadino Non Bruciamoci il Futuro in lotta contro il progetto per il nuovo inceneritore di Tossilo (Macomer) da 60 mila tonnellate di rifiuti l’anno.

Riteniamo sterili le rassicurazioni dell’attuale Assessora all’Ambiente, Donatella Spano, circa la trasparenza che l’esecutivo Pigliaru adotterà, posto che la stessa è condizione minima di governo e non valore aggiunto. Ricordiamo, inoltre,  tre le varie posizioni poco rassicuranti per la salute dei sardi espresse nell’ultimo anno, il voto favorevole dei parlamentari del Partito Democratico eletti in Sardegna sull’innalzamento delle soglie tollerate di metalli pesanti nelle aree limitrofe ai Poligoni militari (Dl Competitività”). Riguardo i 16 consiglieri “dissidenti”, apprezziamo la presa di posizione, ma ribadiamo che la moratoria sull’incenerimento rifiuti fu argomento di forte dibattito già dal 2010, quando l’attuale Assessore ai Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, se ne fece pubblicamente promotore. Lo stesso Maninchedda presiede il Partito dei Sardi che esprime proprio a Macomer il primo cittadino, Antonio Onorato Succu. Riportava così Sardinia Post lo scorso novembre. “Prova ne sono i dati relativi alla mortalità, da considerare confortanti, e alla mortalità per tumori, in aumento ma pur sempre inferiori a quelli di Nuoro e Ottana, forniti da uno studio condotto dall’Asl (su richiesta dello stesso Succu, ndr) e i bassi tassi di malattie respiratorie e patologie cardiovascolari riscontrati nell’area” – ha detto Succu nel corso di una recente conferenza stampa indetta insieme ai sindaci di Borore, Dualchi e Bolotana a cui hanno partecipato anche il Presidente della Tossilo S.p.A. Giovanni Demontis e due rappresentanti dei sindacati”.

Invitiamo dunque il Popolo sardo a mantenere altissima l’attenzione sul tema, sostenendo e partecipando il sit-in di sabato 28 marzo, alle ore 11:00, presso gli impianti di incenerimento di Tossilo, per ribadire, coerentemente, l’assoluta necessità e urgenza di una moratoria nazionale sarda sull’incenerimento dei rifiuti.

Fronte Indipendentista Unidu