Collettivo Furia Rossa: a Capo Frasca si muore ma si continua a sparare

 
Collettivo Furia Rossa: a Capo Frasca si muore ma si continua a sparare

Si pubblica integralmente il documento che il Collettivo Furia Rossa ha inoltrato all’attenzione dei sindaci di Arborea, Arbus, Marrubiu e Terralba, al Commissario della Provincia di Oristano, al direttore dell’ARPAS e ai direttori delle Aziende Sanitarie competenti.

Oggetto: Sospensione immediata dei bombardamenti a Capo Frasca

La Sardegna ha un triste primato: è una terra bombardata anche se non è in guerra. Uno dei luoghi più martoriati dell’isola è la splendida penisola di Capo Frasca, lembo meridionale del golfo di Oristano. Già quest’estate, grazie a una segnalazione anonima, denunciammo la presenza di ordigni e residuati delle esercitazioni nel territorio del poligono, a dispetto delle dichiarazioni di alcuni personaggi dell’esercito che  garantivano la pulizia dell’area. Ora scopriamo da un’ordinanza della Capitaneria di Porto che Capo Frasca sarà oggetto di bombardamenti da lunedì 7 maggio fino all’ultimo giorno del mese.

Eppure vogliamo ricordare a tutti che il 27 settembre, durante un’audizione della Commissione Parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito, il maresciallo Francesco Palombo, che aveva prestato servizio nel poligono  di Capo Frasca, ha denunciato 20 morti sospette fra i lavoratori del poligono (militari e civili) che, a suo dire, potrebbero essere  collegate all’inquinamento delle falde dovuto proprio alle esercitazioni  a fuoco e alle modalità di esecuzione delle bonifiche.

Ricordiamo poi alla vostra attenzione che nel 2011 su sollecitazione del consigliere provinciale Efisio Trincas, l’assessore provinciale alla sanità Sandro Murana effettuò una richiesta alle ASL di Oristano e Sanluri per verificare un possibile aumento dei casi di tumori nelle aree circostanti il poligono, richiesta che non ricevette risposta per quanto riguarda l’azienda di Sanluri e che invece venne respinta dalla ASL di Oristano perché era impossibile procedere in assenza di un registro dei tumori. Ricordiamo inoltre le denunce dell’ex aviere di Scano Montiferro  Angelo Piras, riguardanti la morte di due suoi commilitoni di leva che avevano prestato servizio con lui a Capo Frasca, causate da un tumore al cervello e da uno all’apparato genitale.

Ricordiamo infine l’interpellanza del 2014 dell’allora deputato di SEL, Michele Piras, che  denunciava 23 casi di tumori fra i 70 dipendenti, civili e militari, che aveano prestato servizio a Capo Frasca tra il 1999 e il 2010.

Il Collettivo Furia Rossa lotta da anni contro l’occupazione militare
della Sardegna insieme a tutti i militanti di A Foras, la nostra richiesta è sempre la stessa: chiusura delle basi, bonifica dei territori, risarcimento dei danni e restituzione alle comunità dei territori occupati dall’esercito italiano.

Chiediamo però alle autorità competenti se sia il caso di consentire lo svolgimento di esercitazioni a fuoco fin tanto che non sarà fatta chiarezza su questi fatti e soprattutto fin quando non sarà accertato il  livello di pericolo per la popolazione locale e per i visitatori di quei
luoghi. Noi crediamo che sia quantomeno necessaria una moratoria delle esercitazioni fino a quando una commissione di comprovata imparzialità  non ottenga il diritto di accedere nel poligono e di verificare il  livello di inquinamento ed i rischi per la salute. E chiediamo inoltre alle comunità interessate di mobilitarsi per ottenere chiarezza e movimenti in questa direzione.

Fiduciosi in un vostro pronto riscontro, porgiamo distinti saluti

Il Collettivo Furia Rossa

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